Perché esistono il dolore e la sofferenza? Paolo Curtaz riflette su uno dei grandi misteri della vita di ogni persona. La sofferenza, specie la sofferenza dell'innocente, è l'unica seria obiezione all'esistenza di un Dio buono e compassionevole e, da sempre, rappresenta un problema serio per chi accoglie il volto del Padre che Gesù ci ha svelato. Perché soffriamo? A cosa serve il dolore? Questo saggio riflette, con semplicità, sulla sofferenza, interrogando la Parola di Dio, senza voler dare una risposta esaustiva che la Bibbia stessa non offre. Paolo Curtaz, uno degli autori spirituali più apprezzati e originali di questi anni, porta in questo volume vicende personali e di altre persone segnate dal dolore, senza nessuna pretesa di dare risposte scontate, ma con il desiderio di seguire le poche tracce di luce che emergono dalla riflessione biblica e dall'esperienza di chi è passato attraverso la sofferenza riuscendo a scorgere una prospettiva di speranza.
«Se Dio c'è ed è come ce lo racconta la Parola, non può che essere nascosto, celato, defilato. E, nel contempo, raggiungibile. Abbiamo in noi stessi tutti gli strumenti per diventare cercatori di Dio. Esploratori dell'Assoluto». Tutti abbiamo un'idea di Dio, un'idea costruita a partire dal nostro carattere, dalla nostra esperienza, dall'ambiente in cui siamo cresciuti. E tanti di noi tendono a proiettare su Dio i loro bisogni e le loro speranze, o a chiamarlo in causa per le ingiustizie e le sofferenze che subiscono o colpiscono gli innocenti. Chi è dunque il Dio in cui crediamo (o non crediamo)? È la domanda che Paolo Curtaz ci pone in queste pagine, invitandoci a mettere fra parentesi tutto ciò che crediamo di credere per cercare di conoscere il Dio che Gesù racconta nei Vangeli. In una sorta di introduzione al cristianesimo, amichevole e ricca di umorismo, il teologo ci mostra, ripercorrendo i testi biblici, come liberare la testa da vecchie e asfittiche convinzioni religiose, imparare ad ascoltare la testimonianza evangelica, cercare con costanza, nella nostra vita, quel tesoro nascosto che è la presenza di Dio. Chi accoglie la prospettiva di Gesù incontra un Padre che lo ama e lo rende capace di amare, lo fa partecipe di un grande progetto d'amore, gli apre le porte su una vita più autentica, gioiosa, intensa. Una riflessione rivolta ai credenti, ai dubbiosi e perfino agli atei che sfida a iniziare una propria, originale, ricerca spirituale.
Il libro che tutti i parrocchiani dovrebbero regalare ai loro parroci
Con l’ironia e la profonda sensibilità che lo contraddistinguono, ecco Curtaz con due libri gemelli che raccontano cosa significhi essere parte di una parrocchia oggi, mettendosi contemporaneamente nei panni dei parroci e dei parrocchiani, rendendo possibile uno sguardo a 360 gradi su un rapporto unico e sfaccettato.
Far parte di una parrocchia oggi è una cosa complessa. E lo si sa. Curtaz, che da decenni frequenta e conosce varie comunità in tutta Italia, prova a scrivere in “Pastori”, con il suo linguaggio che qui è davvero senza peli sulla lingua, una sorta di “teologia pastorale” per il prete nel mondo (e nella Chiesa) di oggi, alla ricerca delle origini di quella che è chiamata vocazione e alla ricerca di un senso per il lavoro quotidiano di molti pastori che devono confrontarsi con una società per la quale fede e morale sono degli “accidenti”.
Il ribaltamento di prospettiva avviene in “Pecore”: per un membro di una parrocchia il percorso di Fede può rivelarsi complesso, in quanto viviamo tempi di grandi cambiamenti e radicali trasformazioni. Il mondo e la Chiesa in cui siamo cresciuti sono in evoluzione e, spesso, troppo spesso, l’esperienza di fede che abbiamo vissuto in un determinato con-testo non è più significativa per le persone che oggi abbiamo attorno, spingendoci a riflettere su chi finora abbia occupato le chiese e le parrocchie per poi abbandonarle.
Che si metta nei panni del parroco o del parrocchiano, Paolo Curtaz affronta in profondità i grandi temi da cui dipende il futuro della nostra fede, sempre con lo stile provocatorio e diretto che lo caratterizza.
Viviamo tempi di grandi cambiamenti e radicali trasformazioni. Il mondo e la Chiesa in cui siamo cresciuti è in evoluzione e, spesso, troppo spesso, l’esperienza di fede che abbiamo vissuto in un determinato contesto non è più significativa per le persone che oggi abbiamo attorno. E questo suscita sconcerto, scoraggiamento, inquietudine, in molti fra noi: in tutti coloro che non si accontentano di una fede ridotta ad appartenenza culturale, a riferimento sociale. I rapidi mutamenti che sperimentiamo interrogano coloro che, sul serio, pensano che Gesù Cristo sia il rivelatore del padre, il maestro che indica il senso della vita, e che desiderano fare esperienza di comunità. Molti si lamentano che le chiese si svuotano (ma di che cosa le avevamo riempite?). E che non riusciamo più a portare la gente in Chiesa (dobbiamo portarla a Cristo, non in Chiesa). con lo stile provocatorio e diretto che lo caratteristica, Paolo Curtaz affronta in profondità i grandi temi da cui dipende il futuro della nostra fede.
Chi è veramente Gesù? È davvero risorto? Qual è il suo posto nella storia? E cosa ha a che vedere con la nostra vita oggi? A queste e a molte altre domande risponde l'indagine di un legato romano in visita alla Provincia di Palestina. Un percorso appassionante attraverso le testimonianze dei personaggi dei Vangeli.
"E' lo Spirito che guida la Chiesa. E' lui che può orientare la vita verso i camini della santità. E' lui che soffia, nonostante tutto".
"Ecco la grazia di prendere a cuore e in mano l'annuncio del Vangelo, senza rassegnazione o vittimismo".
Immersi nell'acqua, rinasciamo a vita nuova. E Dio, in quel gesto, pone nel nostro cuore il seme della sua presenza.
Che bello innamorarsi! È una delle esperienze più entusiasmanti che la vita ci regali. Poteva Dio restarne fuori?
Di tutti i sacramenti della Chiesa cattolica quello della penitenza, della Riconciliazione o come si dice comunemente, della confessione, è decisamente quello più in crisi.
La possibilità di rinascere, di ripartire, di ricominciare è un dono straordinario che segna la vita!