La sfera e la croce è un romanzo stupefacente, che affronta con ironia l'eterna dialettica tra fede e razionalismo. Straordinari i protagonisti, a iniziare dal professor Lucifero, che solca veloce i cieli sul suo veliero d'argento, accompagnato dall'eremita Michele, che gli ricorda, con dolore per le sue demoniache orecchie, quanto sia necessario all'uomo il libero arbìtrio. Sulla terra, invece, il duello tra il misticismo e il razionalismo ateo è nelle mani dell'Highlander Evan Mac Jan e del giornalista James Turnbull, che si sfidano tra le pagine del libro a un duello senza fine. Invano i vari personaggi, incontrati nel corso della loro fuga dal potere, tentano di dissuaderli dal portare a compimento lo scontro. Allo stesso scopo Lucifero offrirà loro la vittoria, ma vistosi rifiutare l'offerta li farà rinchiudere in un manicomio insieme a Michele, emblema dell'uomo toccato dalla grazia di Dio. Sarà proprio lui, superando le infernali fiamme di un incendio, a rivelare a Mac Jan e Turnbull il senso stesso del loro duellare, conducendoli ad abbandonare il reciproco fanatismo. Lo scrittore trasforma il romanzo in una lezione di vita, che suggerisce all'uomo di accettare la fede (la croce) al pari della logica (la sfera), perché entrambe consentono di trovare la risposta che rivela la presenza di Dio.
Rimarrebbe deluso chi pensasse di trovare in queste pagine un racconto puntuale intessuto di luoghi, fatti, incontri. Non manca – beninteso – nessuno di questi ingredienti, ma l’Autobiografia di Chesterton, uscita postuma nel 1936, è soprattutto la storia di un’intelligenza e di un’anima che cercano, non senza incertezze e contraddizioni, la propria strada.
Sullo sfondo, evocato con tocchi magistrali, sta il difficile periodo di transizione tra XIX e XX secolo, con il crollo degli Imperi coloniali e il dramma della prima guerra mondiale. E dallo sfondo si affacciano le personalità del panorama politico e letterario con cui lo scrittore entra in contatto e su cui esercita la propria attitudine all’analisi per paradossi dell’uomo e della società, senza mai rinunciare alla sua impareggiabile vis polemica.
La nota segreta del testo – quella che risuona inconfondibile dietro le vicende e le battaglie quotidiane – è però la ricerca di una verità più grande di quella proposta dalle filosofie e dalle dottrine che occupavano (e occupano ancora) la scena contemporanea, una verità capace di cogliere l’umano nella sua complessità e integralità.
L’approdo sarà, come è noto, la Chiesa cattolica, «dove tutte le verità si danno appuntamento».
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici e Ortodossia, e il romanzo Il Napoleone di Notting Hill.
In seguito alla pubblicazione nel 1905 di "Eretici" - una raccolta di saggi in cui l'autore attacca con stile brillante e corrosivo i dogmi della sua epoca - Chesterton fu sfidato dalla critica a indicare quale fosse la propria visione del mondo. Tre anni più tardi, nel 1908, diede alle stampe "Ortodossia". In quest'opera, ricchissima di idee e di suggestioni, lo scrittore inglese esprime la sua incrollabile fede cristiana, di cui argomenta con rigore, ma senza rinunciare al gusto per il paradosso, l'assoluta ragionevolezza. Tutte le obiezioni e le accuse che vengono di norma rivolte al cristianesimo sono affrontate con schiettezza, discusse e infine puntualmente rovesciate. Il risultato, spesso sorprendente, è la dimostrazione che anche i punti più astrusi della dottrina colgono una verità profonda dell'essere umano. In particolare, nel cristianesimo l'autore individua un insieme di valori spirituali e morali in grado di difendere l'uomo da ciò che, minando la bellezza e la santità della vita, lo rende infelice: le ingiustizie del capitalismo, le teorie materialiste e deterministe (in particolare l'evoluzionismo), le eresie del passato e del presente. Il cristianesimo, per Chesterton, è la sola risposta possibile a quell'aspirazione al Vero, al Bene, al Bello, al Giusto, che abita nel cuore di ciascuno di noi.
