Un uomo e una donna sono al centro di questo libro. Si potrebbe dire che si tratta di una storia comune, ma in realtà il racconto della relazione amorosa che intercorre tra i due ha qualcosa di straordinario: lui è un sacerdote, ottuagenario, esiliato in Brasile, tra i poveri, dalla Chiesa; lei una giovane donna che sembra caparbiamente impegnata nella costruzione di una comunità di pace. Tra i due scorre una fitta trama di parole, lettere, incontri che sembra trascendere il desiderio e la passione e, giorno dopo giorno, si colloca sul piano della scoperta. "Racconto questa esperienza della relazione - scrive Arturo Paoli - perché, mi pare, illumini un tema al centro della vita ecclesiale". Questo racconto/confessione non cerca lo scandalo, nemmeno quando muove da affermazioni forti come questa: "Ti desideravo e avevo paura di te". Proprio con questa esperienza della relazione, "l'impossibile è avvenuto". Una messa in gioco radicale del ruolo della donna nella Chiesa e nella ricerca della verità che avvicina l'essere umano a Dio.
Una guida alla ricerca di una spiritualità delle beatitudiniche può essere raggiunta attraverso relazioni responsabili. Il discorso della montagna rappresenta l'identità dell'uomo, in una forma insuperabile: l'essere umano è povero per sua stessa natura, e deve vivere tale condizione usando le cose senza farne idoli che lo mantengano in schiavitù; deve dirigere la sua vita all'affermazione della giustizia sulla cui base costruire una società pacifica. L'identità è una qualità da raggiungere, la si può conquistare solo attraverso un processo creativo.
Le sue intuizioni sulla leggerezza del vivere, espresse in una conferenza, il suo cammino di vita, raccontato in un lungo dialogo con Massimo Orlandi: ecco come Arturo Paoli ci invita a cogliere il frutto piu prezioso. La gioia di stare al mondo.
Nella seconda metà del Novecento, Arturo Paoli è un protagonista della vita ecclesiale italiana. Vice assistente nazionale dell’Azione cattolica, lotta per una Chiesa più autentica e spirituale. In breve, è uno degli antesignani del Vaticano II. Tra il 1960 e il 1988, divenuto sacerdote dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld e trasferitosi in America Latina, intrattiene una corrispondenza con Adele Toscano di Viareggio, sua confidente ed amica, da tempo gravemente ammalata.
Dopo i primi anni le lettere si fanno sempre più confidenziali; l’amicizia si rafforza e diventa un momento molto importante nella vita di fratel Arturo. È per questo che le lettere ne rivelano il volto più vero e consentono di cogliere le sue riflessioni religiose, i suoi giudizi sulla Chiesa e sul mondo.
Arturo Paoli nasce a Lucca il 30 novembre 1912. Entra in seminario nel 1937 e viene ordinato sacerdote nel giugno del 1940. Tra il 1943 e il 1944 partecipa alla Resistenza. Nel 1949 viene chiamato a Roma come vice assistente nazionale della Gioventù di Azione cattolica. Un mese prima dell’esplodere della «crisi Rossi», Arturo Paoli riceve l’ordine di lasciare Roma. Dopo alterne vicende matura così, alla fine del 1959, la decisione di approdare definitivamente in America Latina. Divenuto Piccolo Fratello, Arturo Paoli si impegna in prima persona a favore dei poveri e dei diseredati, sia attraverso il suo lavoro nelle diverse Fraternità sudamericane dei Piccoli Fratelli, sia con le sue numerose pubblicazioni. Nel 1987 decide di trasferirsi a Foz do Iguaçú, nel sud del Brasile, dove risiede tuttora. Il 29 novembre 1999 nell’ambasciata di Israele a Brasilia ad Arturo Paoli è stato conferito il titolo di «Giusto tra le nazioni», che il governo israeliano assegna a persone che si siano particolarmente distinte nella salvezza degli ebrei durante la Shoah. Paoli ha pubblicato una dozzina di libri tra i quali ricordiamo; Camminando s’apre cammino, Cittadella; Della mistica discorde, La Meridiana; La gioia di essere liberi, EMP; Quel che muore, quel che nasce, Sperling Paperback.
Profonde riflessioni che invitano ad un cammino di speranza e di liberazione con Cristo alla luce del Vangelo, dalla parte dei poveri, dei diseredati e dei deboli in genere. Uno straordinario libro di spiritualita che affronta, con la forma letteraria del dialogo dell'autore con Gaudy (una donna latinoamericana), tutti i temi di un cammino per una liberazione spirituale che conduca alla costruzione di rapporti umani nuovi. Un messaggio di speranza e di liberazione attraverso un percorso che tocca fede, speranza, amore e misericordia, Dio, Cristo, Chiesa e missione, pace e giustizia.
"La strada su cui Arturo cammina da 93 anni è fiancheggiata dai ruderi di molte ideologie, speranze, illusioni, civiltà, filosofie, piccoli Mozart (per dirla con Saint-Exupèry) assassinati dalla miseria. Sulla stessa strada ha camminato la Chiesa, la 'sua' Chiesa: quella che egli enormemente ama ma della quale conosce il dramma di essere semper casta et meretrix, come la definivano gli antichi Padri: congregata intorno al Crocifisso risorto e però popolata da uomini quasi sempre, quasi tutti, infedeli per viltà e per egoismo.[...] Per questo il vecchio indomito torna e ritorna fra noi, lasciando le sue nuove patrie. Viene come un messaggero" (dalla Prefazione di Ettore Masina).
Chi e Gesu per noi? Chi siamo noi per Gesu? Eucaristia: impegno a trasformare il mondo: ecco gli argomenti sui quali l'autore invita a riflettere, tracciando le linee fondamentali di una spiritualita della liberazione.
Il presente volume propone di cercare il silenzio nel quotidiano, nella citta rumorosa, nelle nostre case.