Israele, guerra dei sei giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un piccolo ospedale di Gerusalemme. Il conflitto infuria e nelle lunghe e buie ore del coprifuoco i tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. Dopo trentasei anni da quel primo incontro, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest'ultimo, che sta svolgendo il servizio di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania nonostante siano ormai i suoi ultimi giorni di ferma. Orah, che aveva progettato una gita a piedi con il figlio per festeggiare la fine del servizio militare, decide di partire lo stesso. Non riesce infatti a vincere un oscuro presentimento che si agita dentro di lei, e d'altra parte non resiste all'idea di trascorrere altre notti con l'incubo di essere svegliata nel cuore della notte, come da protocollo dell'esercito israeliano, e ricevere la notizia di una disgrazia.
Israele, guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme. I tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. Dopo trentasei anni, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest'ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania. Preda di un oscuro presentimento, Orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell'esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio. Ad accompagnare la donna c'è Avram, ricomparso nella sua vita dopo più di un ventennio. Il loro viaggio diventa occasione di riflessione e di rimpianto, ma anche di gioia e tenera rievocazione. Fino a che arriverà il momento di tornare a fare i conti con il presente che, tutt'intorno, preme inesorabile.
Una sera, in una città di un luogo immaginario, un padre si alza da tavola, prende commiato dalla moglie ed esce per andare "laggiù". Ha perso un figlio, anni prima, e "laggiù" è dove il mondo dei vivi confina con la terra dei morti. Non sa dove sta andando, e soprattutto non sa cosa troverà. Lascia che siano le gambe a condurlo, per giorni e notti gira intorno alla sua città e a poco a poco si unisce a lui una variegata serie di personaggi che vivono lo stesso dramma e lo stesso dolore: il Duca signore di quelle terre, una riparatrice di reti da pesca, una levatrice, un ciabattino, un anziano insegnante che risolve problemi di matematica sui muri delle case. E l'uomo a cui è stato affidato l'incarico di scrivere le cronache cittadine. Ciascuno ha la propria storia, chi ha perso il figlio per una grave malattia, chi in un incidente, chi in guerra. Insieme a loro idealmente, visto che non può muoversi dalla sua stanza, c'è anche una strana figura di Centauro, con la parte inferiore del corpo che nel tempo si è trasformata in scrivania. E uno scrittore che da quindici anni vive circondato dagli oggetti del figlio che non c'è più, e il cui unico desiderio da allora è catturare quella morte con le parole. "Non riesco a capire qualcosa finché non la scrivo" dice. È lui a ispirare e a inglobare la storia che stiamo leggendo.
Per i bambini non c'è differenza tra la magia e la realtà, perché entrambe sono nuove, inspiegabili e meravigliose. E trascinano i genitori in grandi scoperte di cui loro non si sentivano più capaci, paure a cui avevano smesso di pensare, sorprese per cui avevano smesso di stupirsi. Le spiegazioni, i giochi, le avventure che ne nascono sono al centro di un legame fortissimo, che Grossman racconta in storie che avvolgono i lettori con semplicità e tenerezza: come quella di Ruti che una mattina non vuole alzarsi per andare all'asilo. Il papà non la sgrida, ma le dice che nel frattempo gli altri giocheranno, si divertiranno, cresceranno e avranno i loro figli, mentre lei, dormendo, rimarrà bambina. Forse allora è meglio correre in cucina a fare colazione. E ad abbracciare mamma e papà che per fortuna da piccoli si sono alzati per andare all'asilo! Una raccolta di cinque racconti illustrati, in cui Grossman regala levità e poesia ai suoi lettori, piccoli o grandi che siano. Età di lettura: da 6 anni
Le storie che si possono raccontare sono tante, ma quelle della buona notte sono speciali. Sono storie che avvolgono bambini e genitori in una bolla di vicinanza e tenerezza, in cui le tensioni svaniscono e l'unica cosa che rimane è il legame tra chi racconta e chi ascolta, un legame che ha la profondità dell'affetto e la leggerezza della fantasia. In questo luogo tutto è possibile: una storia può essere allegra come il solletico sulla pancia, come quella di Ruti che avvolta in un asciugamano viene scambiata per una buffa giraffa, oppure può far esplodere tutte le infinite avventure di quando il mondo non era ancora iniziato e intere foreste si libravano lente nell'aria. E quando l'ultima parola sarà stata raccontata, la storia accompagnerà i bambini (e non solo loro) nel viaggio della notte e dei sogni, per non farli sentire mai soli. Ecco qui due racconti che Grossman ha dedicato ai piccoli viaggiatori, "Buonanotte giraffa" e "Un milione di anni fa", accompagnati da una postfazione inedita dell'autore. Età di lettura: da 7 anni.
