Le "cose ultime" sono quelle che avvengono al termine dell'esistenza umana e le conferiscono il sigillo della definitività. Nel lessico cristiano esse hanno i nomi di morte, purificazione, resurrezione, giudizio, eternità: parole fuori corso nella nostra cultura, muta sulle questioni 'ultime'. A queste parole il saggio di Guardini restituisce nitore singolare, evitando tecnicismi teologici o ingenui riferimenti materiali all'aldilà: nessuna descrizione di mondi atroci o beati, nessun uso terroristico delle realtà ultime. Piuttosto, risalta anche qui la capacità, esemplare in Guardini, di illuminare l'intelligenza e il cuore. Infatti, la sua riflessione riesce a connettere le "cose ultime" con l'esperienza storica e psicologica dell'uomo: il "non-ancora" ha un rapporto intrinseco con il "già". In ciò si riflette la visione cristiana del mondo, che intende la salvezza come il compimento di quanto nelle vicende umane germinalmente si realizza di buono, di vero, e di bello. Così, la lettura di queste pagine non suscita il senso di intimorita estraneazione normalmente evocato da tali tematiche. La sintesi di Guardini ha come cardine l'evento della resurrezione, contenuto originale della fede cristiana sulle "cose ultime": grazie ad essa, che già conosciamo in Gesù Cristo, l'uomo entra nell'eternità di Dio: "Mai come nel messaggio cristiano si attribuisce tanta grandezza all'uomo, nessun'altra dottrina prende tanto seriamente l'uomo, e mai come per mezzo di Cristo le cose create.
Se osservassimo il cielo stellato con l'ausilio di un telescopio e con la guida di un esperto astronomo ci invaderebbe un sentimentodi stupore. Affondare lo sguardo della mente in tutta la dimensione spazio-temporale dell'universo accompagnati da Pierre Teilhard de Chardin dona una sensazione altrettanto straordinaria. È un viaggio entusiasmante alla ricerca delle nostre più lontane origini, per individuare le tenui tracce che portano all'Uomo. E, soprattutto, per capire se l'intero moto evolutivo abbia una direzione privilegiata e miri a un ulteriore, fecondo sviluppo. Teilhard de Chardin prende in considerazione la totalità del fenomeno: non solo l'Uomo come espressione ultima della materia altamente organizzata, ma anche l'Uomo che mira a prolungare l'evoluzione nel «più essere» e nello spirituale. È una affascinante concezione unitaria dell'avventura umana inserita nell'avventura dell'universo: una visione altamente incoraggiante.
Ratzinger Joseph La figlia di Sion
Questo piccolo ma valido libro è il risultato di tre conferenze tenute dall’autore poco prima della sua nomina a cardinale di Monaco. Dopo la lunga crisi della devozione a Maria nella Chiesa, l’intento dell’autore è quello di mostrare che essa può avere fondamento e spazio nella teologia e nella vita spirituale dei cristiani.
Due linee direttive guidano l’opera di Ratzinger. In una prima riflessione egli porta il lettore a scoprire una teologia della donna nel Vecchio Testamento. E’ proprio attraverso le grandi figure di donne - Eva, Sara, Rachele, Anna, Ester e Giuditta - che prende concretezza la promessa del Messia. Ovviamente il Vecchio Testamento trova il compimento nel Nuovo, ma questo non vuol dire la dissoluzione della Scrittura, e se Cristo è il nuovo Adamo, Maria è la nuova Eva. La mariologia, conclude Ratzinger, ha un proprio spazio nella teologia e non deve essere considerata una imitazione, quasi un sottoprodotto della cristologia.
In una seconda riflessione l’autore esamina i principali dogmi mariani. In essi è visibile l’unità del vecchio e del nuovo popolo di Dio e, più profondamente, ancora, il mistero di creazione e alleanza. Questo permette ancora un altro passaggio: in Maria, conclude Ratzinger, il Creatore si rivela paradigmaticamente come il Dio che nella forza della sua grazia può suscitare la libera responsabilità dell’amore della sua creatura.
Rabbi Nachman, vissuto in Polonia tra il '700 e l'800, fu uno degli ultimi grandi rappresentanti della cultura chassidica, una corrente della mistica ebraica di tradizione antichissima. Un secolo più tardi, Martin Buber (1878-1965), uno dei maggiori studiosi di questa tradizione, ne ha raccolto le pagine più belle: leggende mistiche, fiabe simboliche, intrecci fantasiosi. Non limitandosi a tradurle, bensì riscrivendole e rielaborandole, mantenendone però intatto lo spirito originario.
Con semplicita, calore e gioia Nouwen usa le sue esperienze personali per riflettere sui problemi spirituali che riguardano tutti ed in particolare come vivere e morire bene.
Uno studio su Aristotele da parte del grande teologo roveretano.