Un trattato che definisce la virtù della giustizia, nella convinzione imprescindibile che l'anima retta possa considerarsi tale solo nel rispetto dell'ordine della realtà, manifestazione del bene in natura. Alberto Magno è considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del Medioevo, sia per la straordinaria erudizione che per l'impegno nel conciliare fede e ragione, applicando la filosofia aristotelica al pensiero cristiano. Maestro di San Tommaso d'Aquino, è santo protettore degli scienziati e Dottore della Chiesa.
Nato intorno al 1200 da una nobile famiglia tedesca, Alberto di Colonia, considerato l'iniziatore della Scolastica medioevale, apprese l'aristotelismo a Padova; come già per Averroè, il pensiero di Aristotele fu inteso da Alberto come il culmine della filosofia, il massimo di verità a cui può giungere da sola la ragione umana prescindendo dalla rivelazione. Diventato frate domenicano, Alberto si recò a Parigi, ove scrisse la maggior parte delle opere, una vera e propria enciclopedia dei saperi del tempo; tra l'altro, fu maestro di Tommaso d'Aquino, insieme al quale fondò lo studium generale dei domenicani a Colonia: la tesi gnoseologica fondamentale di questo scritto breve, ma basilare, è la coincidenza di essere e verità. Una professione di realismo metafisico che sta a fondamento di gran parte del pensiero cristiano degli ultimi sette secoli.