Che cosa accadrebbe se il re d’Inghilterra venisse eletto tramite un sorteggio? E se a essere sorteggiato fosse un bislacco funzionario governativo in frac, Auberon Quin, dotato di un sulfureo senso dell’umorismo e di un gusto particolare per l’epoca feudale? E che cosa accadrebbe se a condurre questo gioco narrativo fosse Gilbert K. Chesterton?
Re Auberon conferisce ai quartieri di Londra la dignità di città-stato e un ragazzo dai capelli rossi di Notting Hill, Adam Wayne, prende talmente a cuore le burle del Re che per contrastare il progetto di una strada che attraversa il suo quartiere scatena una vera e propria guerra con gli altri borough londinesi. L’unico modo per sconfiggerlo sarà affrontarlo sul suo stesso terreno.
Con il suo spirito incline al paradosso e all’ironia, Chesterton imbastisce una farsesca allegoria sulla condizione dell’uomo, costretto a domandarsi se il mondo è uno scherzo di Dio e se lui deve stare al gioco seriamente oppure scherzare, a sua volta, fino alla morte.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, e le opere La Chiesa cattolica ed Eretici.
Nel 1905, all’età di trentun’anni, Gilbert Keith Chesterton riunisce in un unico volume gli articoli scritti per il liberale «Daily News». Nasce così Eretici, in cui il «principe del paradosso», facendo sfoggio di tutta la sua tagliente ironia, passa al vaglio le più importanti figure del suo tempo, in particolare del mondo della letteratura e dell’arte: Rudyard Kipling, George Bernard Shaw, H. G. Wells, James McNeill Whistler… Ciò che soprattutto gli interessa è però combattere le «eresie» di cui si fanno banditori o interpreti e che si riflettono in quelli che l’autore identifica come i grandi mali della modernità: la cieca fede nel progresso, lo scetticismo, il determinismo, la negazione dell’esistenza di Dio e dei valori fondamentali del cristianesimo.
Frutto di un sapiente dosaggio di umorismo e buon senso, Eretici suscitò le ire di alcuni critici, perché condannava le filosofie coeve senza fornire alternative. Lo scrittore inglese decise quindi di replicare qualche anno anno più tardi con un altro celebre titolo, Ortodossia, di cui questo resta l’essenziale premessa.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, e l’opera La Chiesa cattolica.
Padre Brown è il personaggio creato dalla fantasia di Chesterton per spargere un po’ di sano umorismo.Tondo e rubicondo, semplice e furbacchione, dotato di una mente pronta e penetrante, e uno spirito meravigliosamente intuitivo, che gli dà modo di gareggiare in astuzia con i più abili poliziotti e delinquenti, egli ha tuttavia l’anima d’un poeta e il cuore di un fanciullo. Padre Brown spunta quasi imprevedibilmente nell’angolo più remoto e nel momento più impensato, pronto a risolvere qualunque enigma con arguzia e ironia, preoccupato non tanto di svelare i misteri più tenebrosi e complicati della criminalità moderna, o di assicurare alla giustizia i colpevoli, quanto di salvare delle anime e ricondurle sul retto cammino, come fa con Flambeau, il ladro pentito diventato suo assistente.
In questo volume sono raccolti tutti i suoi racconti compreso La croce azzurra, nel quale fa la sua prima apparizione, Il duello del dottor Hirsch, Le colpe del principe Saradine e I tre ordigni di morte.
destinatari
Un libro per tutti
l’autore
Gilbert Keith Chesterton, nato a Londra nel 1874, è stato giornalista, polemista e scrittore. In trent’anni ha scritto quasi cento libri tra saggi, biografie, raccolte di poesie, opere teatrali, romanzi e racconti brevi. Ha dato vita al personaggio di Padre Brown, protagonista di una lunga serie di romanzi e racconti gialli.
