In "Storie della preistoria", Moravia narra le avventure e disavventure di una grande folla di animali umanizzati. O meglio: di uomini che si nascondono dietro una maschera animalesca. Ma le sue storie, libere da schematismi e da certezze usurate dal tempo, si propongono piane, efficaci, più spesso esilaranti, per una lettura accattivante e per un'interpretazione autonoma e personalissima.
"Quando 'Entrò Carla' nel romanzo italiano, quando il giovane Moravia, a sedici anni poco più, in una clinica di Bressanone, prese a scrivere quella tragedia in forma di romanzo che sarebbe diventata "Gli indifferenti", sapeva pochissimo di ciò che avrebbe scritto e sapeva ancora meno quanto avrebbe significato quel suo libro". (Dall'Introduzione - Enzo Siciliano). In questo cofanetto sono raccolte le opere di Moravia che vanno dal 1927 al 1940, ed in particolare: Gli indifferenti, La bella vita, Le ambizioni sbagliate, L'imbroglio, I sogni del pigro, Racconti dispersi.
Protagonista è uno scrittore di sceneggiature i cui rapporti con la moglie si illuminano e si complicano a contatto con il mondo della produzione cinematografica, della carriera e del successo. Questo libro muove da un dato positivo, un caso di fedeltà matrimoniale, per chiarirne tutta la natura di illusione, di reale sconfitta e profonda, moderna contraddizione. "...E' nel 'disprezzo' che la problematica centrale di Moravia trova la sua summa più precisa e complessa, quasi una unitaria enciclopedia della sua varia tematica." (Edoardo Sanguinetti)
"L'amore coniugale" è la storia di un uomo che cerca al tempo stesso di essere buon marito e buon scrittore, finendo col fallire entrambi gli obbiettivi: il fallimento erotico-sentimentale da un lato e il fallimento letterario dall'altro. Il contrasto tra vita affettiva e vita culturale è affrontato in tutta la sua crudezza, con la tipica capacità di Moravia di raccontare, senza reticenze, e di fare emergere un discorso civile e morale.
"Un nuovo romanzo da mettere in biblioteca soprattutto perché in una biblioteca che si rispetti un classico del Novecento come Moravia deve essere presente con le opere complete." (Geno Pampaloni) "Il viaggio a Roma è un romanzo di iniziazione, di iniziazione alla maturità; o di liberazione dalla nevrotica turbolenza dell'adolescenza." (Enzo Siciliano) "Un romanzo audace dove la strada dell'incesto è sbarrata soprattutto dalla tomba della madre; un romanzo continuamente in bilico tra la soglia oscura della memoria e i lampi contraddittori del presente." (Giulio Nascimbeni)