In questo libro di racconti Luis Sepúlveda segue il filo della propria biografia e torna ai temi che gli sono cari: l’avventura e la politica, il viaggio e l’utopia, l’amore e l’impegno. Sono storie che nella varietà dei toni e delle atmosfere ci restituiscono tutto il suo mondo letterario. Un ragazzo e una ragazza condividono le lotte del movimento studentesco e si ritrovano dopo gli anni della dittatura cilena e l’espatrio; un mercante levantino scopre la magia della Patagonia; un angelo vendicatore si batte, al di fuori di tutte le regole, per i poveri della terra; e fra i tanti personaggi, un sorprendente ritorno: il Vecchio che leggeva romanzi d’amore si rimette in marcia insieme all’amico dentista per il villaggio di El Idilio, abbandonato dai suoi abitanti in fuga dall’ennesima guerra per il petrolio.
A correre fra queste pagine è la convinzione che certi sentimenti aiutano ad affrontare le asprezze dell’esistenza: sono quelli eterni che stanno alla base dell’amicizia, della comprensione, del rispetto per la dignità degli individui, per la natura, per le diversità.
Il 16 ottobre 1998, su mandato del giudice spagnolo Garzón, il dittatore cileno Pinochet viene arrestato a Londra con l'accusa di genocidio, terrorismo e tortura. Negli articoli raccolti in questo volume, scritti tra il 1998 e il 2003, Luis Sepúlveda ci racconta le fasi successive della vicenda e le sue reazioni, e insieme ripercorre con lucidità la storia cilena dal golpe dell'11 settembre 1973 sino all'attuale "democrazia vigilata". Affidandosi alla scrittura, come unico strumento per mantenere viva la memoria storica e civile, Sepúlveda vuole rendere giustizia al suo Paese e lo fa non solo attraverso la cronaca di quegli anni, ma anche attraverso il resoconto di vicende personali: le battaglie e l'esilio, i sogni e le disillusioni, gli amici perduti e quelli ritrovati, gli incontri e i ricordi.
Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è qui che si collocano le storie raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l'aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista Analisis, prima barricata della lotta contro Pinochet. Un cantante che ha partecipato alla Primavera di Praga. Un cameraman olandese ucciso dall'esercito del Salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell'oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell'anno, ricoprono il deserto di Atacama. Il libro è ripresentato con una nuova veste grafica.
Due fratelli cantastorie, due menestrelli irriverenti e iconoclasti, la loro vita e i loro vagabondaggi, di cui si è persa la memoria e di cui rimangono solo confusi e casuali frammenti, riscoperti in questo libro ironico e divertente scritto da due protagonisti della letteratura sudamericana. Sotto le mentite spoglie di due filologi paludati che si scambiano lettere e informazioni, integrando la reciproca conoscenza dei misteriosi fratelli, Sepúlveda e Aparaín ricostruiscono le origini e le disavventure sudamericane di una coppia di giullari, costruendo a quattro mani una parodia del genere epistolare e non risparmiando con la loro bonaria vena irriverente gli ambienti letterari e la cronaca di oggi.
Berlino, seconda guerra mondiale: una collezione di antiche e preziosissime monete d'oro scompare dai forzieri della Gestapo. Cinquant'anni dopo, in una Berlino ormai liberata dal Muro, un ex guerrigliero cileno dal passato complicato, e che porta il nome di un famoso torero, Belmonte, viene incaricato da una compagnia di assicurazioni di ritrovare il tesoro della Collezione della Mezzaluna Errante. Ma c'è anche qualcun altro interessato a quelle monete: in quella stessa Berlino un ufficiale dei servizi segreti della Germania Est riceve lo stesso incarico. Comincia così per l'ignaro Belmonte un duro inseguimento che dall'Europa lo porterà fino alla Terra del Fuoco.
L'avventura e la politica, l'amore e la guerra, il viaggio e l'utopia. Tutto Sepulveda con le sue passioni e i suoi temi più cari, rappresentati in questo libro che raccoglie 24 racconti dello scrittore cileno. L'appuntamento d'amore tra un sandinista che combatte in Nicaragua contro la dittatura e la moglie di un prigioniero in mano ai rivoltosi; la notte di terrore di un ricercato politico in attesa dell'arrivo di uno "squadrone della morte"; l'impresa di dodici confinati sperduti nel mezzo del deserto cileno; l'incontro mancato tra un esule e la donna amata... E ancora: dittatori senza scrupoli, fieri malavitosi dei porti, vecchi anarchici con un'antica ferita d'amore, coppie senza più speranza, prostitute commoventi e grottesche.
Il disastro ecologico provocato da una petroliera sulle coste galiziane; la guerra in Iraq e il terrorismo; Bush e i suoi alleati, da Blair a Berlusconi; il confronto Est-Ovest; e, ancora bruciante, la memoria del golpe cileno e il processo intentato a Pinochet. Ma anche racconti, apologhi, storie trovate per strada, ritratti di amici, come Francisco Coloane e Manuel Vázquez Montalbán. Sepúlveda si fa testimone di uno dei periodi più tumultuosi e drammatici della storia recente: il suo è il diario in pubblico di una passione politica, civile e umana inalterata. Un diario in cui affiora di continuo il narratore, con racconti densi e fulminei che si alternano alla cronaca risentita e partecipe del presente.
Condannato all'esilio, Luis Sepúlveda abbandona giovanissimo il Cile per intraprendere un lungo viaggio attraverso gli immensi spazi dell'America Latina, a bordo di ogni tipo di veicolo o mezzo di trasporto. Dal Rio de la Plata agli altipiani della Bolivia, dalle ventose pianure del Chaco al caldo soffocante della foresta equatoriale, per varcare, infine, l'Atlantico e approdare alle colline dell'Andalusia. Un viaggio fitto di avventure e incontri, il racconto di una formazione con lo zaino in spalla.
Sepúlveda racconta il lato più avventuroso e intimo della sua vita: gli amici, gli incontri con i grandi scrittori come Francisco Coloane e Osvaldo Soriano, i momenti condivisi con i compagni, Hernan Rivera Letelier, Mario Delgado Aparain, Mempo Giardinelli e Mario Benedetti. Rivive i festival letterari, le occasioni di incontro pubbliche e private, sullo sfondo dei luoghi dove il suo "gruppo" è solito ritrovarsi: da Parigi a Santiago del Cile, da Gijon a Guadalajara, da Roma alle tante province italiane. E lo fa conversando con Bruno Arpaia, egli stesso scrittore e conoscitore della letteratura sudamericana.
Alle cinque del pomeriggio ora britannica in cui gli agenti di Scotland Yard hanno arrestato il generale Pinochet si è posto fine a una sensazione di impunità e il governo cileno ha avuto l'opportunità di chiudere una situazione vergognosa. Così comincia la storia del "paziente inglese", delle sue menzogne, della sua vigliaccheria, dei suoi sanguinosi crimini, di quelle forze armate cilene che lo hanno sostenuto. Sepúlveda racconta ciò che ha provato, visto, vissuto da quell'11 settembre 1973 fino a oggi. Racconta delle battaglie, degli amici perduti, della sofferenza dell'esilio.