Questo volume è un umile e cordiale suggerimento per ciascuno di noi: preghiamo, e pregando teniamo sott’occhio la buona e sana dottrina della Chiesa Cattolica, piacevolmente sunteggiata dai passi tratti dalle maggiori opere di Gilbert Keith Chesterton. Pregare è un buon modo di predisporre la propria anima a essere salvata, quando a suo tempo dovremo renderne conto. Pregare leggendo Chesterton è un ottimo modo per salvare l’anima e la testa, di cui dobbiamo continuare a fare buon uso.
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è stato una delle più significative figure della cultura del ’900, nonché un grande cattolico e un grande apologeta. Entrò nella Chiesa di Roma nel 1922 grazie all’amicizia di padre John O’Connor (il sacerdote irlandese che gli ispirerà il personaggio di Padre Brown) e di Hilaire Belloc. Quando morì il 14 giugno 1936, Papa Pio XI inviò un telegramma al capo della gerarchia ecclesiastica in Inghilterra, in cui si diceva che il Papa pregava e piangeva la morte di colui che definiva «devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica». Fede & Cultura ne ha pubblicato il “San Tommaso d’Aquino”. Inoltre dal suo "Le avventure di un Uomo Vivo" è stata tratta la riduzione teatrale "Uomo vivo con due gambe" di Fabio Trevisan.
L’incredulità di padre Brown è la terza antologia dedicata alle avventure di padre Brown. Il libro esce nel 1926, a quindici anni di distanza da Il candore di padre Brown. L’aspetto esteriore del pretino, in questi otto nuovi racconti, è lo stesso. Cappello rotondo e ombrello non mancano mai, ma lui si è però fatto meno impacciato, meno goffo. È diventato anche più impaziente e nei suoi discorsi va subito al sodo, senza troppe reticenze. Questo non perché il personaggio sia invecchiato, ma semplicemente perché di mezzo tra questi due libri c’è stata la catastrofica Prima Guerra Mondiale, che ha profondamente cambiato lo scenario in cui si muove il nostro eroe. La gente intorno a lui è confusa, ansiosa e profondamente ferita. Ad avanzare sul mondo è un nuovo mostro, il neopaganesimo, e il colpevole di tutto ciò, per Chesterton, è soprattutto uno: l’America.
Gli otto racconti presenti nell’antologia sono: La resurrezione di padre Brown, La freccia del cielo, L’oracolo del cane, Il miracolo della mezzaluna, La maledizione della croce d’oro, Il pugnale alato, Il destino dei Darnaways e Lo spettro di Gideon Wise.
Cristiandad reedita este clásico escrito en 1925 por el genial escritor inglés, con la novedad de incorporar un prólogo de Juan Manuel de Prada. Éste define a El hombre eterno como “pináculo” con el que culmina la experiencia que llevó a Chesterton a la conversión al catolicismo. Un periplo iniciado a partir de la curiosidad respecto a una institución a la que todos criticaban, y cuya doctrina y realidad sin embargo resistía a los tópicos. Un periplo si se quiere lógico, pues de Chesterton puede decirse algo semejante: que su obra resiste al paso del tiempo porque está construida sobre el sentido común, y no sobre la imaginación, a lomos de la cual, ayer y hoy, triunfan los escritores de éxito efímero.
Chesterton escribió esta obra en cierto modo respondiendo al materialismo de la Breve Historia del Mundo publicada en 1921 por Herbert George Wells. Si bien las fantasías bélico-cientificistas de este autor siguen siendo conocidas, no lo es aquél ensayo sobre la historia, en el que imbuido de un evolucionismo decimonónico venía a negar que, a fin de cuentas, el hombre significara una novedad respecto al mundo animal, y que a su vez Cristo añadiera algo original respecto a lo dicho por otros tantos hombres. A Chesterton le basta el sentido común para mostrar que el paso del tiempo de por sí no lo explica todo, que existen revoluciones y que el hombre es algo peculiar dentro del mundo, como lo es la persona de Cristo y el cristianismo en la historia humana. Reflexiones sobre algo aparentemente obvio, pero que hoy como hace 80 años conviene repensar.