Nel Saggio introduttivo vengono presentati la struttura logica, i fondamenti metodologici, filosofici e teologici dell’opera e in più punti viene fatto vedere in che cosa consista la rivoluzione agostiniana rispetto al pensiero filosofico antico-pagano, e per quali ragioni, come ha sostenuto M. Zambrano (allieva di Ortega y Gasset), Agostino sia da considerare davvero per molti aspetti il padre spirituale dell’Europa.
Dio si è fatto uomo; che cosa dovrà diventare l’uomo, se per lui Dio si è fatto uomo?
Discorso X 1
Il Commento al Vangelo di Giovanni è una delle opere più ispirate e più valide di Agostino.
È costituita da centoventiquattro Discorsi, nati nel corso di vari anni (non meno di tre lustri).
I primi cinquantaquattro sono prediche fatte ai fedeli e messe per iscritto dai tachigrafi; gli altri settanta sono stati dettati e letti da altri.
Il primo gruppo di sedici Discorsi risale probabilmente al 406-407; il secondo gruppo (dal sedicesimo al cinquantaquattresimo Discorso) risale al 414. Gli ultimi Discorsi sono stati iniziati negli ultimi mesi del 419 e sono stati terminati pochi anni dopo. Malgrado la loro origine in tempi diversi, i vari Discorsi hanno una straordinaria unità e compattezza di sentimento e di pensiero. Agostino fa comprendere in che senso e in che misura Cristo sia vero uomo e vero Dio, con una straordinaria forza di fede e di ragione. Reale, dopo avere a lungo studiato e meditato tale opera, la presenta in una forma nuova, che cerca di ricostruire e riprodurre, con una serie di scansioni e di a capo, il ritmo del parlato, i possibili silenzi, le riprese. L’ariosità che in questo modo viene data ai vari Discorsi, li rende assai più leggibili, fruibili e godibili, rispetto alla loro solita presentazione in blocchi compatti. Proprio mediante le scansioni degli a capo, si comprendono le varie ripetizioni, si gustano i parallelismi e le opposizioni, e si entra nello spirito del Discorso agostiniano.
Reale ritiene inoltre che questa opera costituisca un vertice di quello stile particolare di Agostino che corrisponde a quello della «tarsia», che introduce in modo ben studiato tutta una serie di citazione dei testi sacri. Si pensi, per esempio, che versetti del primo capitolo del Vangelo di Giovanni vengono citati parecchie centinaia di volte, e che della Bibbia vengono citati versetti tratti da quasi tutti i testi che compongono sia l’Antico sia il Nuovo Testamento. Seguendo la logica della composizione a «tarsia», Reale ha riportato in nota quei passi biblici ai quali Agostino fa richiamo, senza citarli direttamente, ma facendo riferimento a essi per allusione o per parafrasi.
Scritto in forma di dialogo intorno al 387 d.C. a Cassiciaco, il De ordine segna l'inizio della riflessione dell'Ipponate sul problema del male. Il classico dilemma - può Dio essere insieme buono e onnipotente, nonostante il male? Quale il posto del male nel mondo? - viene prontamente messo da parte e si sottolinea l'incapacità dell'uomo ad afferrare l'ordine divino nella sua totalità. Solo distaccandosi dalla conoscenza delle cose materiali è possibile comprendere la vera bellezza dell'universo. La raccolta è preceduta da un'ampia introduzione.
Le "Confessioni" di Sant'Agostino costituiscono senza dubbio uno dei grandi classici della letteratura occidentale. Dalla tarda antichità al Medioevo, dal Rinascimento e fino ai giorni nostri, non hanno cessato di essere lette e meditate. Si tratta invero di un libro straordinario e - possiamo dire - unico nel suo genere: con una sincerità e un'immediatezza che raramente si riscontra negli autori antichi, Agostino vi traccia il ritratto di se stesso e della propria vita. Dall'infanzia ai turbolenti anni della giovinezza, per poi procedere verso l'età matura, i ripensamenti, gli sbandamenti, le esitazioni, infine la definitiva conversione al cristianesimo e la scelta della vita religiosa.
