La figura del giovane Frassati nella Torino d’inizio Novecento, tra due forme di vita imprenditoriale: l’una di stampo antico, attenta ai valori della patria e dell’onestà, l’altra protesa verso forme sempre più esasperate di capitalismo. In questo scenario Pier Giorgio, il giovane erede del senatore Alfredo Frassati fondatore de La Stampa, fa la sua opzione per la dottrina sociale cattolica. Di qui l’adesione alla San Vincenzo, l’amicizia con i poveri, l’impegno nel Partito popolare, una spiritualità dell’agire operoso e solerte. Altro elemento di novità di questa biografia è l’attenzione portata alla figura del padre di Giorgio, personalità di altissima levatura che, alla morte del figlio, scopre un mondo e una dimensione per lui assolutamente nuovi. Segue anno dopo anno un approfondimento spirituale di cui ha lasciato traccia discreta in alcune lettere dirette a Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.
Cristina Siccardi, nata a Torino il 2 maggio 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con La Stampa e La Gazzetta del Piemonte; scrive per il settimanale Il nostro tempo e per diversi periodici culturali. È membro di alcune accademie italiane, fra cui «Paestum», «Costantiniana» e «Ferdinandea». Ha pubblicato: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (1992), Maria Teresa alla conquista di Cascia (1993), Torino: la città, l’arte e la storia (1994), Piemonte: l’arte, la natura, la storia (1994), Elena. La regina mai dimenticata (1996), Martire a vent’anni. Teresa Bracco (1998), Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20002), Madre Amedea Vercellone. Fra misticismo e azione nella Torino del Seicento (San Paolo, 2001).
È la prima biografia, corredata da una prefazione di Re Simeone II, della vita di Giovanna di Savoia, moglie di Boris III e zarina di Bulgaria ed è il risultato di pazienti ricerche realizzate su documenti inediti e che ricostruiscono, insieme con la vita di Giovanna di Savoia, una pagina di storia del novecento, per molti versi ancora tutta da decifrare e da interpretare. Dopo l'assassinio del marito, la sua vita e quella dei suoi figli, Simeone II e Maria Luisa, si è svolta in esilio; solo dopo cinquant'anni Giovanna ritornerà e sarà accolta da un popolo che mai l'aveva dimenticata e che il 17 giugno 2001 darà proprio al figlio, il re Simeone II, l'incarico di Primo Ministro della repubblica bulgara.
Caterina Vercellone nacque a Biella il 12 novembre 1610 da una ricca e aristocratica famiglia. Timida e riservata, ma d'intelligenza pronta e vivace, sin da bambina si mostrò attratta dalla vita contemplativa e a diciassette anni decise di entrare nell'ordine delle discepole di santa Chiara. Il noviziato fu tutt'altro che facile per la giovane la quale, cresciuta nell'agiatezza, mal si adattava alla vita povera e austera imposta dalla regola. Ma in questo stato di smarrimento e dubbio il Signore le venne in soccorso, concedendole la grazia di intense esperienze mistiche. Nel 1641, a soli trent'anni, suor Maria del beato Amedeo divenne madre badessa. Nel 1659 madre Amedea fu chiamata a dirigere un nuovo monastero di cappuccine a Mondovì; qui si spense a cinquantanove anni, il 12 aprile 1670, dopo una lunga infermità che le costò sofferenze indicibili, accettate con serena rassegnazione per amore di Gesù. Il suo corpo, incorrotto, è conservato nel monastero delle clarisse cappuccine di Borgo Po a Torino. Con la scorta della biografia di padre Gallizia e delle memorie della stessa madre Amedea, recentemente ritrovate, Cristina Siccardi ricostruisce qui la vicenda di questa singolare figura, sapientemente ambientandola nel quadro storico in cui si è svolta. Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con "La Stampa" e "La Gazzetta del Piemonte".
Dopo un'accurata indagine storica, C. Siccardi propone la biografia di Mafalda di Savoia per farne conoscere più a fondo la vicenda: secondogenita di Vittorio Emanuele III ed Elena, morì nel campo di concentramento di Buchenwald nel 1944. In questo volume emergono non solo i momenti tragici, ma anche la personalità di una donna colta e intelligente, briosa e mite insieme; leggendo queste pagine si respira l'atmosfera socio-politica e culturale della prima metà del Novecento.
Morta nel 1952 e fuori dall'Italia dal 1946, Elena di Savoia non pare destinata a scomparire dalla memoria con l'estinguersi delle generazioni che l'hanno conosciuta. In tutti questi decenni repubblicani si è continuato a parlare di lei. Di origine montenegrina, Elena Petrovich è figlia dei sovrani Nicola I e Milena Vukotich. Radicata nella semplicità, quando la principessa Elena sposa Vittorio Emanuele III, il 24 ottobre 1896, viene chiamata la "paysanne". Questo appellativo finirà per meglio tratteggiare la sua personalità: genuina, intelligente, ferma, generosa. Disdegnando gala e sperperi regali, la Regina ha condiviso le sorti del popolo italiano nei primi cinquant'anni del secolo scorso. Pur non ingerendosi mai in questioni politiche, quando lo ha fatto, a titolo personale, è stato solo per la pace: nel 1939 si rivolge, infatti, con un accorato appello alle regnanti d'Europa per tentare di fermare il nascere della seconda guerra mondiale. Coraggiosa e sovente spiritosa, pone la famiglia al centro di tutto ed è attenta alle vicissitudini delle persone: ha speso energie, viaggi, incomprensioni per essere vicina ai più bisognosi, sia nell'ordinario sia nei momenti più tragici della nostra storia.È una narrazione biografica, questa, che mette a nudo la freschezza di una donna ricca di umanità e dall'alto profilo cristiano.
Cristina Montella, cioè suor Rita dello Spirito Santo, di fatto è stata una mistica contemporanea sullo stesso piano di San Pio da Pietralcina col quale ebbe una calda amicizia spirituale. Questo libro ne ripercorre la vita, ricca di persecuzioni, dileggiamenti e vessazioni che terminarono con l'imposizione del silenzio. Solo le testimonianze reali di chi l'ha conosciuta, compresa e amata permettono oggi ai ricercatori di ricostruire fedelmente la portata carismatica di questa figura.