Si può essere vecchi a 12 anni? La madre di David pensa di sì, visto che suo figlio non ama la compagnia dei coetanei, preferisce leggere piuttosto che andare alle feste e si è scelto per amico il signor Rosenthal, anziano ospite di una casa di riposo. Ma David è solo un ragazzo riflessivo e sensibile che esplora un universo pieno di sorprese: quello del passato, perduto per sempre e per sempre vivo nel cuore, nella mente e nelle azioni degli uomini. Non è forse l'invincibile forza del passato a mettere uno contro l'altro il signor Rosenthal e il signor Schwartz, che a 70 anni si sfidano a duello in nome di un antico amore? Età di lettura: da 11 anni
Un breve, folgorante apologo sulla solitudine e sull'amore, scritto da uno dei più amati autori della grande letteratura contemporanea, e illustrato con i disegni di un'artista nota in campo internazionale, che ha esposto anche al Madre di Napoli e di cui è in allestimento una personale al Jeu de Paume di Parigi. Piccolo libro, elegante e raffinato, "L'abbraccio" è quasi un dono di David Grossman ai suoi lettori, perché ne facciano a loro volta dono alle persone che amano.
Per i bambini non c'è differenza tra la magia e la realtà, perché entrambe sono nuove, inspiegabili e meravigliose. E trascinano i genitori in grandi scoperte di cui loro non si sentivano più capaci, paure a cui avevano smesso di pensare, sorprese per cui avevano smesso di stupirsi. Le spiegazioni, i giochi, le avventure che ne nascono sono al centro di un legame fortissimo, che Grossman racconta in storie che avvolgono i lettori con semplicità e tenerezza: come quella di Ruti che una mattina non vuole alzarsi per andare all'asilo. Il papà non la sgrida, ma le dice che nel frattempo gli altri giocheranno, si divertiranno, cresceranno e avranno i loro figli, mentre lei, dormendo, rimarrà bambina. Forse allora è meglio correre in cucina a fare colazione. E ad abbracciare mamma e papà che per fortuna da piccoli si sono alzati per andare all'asilo! Una raccolta di cinque racconti illustrati, in cui Grossman regala levità e poesia ai suoi lettori, piccoli o grandi che siano. Età di lettura: da 6 anni.
Cosa può fare uno scrittore per aiutare il proprio paese a ritrovare la pace? David Grossman ha una risposta, semplice e profonda come tutte le grandi verità: scrivere, raccontare, creare storie e personaggi in grado di far entrare i lettori nella pelle di un altro, farli pensare con la testa di un altro, far loro guardare la realtà con gli occhi di un altro. Anche se l'altro è un nemico. "Quando abbiamo conosciuto l'altro dall'interno, da quel momento non possiamo più essere completamente indifferenti a lui. Ci risulterà difficile rinnegarlo del tutto. Fare come se fosse una "non persona". Non potremo più rifuggire dalla sua sofferenza, dalla sua ragione, dalla sua storia. E forse diventeremo anche più indulgenti con i suoi errori." I milioni di lettori di Grossman sanno che è possibile, per un personaggio inventato, diventare - come per miracolo - una persona vera, viva e intimamente familiare: un miracolo che solo la letteratura può compiere, e che incanta gli uomini da sempre. Ma che è anche un dono prezioso per chi vive in un paese in guerra, un dono capace di accendere una speranza e indicare una via di uscita dal tragico labirinto del conflitto tra israeliani e palestinesi. Scrivere diventa, allora, un mezzo per rendere il mondo meno estraneo e nemico, il dolore meno paralizzante e insopportabile, il linguaggio meno povero e fossilizzato dagli stereotipi dell'odio e della paura."
Israele, guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme. I tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. Dopo trentasei anni, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest'ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania. Preda di un oscuro presentimento, Orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell'esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio. Ad accompagnare la donna c'è Avram, ricomparso nella sua vita dopo più di un ventennio. Il loro viaggio diventa occasione di riflessione e di rimpianto, ma anche di gioia e tenera rievocazione. Fino a che arriverà il momento di tornare a fare i conti con il presente che, tutt'intorno, preme inesorabile.