Il volume ricostruisce percorsi storiografici dall'età del Risorgimento al periodo post-unitario, dalla crisi della modernità al fascismo, dal secondo dopoguerra agli anni del post-Concilio, fino agli sviluppi più recenti, presentando le più significative figure di storici cattolici.
Un volume che parte dagli scenari storici dei diritti personali e delle responsabilità sociali in ambito scolastico per individuare le principali linee di tendenza dell'educazione del futuro, con qualche incursione verso la politica dell'educazione e il dibattito civile sui temi dell'istruzione e della scuola.
La Storia dell'età barocca di Benedetto Croce (del 1929) è assunta in questa ricerca come un prisma da cui si irradiano, da una parte, il metodo storico e lo storicismo di Croce, dall'altra i suoi ideali, politici e religiosi, e le prese di posizione, pubbliche e civili. Una relazione dialettica tra pensiero e azione che diviene il presupposto ermeneutico per decifrare il suo stesso modello storiografico: più che una filosofia della storia, storiografia che ha uno specifico filosofico, il quale, a sua volta, va compreso a partire dallo specifico storico in cui si è generato. Sostando sulla elaborazione crociana del concetto di Controriforma - come sistema di potere teocratico e dunque paradigma teologico-politico - il saggio fa luce sul dilemma cristianesimo/libertà al cospetto dell'età moderna.
Il volume ricostruisce la biografia intellettuale di Giovanni Battista Montini dalla nascita (1897) alle soglie dell'episcopato milanese nel 1954, illuminando dunque la fase, fondamentale ma non abbastanza conosciuta, della formazione del futuro Paolo VI, del suo impegno come guida delle élites giovanili cattoliche e poi nella Segreteria di Stato, a stretto contatto prima con Pio XI e poi con Pio XII. Montini maturò in quegli anni una visione caratterizzata da una grande apertura alla civiltà moderna. Anche utilizzando documentazione inedita, De Giorgi porta in luce le riflessioni originali di quella che fu probabilmente la personalità più importante, a livello mondiale, del Novecento cattolico italiano, inserendole nel più generale contesto di storia culturale, sul piano sia civile sia ecclesiale.
Un importante intellettuale cattolico stende il proprio testamento biologico e riflette, secondo le urgenze di una coscienza credente, fedele e libera, sui problemi del fine-vita: accanimento terapeutico, anche nella forma dell'alimentazione e dell'idratazione forzata, autodeterminazione in vista del rischio di vita vegetativa, eutanasia.
Il volume, che coniuga la storia dell'educazione e della pedagogia con quella della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, focalizza l'attenzione sul periodo del modernismo. Partendo dallo studio di Fogazzaro, Gallarati Scotti, Semeria e Murri fino a Tocco e Prezzolini, la ricerca mette in luce come questi intellettuali abbiano recuperato figure-chiave dell'età medievale, fornendo modelli di comportamento fungibili sul piano dell'educazione e dell'autoeducazione. Da questo intervento nasce una pedagogia della libertà che vuole ripsondere alle sfide del nietzschianesimo: il Santo come alternativa al Superuomo.
Si può meditare alla luce della Parola di Dio sugli eventi storici contemporanei che viviamo? «La Bibbia e il giornale» diceva Karl Barth. Le riflessioni contenute in questo libro vogliono appunto spingersi verso una meditazione incarnata nella storia, per coscientizzare e coscientizzarsi, misurandosi con un discernimento sapienziale dei grandi eventi, ma cercando di "guardare nel piccolo", ai contesti umani concreti, per un'etica sociale "in situazione".
Con una fedeltà profonda all'insegnamento sociale dei Papi (in particolare Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI), l'autore medita dunque sulle vie di giustizia e di pace che la Chiesa apre nel difficile mondo del XXI secolo: il mondo del grande conflitto apertosi l'11 settembre 2001.
In una forma di pedagogia popolare che vuole rivolgersi, con il linguaggio semplice e piano del Vangelo e con un tono confidenziale e fraterno, ai gruppi, alle comunità ecclesiali di base, alle parrocchie italiane, l'autore intende aprire un "dialogo del cuore" e provocare alla riflessione personale e comunitaria: per l'autoformazione dei fedeli laici e per un'offerta di nutrimento spirituale ed etico-sociale agli operatori pastorali.
Del resto spesso i temi, le questioni, le meditazioni, raccolti in questo volume sono stati maturati dall'autore in molte discussioni comunitarie di confronto critico, di preghiera, di conricerca.
Fulvio De Giorgi insegna Storia dell'educazione nellUniversità degli Studi di Modena e Reggio Emilia. E stato responsabile per la pastorale della pace nella diocesi di Lecce, membro del Consiglio pastorale diocesano di Milano, più volte relatore nelle scuole di formazione della Rosa Bianca, Presidente del Centro studi «Paolo VI - Mai più la guerra!» di Brescia.
Tra le sue ultime pubblicazioni: Educare Caino (La Scuola, Brescia 2004); Laicità europea (Morcelliana, Brescia 2007); Il brutto anatroccolo. Il laicato cattolico italiano (Paoline, Milano 2008).
Questo saggio sulla situazione ecclesiale italiana dal concilio Vaticano II a oggi, nasce come risposta alla lettera che i vescovi italiani hanno scritto ai fedeli laici nel 2005. Si tratta di una risposta aperta, franca e coraggiosa. Aperta, perché i rilievi critici non sono mai offerti in modo imperativo ma sempre con aperture al dialogo e all'altrui giudizio. Franca, perché ciò che intende comunicare, l'autore lo dice con la libertà dei figli di Dio e non dei "servi". Coraggiosa, perché l'autore non usa mezzi termini per comunicare l'immagine di Chiesa che egli ha e, di conseguenza, l'immagine di laico che egli vagheggia, ma anche perché non teme di trattare temi spinosi (come quello dei preti pedofili, dei Dico e della laicità). Davanti agli scandali che vedono coinvolta la Chiesa, davanti a un corpo sempre meno "Corpo di Cristo" e sempre più "Istituzione", dove si colloca il "servo inutile", il fedele che vive e lavora "in prima linea", l'operatore pastorale che opera silenziosamente nelle diocesi? La Chiesa sa e può rispondere ai desideri del laico, alla sua ricerca, o è necessario un rinnovamento autenticamente evangelico della stessa?