L'idea di Dio sembra essere scomparsa dall'orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l'esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall'immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell'alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell'impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: "Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui". Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall'estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Nel corso della vita tutti abbiamo vissuto quel sentimento euforico e doloroso, carico di paura e di felicità, chiamato amore. Ma dove ha origine e come agisce la sua forza misteriosa che sempre attrae e rapisce? Come possiamo viverlo nel modo più vero? E qual è il messaggio che esso porta con sé? Sono le domande fondamentali a cui Vito Mancuso risponde con la profonda intensità che da sempre caratterizza il suo pensiero, accogliendo tra le pagine la dolcezza e la potenza di una straordinaria avventura umana affrontata nelle sue forme più diverse: dall'amore sensuale dei corpi a quello del puro sentimento, dall'amore per la natura e gli animali a quello della mistica e della spiritualità. In questo libro, puro ma mai puritano, si ragiona così senza paura di controversie a proposito di rapporti prematrimoniali, adulterio, masturbazione, omosessualità, bisessualità: rimanendo sempre fedele al primato della coscienza e della libertà individuale ed esponendo tutti i limiti della morale tradizionale cattolica, l'autore propone una prospettiva etica in grado di orientare dal basso un esercizio giusto e insieme libero della sessualità. Anche se mai come nel nostro tempo infatti il divertimento e lo svago sembrano rappresentare il fine ultimo a cui tendere, in "lo amo" sono indicate le tracce per raggiungere l'amore vero e purificatore, l'unica esperienza capace di dare un senso autentico al nostro essere al mondo.
L'idea di Dio sembra essere scomparsa dall'orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l'esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall'immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell'alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell'impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: "Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui". Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall'estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Il ciclo di incontri «Quale bellezza salverà il mondo?» (tra questi, il dialogo tra due grandi vecchi della cultura europea come Agnes Heller e Zygmunt Bauman, di prossima pubblicazione) ha richiamato grandi nomi e un pubblico appassionato.
Sul tema «Libertà, cultura della legalità e il Dio nascosto» si sono intrecciati i pensieri di un grande teologo-filosofo come Vito Mancuso e di un uomo di legge come Guido Rispoli, procuratore della Repubblica a Bolzano.
Kant sosteneva che il «legno storto» uomo ha dentro di sé un germe del bene attestante un’origine divina. L’esempio dei vigili del fuoco americani che nel momento dell’attentato alle Torri Gemelle si gettano dentro le torri avvolte dalle fiamme e dal fumo mi sembra illuminante in questo senso. Quei vigili del fuoco hanno sacrificato la propria vita per cercare di salvare quella degli altri (Guido Rispoli).
Ed è proprio quella estetica, se ci pensiamo, l’esperienza più generale, più coinvolgente delle altre dimensioni, come rivelatrice della trascendenza, come partecipazione a quella dimensione che noi chiamiamo Dio nascosto: quella dimensione di ulteriorità che è al di là del gene egoista […]. Simone Weil diceva: siamo qui su questa terra unicamente per una cosa, per fare esperienza di bellezza (Vito Mancuso).
La vita è un immenso oceano che ci contiene e ci scuote con il continuo movimento delle sue onde, sempre inafferrabile, impossibile da fissare. Ma da dove viene, e quale logica la muove? Vito Mancuso risale alle origini della nascita e dell'evoluzione di questa vita sulla Terra, proponendo una visione della natura che non procede solo per mutazioni casuali e per egoistiche selezioni competitive, ma è soprattutto il frutto di una continua armoniosa aggregazione il cui senso intrinseco è il bene. Da questa visione "drammaticamente ottimista" in cui la nostra esistenza può sussistere solo in relazione con quella degli altri viventi, Mancuso recupera magistralmente la possibilità di una rinnovata analogia tra uomo e mondo. Ne nasce un'etica della nutrizione e dell'ecologia capace di purificare il nostro corpo, meglio proteggere e custodire il pianeta, offrirci criteri per un consapevole esercizio della libertà. In questa prospettiva il valore di un essere umano non dipende da ciò che ha o che sa, ma da quanto riesce a mettersi al servizio di qualcosa di più grande di sé: dalla sua capacità di aprirsi all'altro, di abbracciare, di amare. È la nuova visione del mondo di cui questa vita ha urgente bisogno per tornare a fiorire.
Nel corso della vita tutti abbiamo vissuto quel sentimento euforico e doloroso, carico di paura e di felicità, chiamato amore. Ma dove ha origine e come agisce la sua forza misteriosa che sempre attrae e rapisce? Come possiamo viverlo nel modo più vero? E qual è il messaggio che esso porta con sé? Sono le domande fondamentali a cui Vito Mancuso risponde con la profonda intensità che da sempre caratterizza il suo pensiero, accogliendo tra le pagine la dolcezza e la potenza di una straordinaria avventura umana affrontata nelle sue forme più diverse: dall'amore sensuale dei corpi a quello del puro sentimento, dall'amore per la natura e gli animali a quello della mistica e della spiritualità. In questo libro, puro ma mai puritano, si ragiona così senza paura di controversie a proposito di rapporti prematrimoniali, adulterio, masturbazione, omosessualità, bisessualità: rimanendo sempre fedele al primato della coscienza e della libertà individuale ed esponendo tutti i limiti della morale tradizionale cattolica, l'autore propone una prospettiva etica in grado di orientare dal basso un esercizio giusto e insieme libero della sessualità. Anche se mai come nel nostro tempo infatti il divertimento e lo svago sembrano rappresentare il fine ultimo a cui tendere, in "lo amo" sono indicate le tracce per raggiungere l'amore vero e purificatore, l'unica esperienza capace di dare un senso autentico al nostro essere al mondo.
