"Lo scandalo di padre Brown" è stato pubblicato da Gilbert Keith Chesterton nel 1935 ed è la sua ultima raccolta di racconti gialli sul più famoso prete investigatore della letteratura. Nei nuovi casi dell'eccentrico sacerdote inglese tornano i furti, gli assassini, le maledizioni, i veleni e le imprevedibili macchinazioni che rendono uniche le sue vicende. E torna anche, nell'ultimo racconto, come per un regalo finale, il vecchio e caro amico di padre Brown, quel Flambeau che da ladro è diventato investigatore, e che ancora una volta accompagnerà il sacerdote in una sorprendente avventura. Ma è bene partire dal principio, da quel caso che sollevò un vero scandalo e che mise padre Brown in cattiva luce agli occhi del mondo. Al centro di tutta la vicenda c'era una bellissima donna...
G.K, Chesterton era incapace di introdurre anche solo una traccia di moderazione in ciò che faceva - si trattasse di alimentarsi, naturalmente, ma anche di attività per lui ancora più naturali, come leggere, scrivere o parlare. E così quando decise di raccontare attraverso una serie di ritratti - da Bentham a Carlyle, da Dickens a Hardy - l'età vittoriana;, di cui lui stesso era una specie di ultimo, umorale testimone, scrisse questo libro unico e prezioso: una grande satira, che è anche un infinito atto d'amore. Una pagina dopo l'altra, l'intelligenza irrequieta e inclassificabile di Chesterton («Il compito dei progressisti è commettere errori; quello dei conservatori è di impedire che vengano emendati») riporta in vita uno dei grandi momenti della letteratura come l'abbiamo conosciuta, e come continuiamo ad amarla: lasciando spesso graffi, se non piccole ustioni, sulla nostra coscienza di vittoriani postumi, benché in larga parte inconsapevoli.
"L'incredulità di padre Brown" segna il grande ritorno dell'acuto e goffo pretino nato dalla penna di G.K. Chesterton. La raccolta viene pubblicata per la prima volta nel 1926, dodici anni dopo la precedente, quando il mondo è cambiato, devastato dalla prima guerra mondiale, e padre Brown si trova a fare i conti con la propria fama diffusasi per colpa di un giornalista intraprendente che ha pubblicato le sue storie su alcune riviste americane. Padre Brown, ormai famoso, in otto racconti sorprendenti dovrà scoprire cosa si nasconde dietro una serie di crimini che - tra miracoli, oracoli, maledizioni e perfino resurrezioni - sembrano poter avere solo una spiegazione soprannaturale. Sarà lui, invece, con la sua "incredulità", a smascherarne l'origine molto, molto umana...
Pubblicata nel 1927, "Il segreto di padre Brown" è la quarta raccolta dei racconti sul famoso prete investigatore di Gilbert K. Chesterton. L'amico Flambeau ha ormai lasciato le scene, sia come criminale sia come investigatore, per ritirarsi al caldo della Spagna e godere di una vita semplice e famigliare. Padre Brown gli fa però visita e, davanti a un buon bicchiere di vino, racconta le sue ultime avventure, tutte ambientate in Inghilterra. Sono otto indagini diverse e sorprendenti, tra misteriosi personaggi orientali e cadenti castelli della Scozia, magistrati assassinati e fantasmi che si affacciano alle finestre. Ma, soprattutto, il prete investigatore spiegherà per la prima volta il suo metodo di indagine, tanto particolare e misterioso da aver fatto sorgere in molti suoi estimatori l'idea che sotto la tonaca nera si nasconda un vero e proprio mago...
«Il lettore deve accingersi a leggere questo libro con la stessa disposizione d'animo con la quale, evidentemente, il Chesterton lo ha scritto: col senso della giocondità, pura e semplice, e col gusto primitivo del burlesco. L'eroe stesso - l'ineffabile Capitano irlandese Dalroy, che riempie il volume delle sue rodomontate, delle sue canzoni e delle sue risate - rende assai bene, sullo schermo artistico, lo spirito paradossale e rumoroso, fresco ed allegro, sagace e umoristico dell'artista che l'ha creato. Al Capitano Dalroy si contrappone Lord Ivywood, formalista convenzionale, prezioso, insensibile e freddamente fanatico. In questo contrasto sta, (orse, il maggior pregio del romance, per i cui viali l'autore scorrazza liberamente e disordinatamente ora facendo improvvise digressioni ora sostando un po' come in contemplazione, ora perseguendo le sue eccentricità epigrammatiche. Lord Ivywood, che non ha mai voluto bene in vita Mia ad un cane, ma che ha sempre avuto molto a cuore la causa dei cani, personifica assai bene tutto quel mondo inglese artificioso e insincero che ha sempre una causa da propugnare e una missione cui consacrarsi. Puritanismo, vegetarianismo, proibizionismo e non so quale altro "ismo" offrono al Chesterton altrettanti elementi per la sua fantastica scorribanda nella quale l'ironia si alterna alla satira, il quadro di costume al quadretto di genere, il personaggio alla macchietta, l'aria viziata del mondo convenzionale alle sane ventate del mondo libero e giocondo, che ha per sfondo, da una parte il mare, e dall'altra il bruno profilo delle profonde foreste d'Inghilterra». (Gian Dàuli)
La saggezza di padre Brown, pubblicata per la prima volta nel 1914, segna il ritorno del piccolo prete dell'Essex, un goffo omino con la faccia rotonda e l'espressione assente, ancora impegnato a risolvere misteri, spesso con l'aiuto dell'amico ed ex criminale Flambeau. In questa seconda raccolta, padre Brown non limita le sue esperienze all'Inghilterra, ma lo troviamo impegnato in Francia, al centro di in un caso di spionaggio internazionale, in Germania, dove affronterà un enigma di portata storica, e in Italia. Chesterton, che amava molto l'Italia e che nel corso della sua vita vi tornò più volte, mette padre Brown a confronto col più famoso dei briganti del Meridione, capace di attirarlo, insieme a una nutrita comitiva, nel suo covo: il paradiso dei ladri. Come al solito, però, la vicenda finirà in modo del tutto inaspettato...