La prima biografia conosciuta dell'Ipponate e, dagli scritti di Agostino raccolti per la prima volta dai Maurini, la sua autobiografia.
Per sant'Agostino la Quaresima è il simbolo della vita dell'uomo. Tutta la nostra esistenza è una prova, una Quaresima, affinché, purificati, possiamo vivere una Pasqua eterna. I quaranta giorni che precedono la Resurrezione sono perciò occasione di meditazione e preghiera, di rinnovamento, di digiuno inteso come strumento di purificazione interiore, di silenzio e dialogo con Dio. In questo cammino l'uomo non è solo. Nei ventiquattro Sermoni qui raccolti il costante richiamo alla Chiesa, spinge Agostino a ricordare ai suoi diocesani che la penitenza quaresimale ha carattere comunitario; se la comunità ecclesiale è simile ad un corpo, le sue membra unite e collegate nel bene e nel male devono incoraggiarsi ed essere di esempio gli uni per gli altri. La raccolta è preceduta da un'ampia e illuminante introduzione.
"Che cosa si ama quando si ama, se non si ama l'amore?" (Enarr. in ps. 118, 8, 3) è solo una delle tante frasi attraverso le quali Agostino ha espresso l'universo misterioso e affascinante dell'amore, che ha scandagliato in tutte le sue molteplici sfaccettature: psicologico, morale, filosofico, teologico, mistico. La Curatrice ha raccolto molte di queste frasi e pensieri, senza nulla togliere o aggiungere, senza nessun commento, per lasciar parlare Agostino. Pensieri, ragionamenti, prescrizioni, consigli, scorci di vita vissuta. Anche estrapolate dal loro contesto, ognuna di esse è un piccolo universo compiuto, con l'amore per protagonista. Frasi di straordinaria densità che Patrizia Reale propone all'uomo di oggi come spunti di riflessione e meditazione.
Agostino è spesso considerato un autore inavvicinabile, da maestro di teologia, esegesi biblica, filosofia, storia qual è, ma molti non sanno quale maestro di vita spirituale e di mistica egli anche sia.
Le Confessioni, dalle quali sono tratte queste preghiere, rivelano compiutamente la sua vicenda interiore e diventano un dono per noi tutti: salire a Dio attraverso la profondità del cuore. Mettiamoci dunque in ascolto di Agostino e facciamo nostra la sua preghiera.
Nella nostra cultura quando si parla di virtù si pensa a una serie di azioni circoscritte e legate a un particolare atteggiamento; in realtà le virtù sono l'ambiente vitale in cui la persona cresce. Le virtù si richiamano, si collegano, ciascuna di esse si nutre dell'altra e opera mediante l'altra. In questa ottica è molto interessante e preziosa questa antologia che ripercorre - e non potrebbe essere diversamente - l'esperienza umana e spirituale del grande vescovo di Ippona, contrassegnata da una ricerca instancabile e sempre più intensa dell'Essenziale. Per questo Agostino è sempre attuale e la sua riflessione offre elementi di grande profondità e intensità.
Un libro che aiuta il lettore a scoprire i ricchi significati filosofici, teologici e spirituali della riflessione di Sant'Agostino sul Tempo.
Scritti tra il 386 e il 395, i "Dialoghi" sono il frutto principale dell'otium filosofico a cui Agostino si era dedicato subito dopo la conversione. Meno conosciuti dei grandi capolavori della maturità, essi in realtà basterebbero da soli ad assicurargli un posto di rilievo nella storia del pensiero occidentale. Agostino, che vi figura quasi sempre come protagonista, indaga e discute temi quali la conoscibilità della verità, l'essenza della vita felice, l'origine del male, la natura dell'anima e la funzione del linguaggio. Convinto che il dialogo fatto di domande e risposte sia il modo migliore di cercare la verità, egli guida interlocutori e lettori a scoprirla dentro di sé, dove essa risiede.