In questo libro Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l'amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale? Mancuso ritiene che quando amiamo mettendo la passione al servizio dell'armonia delle relazioni raggiungiamo la pienezza dell'esistenza, perché il nostro amore riproduce una più ampia logica cosmica tesa da sempre all'armonia relazionale. La tesi va a toccare i fondamenti stessi del vivere e viene illustrata attraverso un confronto con le grandi tradizioni religiose, con le filosofie e con la scienza. Ma come si concilia una visione simile con l'universale esperienza del male? Nell'affrontare questo tema da sempre presente nel suo pensiero, Mancuso chiama sulla scena i Mostri, le Signorie cosmiche e le Potenze sataniche di cui parla la Bibbia, in una specie di corpo a corpo metafisico con le radici stesse del negativo. Il risultato è la denuncia dell'infondatezza del dogma del peccato originale mediante cui la Chiesa ancora oggi interpreta il caos come peccato. Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, "Il principio passione" con la sua "formula del mondo" (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell'amore quale suo scopo supremo.
Dopo la morte di Gesù si diffuse in tutto il Medio Oriente una rigogliosa fioritura di narrazioni sulla vita e gli insegnamenti del Messia: la pluralità delle voci rifletteva il mondo composito delle primitive sette cristiane, e i racconti corrispondevano alla dottrina delle correnti gnostiche, o più semplicemente alla curiosità popolare intorno alla figura del Nazareno. Nei secoli successivi la Chiesa mise ordine all'interno di questa congerie di testi, eleggendo a Vangeli di riferimento quelli di Giovanni, Luca, Marco, Matteo. Ritenuti portatori di tradizioni misteriose o esoteriche, e quindi in contrasto con l'ortodossia, i Vangeli cosiddetti apocrifi (cioè "da nascondere") furono messi da parte e sono stati e continuano a essere poco considerati dalla Chiesa e dalla teologia ufficiale. Eppure sono moltissimi i dati e le informazioni in essi contenuti che la tradizione cristiana ha fatto propri nel corso dei secoli: dalla presenza del bue e dell'asino accanto alla culla di Gesù alla storia della Veronica fino a veri articoli di fede come la presentazione al tempio e l'Assunzione in cielo di Maria. In questo libro Vito Mancuso sceglie e presenta i più importanti apocrifi che tratteggiano la vita di Gesù: l'infanzia (evocata in pagine di grande poesia), l'affettuosa vicinanza ai genitori anche nella malattia e nella morte, la vita pubblica, la passione e la risurrezione...
Nella primavera del 2013 Nives Meroi, alpinista celebre per avere scalato ben undici delle quattordici vette nel mondo sopra gli ottomila, si accinge a una spedizione dal sapore tutto diverso. Per questo viaggio non occorre preparare bidoni di materiali alpinistici e di viveri, o percorrere le tappe forzate di avvicinamento a qualche colosso himalayano. Bastano un biglietto per l'Egitto, una sacca e un bloc notes. Nello stesso momento, a Bologna, chiuso nelle sue stanze, il teologo Vito Mancuso si prepara per lo stesso viaggio. I suoi bagagli sono i libri dell'esodo, del levitico e dei numeri, i testi di archeologia. L'alpinista Nives, sulle rocce del Gebel, vedrà sorgere il sole sulla montagna e ci racconterà il fascino di quei 2285 metri; il filosofo, invece, scoprirà come gli eventi legati al monte Sinai raccontano la storia che ogni giorno ci conduce dentro di noi, a comporre un irresistibile Sinai "interiore".
In questo grande libro Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l'amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale? Mancuso ritiene che quando amiamo mettendo la passione al servizio dell'armonia delle relazioni raggiungiamo la pienezza dell'esistenza, perché il nostro amore riproduce una più ampia logica cosmica tesa da sempre all'armonia relazionale. La tesi va a toccare i fondamenti stessi del vivere e viene illustrata attraverso un confronto con le grandi tradizioni religiose, con le filosofie e con la scienza. Ma come si concilia una visione simile con l'universale esperienza del male? Nell'affrontare questo tema da sempre presente nel suo pensiero, Mancuso chiama sulla scena i Mostri, le Signorie cosmiche e le Potenze sataniche di cui parla la Bibbia, in una specie di corpo a corpo metafisico con le radici stesse del negativo. Il risultato è la denuncia dell'infondatezza del dogma del peccato originale mediante cui la Chiesa ancora oggi interpreta il caos come peccato. Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, "Il principio passione" con la sua "formula del mondo" (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell'amore quale suo scopo supremo.