Padre Brown è alla sua prima apparizione e, oltre a risolvere alcuni casi che vedono per protagonista Flambeau, il ladro più famoso d?Europa, riesce a convincere quest?ultimo a cambiare vita. Ma anche quando Flambeau diventa investigatore privato, pur potendosi avvalere di una vasta esperienza nel campo del crimine, avrà sempre bisogno dei consigli e dell?astuzia di padre Brown, che ha dalla sua una profonda conoscenza del genere umano, delle sue debolezze e delle sue potenzialità. Ne nascono dodici racconti divertenti e appassionanti, capaci di sorprendere il lettore e di tenerlo incollato alla pagina, in una vera galleria di personaggi indimenticabili, come il sacerdote neo-pagano devoto ad Apollo, il saltimbanco che ha fatto fortuna costruendo maggiordomi meccanici, lo scrittore che vive con un santone indiano in una casa-serra alla periferia di Londra, il principe che si è ritirato in una piccola isola sul Tamigi dopo una vita avventurosa?
Quien esté familiarizado con Chesterton sabrá que sus biografías no son nada convencionales. Es este caso, concluye la vida de santo Tomás en el capítulo 5, cuando todavía queda un tercio de la obra, cosa lógica si hay que debatir con nuestro propio tiempo. Estamos ante un libro de filosofía, de historia, de antropología, de sociología del conocimiento y de crítica cultural, además de una delicia intelectual. Bien se dijo de Chesterton que era un maestro de la paradoja, porque este es un libro sobre nuestro tiempo, tanto o más que sobre la Edad Media.
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) es considerado uno de los narradores más brillantes e ingeniosos de la literatura anglosajona. Crítico, novelista y poeta, trabajó como periodista y fundó su propio semanario, G. K’s Weekly. A su lucidez y habilidad con el lenguaje para crear relatos se suma su fina ironía y su agudo sentido del humor, que lo convierten en un maestro en el uso de la alegoría y de la paradoja. Se convierte al catolicismo en 1922, y escribe entonces las biografías de san Francisco de Asís y de santo Tomás de Aquino.
In un piccolo giardino londinese, sotto un cielo dal tramonto infuocato, comincia l'avventura del poeta Gabriel Syme, che, da quel momento, attraversa una notte dell'anima, un vero e proprio incubo popolato di colpi di scena, figure inquietanti, duelli e fughe rocambolesche. Anche nelle storie poliziesche più geniali e ardite c'è uno sfondo solido su cui s'innestano enigmi e incidenti; in questo caso Chesterton ha osato portare l'enigma a tutto campo. Chi c'è dietro il Grande Consiglio Anarchico e chi è a capo di Scotland Yard? Chi è l'alleato e chi è il nemico? Qual è il volto dietro la maschera? Impugnando la spada del coraggio, della ragione e dell'affetto va combattuta la più vitale delle battaglie, quella di chi è pronto a mettere sottosopra cielo e terra per guardare negli occhi il mistero originale del mondo.
Per quanto pubblicata postuma nel 1937, I paradossi del signor Pond non è di certo un’opera minore. In otto racconti pieni di suspense, l’autore presenta la figura di un detective dilettante tra le più godibili della storia della letteratura poliziesca: un «ometto pacato», almeno in apparenza, che conosce benissimo il mondo e possiede la straordinaria capacità di elaborare deduzioni perspicaci e formulare, grazie al suo prezioso intuito, precise ipotesi investigative. Al signor Pond piace anche fare osservazioni casuali che sembrano contenere flagranti contraddizioni. Dietro ciascuno dei suoi paradossi si cela però un misterioso e avvincente racconto, squisitamente narrato.
Il lettore viene ad esempio messo a parte delle vicende di un importante maresciallo dell’esercito prussiano che vede fallire il suo progetto perché «due suoi soldati hanno eseguito i suoi ordini»; o di due uomini «a tal punto d’accordo che uno di essi uccise l’altro»; o ancora di una matita «relativamente rossa» che tracciava «segni neri»; oppure di un uomo «troppo alto per essere visto».
La verità, sembra dire Chesterton, non è sempre quella che appare e il mondo, e la vita, vanno visti da prospettive diverse e, soprattutto, mai giudicati troppo in fretta.