"Il dio delle piccole cose" narra la vicenda di una donna che lascia il marito violento e torna a casa con i suoi due bambini, i gemelli Estha e Rahel, maschio e femmina. Ma nell'India meridionale dei tardi anni Sessanta, una donna divorziata come Ammu si ritrova priva di una posizione sociale riconosciuta; a maggior ragione se commette l'errore imperdonabile di innamorarsi di un paria. Non è dunque una vita facile quella toccata ai due gemelli, legati nel profondo da "un'unica anima siamese". Attraverso lo sguardo di Estha e Rahel, prende forma la storia di un grande amore, in cui si riflette il tema universale dei sentimenti in conflitto con le convenzioni.
C'è tutto il mondo di Arundhati Roy in queste pagine: ci sono i temi della sua militanza in difesa dei diritti civili, la polemica contro la politica militare di Bush, le riflessioni sul terrorismo, la guerra atomica e i rapporti tra Oriente e Occidente. Ma non solo. Perché in questa lunga e intensa intervista, la narratrice indiana si svela e parla anche di sé, della sua vicenda umana e famigliare segnata dall'assenza della figura paterna, e poi dei suoi studi, dei viaggi, del successo mondiale dei suoi libri. Un breve e fulmineo ritratto, il profilo unico di una protagonista della letteratura contemporanea.
Il volume è una raccolta di saggi sui grandi temi sui quali Arundhati Roy è impegnata in prima persona: dalla battaglia per la democrazia in India, con una analisi della classe politica indiana che ha corroso il midollo della democrazia parlamentare laica per il proprio tornaconto elettorale; agli spaventosi "giochi nucleari" in cui sono coinvolti India e Pakistan; al come contrastare l'Impero, che non è soltanto il governo statunitense e i suoi satelliti europei, la Banca mondiale o il fondo monetario internazionale, ma è qualcosa di più. In molti paesi l'Impero ha generato sottoprodotti pericolosi: nazionalismo, fanatismo religioso, fascismo e terrorismo.