«Il Natale ha delle conseguenze, perché quando accade che un Dio si fa uomo, nulla può rimanere come prima». Le pagine di don Gennaro Matino non sono semplicemente delle meditazioni per le feste che preparano la Natività, ma offrono un percorso chiaro, preciso, scritto con un linguaggio evocativo e capace di parlare a tutti, che trasforma la preparazione alla venuta di Gesù in un'esperienza interiore in qualche modo inevitabile. Nulla, da quel momento, sarà più come prima. «La nascita del bambino», ci ricorda Matino, «è un'opportunità di conversione data agli uomini di ogni tempo e di ogni condizione. Per questo riflettere sui vangeli dell'Avvento e del tempo di Natale, che si chiude con il battesimo di Gesù al Giordano, significa riflettere sulla autenticità della nostra fede e potrebbe risvegliare, pur nella piena coscienza della fragilità umana, il senso della dignità ritrovata». Prepararsi al Natale è, dunque, sapere che questa festa cambia la nostra esistenza, mettendoci in grado, per amore celeste, di realizzare «quel regno di pace annunciato dagli angeli ai pastori». La salvezza, infatti, è per tutti.
Attorno ai 30 anni Antonio De Vita (1925-2006) ha una crisi profonda di valori e di senso dell'esistenza. Inizia così un percorso di conversione che lo porterà a decidere di consacrarsi a Dio. Entra tra i Frati Minori francescani, diventando frate Bernardino Maria. È poi inviato ad Assisi alla Porziuncola, luogo del quale si innamora perdutamente. Ordinato sacerdote, vivrà, nei vari conventi, con abnegazione e passione il suo ministero, in particolare nel sacramento della Riconciliazione e nell'apostolato di carità verso gli orfani e i giovani in difficoltà.
In questo volume si propongono per la prima volta i testi di due conferenze inedite di Giovanni Testori, tenute presso la Fondazione Ambrosianeum di Milano, sul tema del rapporto tra i giovani e la fede e su come raccontare Cristo oggi. L'attualità e lo spessore dei testi accompagna l'approfondimento del rapporto tra Testori e la città, attraverso i contributi di: Mons. Luca Bressan; Marina Corradi; Giuseppe Frangi; Fabio Pizzul presidente Ambrosianeum; Alessandro Zaccuri.
Professori e libri di testo universitari e di Liceo, si sono preoccupati di descrivere molto bene il mondo e il Cosmo, ma non hanno messo in evidenza la meraviglia dei suoi innumerevoli bagliori di luce. Tuttavia, grazie alle conoscenze attuali, possiamo squarciare senza pudore il Cielo azzurro sopra le teste dei nostri figli che, digitali, cosmopoliti e rivoluzionari, rimangono pur sempre (come noi) dei mendicanti di verità. La scienza ci parla di mistero e la vita è la prima prova dell'esistenza di Dio. Tutto il fascino della creazione spiegato da un uomo di scienza: dalla fotosintesi clorofilliana alle sistole del cuore umano.
Scomparso a 99 anni, Luigi Bettazzi ne avrebbe compiuti 100 il 26 novembre. EDB lo ricorda pubblicando la sua ultima fatica: «Da tempo mi colpisce il discorso su Dio. E non solo quello tradizionale, trasmessomi dal catechismo e dalla teologia, ma quello in uso oggi, iniziato con "la morte di Dio" e continuato andando "oltre Dio"». Con queste riflessioni il vescovo emerito di Ivrea ha anticipato il suo incontro con la Persona che da sempre lo ha cercato e accompagnato rendendosi presente nella sua preghiera e nel suo impegno cristiano e umano.
Non abbiamo più adulti. Stiamo diventando vecchi ma non adulti, forse perché abbiamo dimenticato come si fa a diventarlo. E perché è importante dare la propria testimonianza in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni situazione, anche quando le cose vanno male. Abbiamo sempre meno padri, capaci di interpretare e di vivere le difficoltà o di perdonare i figli. L'eclissi della figura paterna è un prodotto della società dei consumi, dove abbiamo messo il fare al posto dell'essere, il dire al posto del fare, il guadagnare al posto del vivere. Facendo così sparire l'idea di un futuro realizzabile soprattutto per i più giovani. La paternità per Don Antonio Mazzi è un fatto storico e un fatto religioso, il padre è protagonista della seconda nascita. La prima nascita, quella materna, si ha con l'uscita dal corpo della donna. La seconda avviene nel modo più compiuto quando si alimenta della coscienza e della maturità del padre. Ma l'attenzione si concentra quasi solo sulle donne e sulle madri, spesso in modo comunque inadeguato, mentre oggi l'urgenza più grande è forse un'altra: dobbiamo recuperare la coscienza paterna. Lo spiega l'autore in queste pagine con dovizia di esempi tratti dalla vita vera e dai Vangeli, condensando la sua pedagogia sul tema in un libro di ispirazione e conforto per le famiglie e proponendo persino una sua «formula chimica» dell'educazione dei figli.
Una storia aggiornata dei primi anni del Movimento dei Focolari. La vicenda trentina di Silvia "Chiara" Lubich e delle sue prime compagne racconta di un carisma al servizio dell'unità che tanti frutti ha portato alla Chiesa e all'umanità intera nei decenni seguenti. A quasi ottant'anni da quei giorni, la consultazione di documenti e una serie di interviste permettono di tracciare la storia di quei primi tempi con nuovi dettagli e nuove prospettive, arricchendo così il racconto della fondazione del Movimento dei Focolari di notizie finora ignote.
Il motore potente e implacabile della società contemporanea è il principio di prestazione. Oggi l'inazione, la contemplazione, l'ascolto sono considerati forme passive, debolezze, carenze: non sembrano avere alcun valore in un sistema che concepisce la vita esclusivamente in termini di lavoro e produzione. Eppure, secondo Byung-Chul Han l'inazione è una delle attitudini più preziose dell'esistenza: nella contemplazione, infatti, l'essere umano vive davvero - al di là della mera sopravvivenza, in cui ogni agire è mosso da stimoli e mirato all'appagamento dei propri bisogni, alla risoluzione di problemi determinati, al raggiungimento di obiettivi spesso eterodiretti. Solo il silenzio permette di tendere l'orecchio al mondo, e solo l'ascolto può condurre all'esperienza vera, alla comprensione profonda dell'essere. L'inazione, dunque, non è né negazione né semplice assenza d'azione, ma va intesa come ciò che "dà forma all'ambito dell'humanum", rendendo genuinamente umano l'agire. In questo libro lucido e ispirato Han celebra le infinite potenzialità, l'incanto e la ricchezza del non agire e, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt, progetta un nuovo modo di vivere: la vita contemplativa che la natura e la nostra società sull'orlo del collasso oggi chiedono a gran voce. Perché "il futuro dell'umanità", scrive il filosofo, "non dipende dal potere di chi agisce, bensì dal rilancio della capacità contemplativa".
«Me li stai rovinando tutti, tu sei la mia rovina!». Con queste parole il diavolo spesso si è rivolto all'autrice che da quasi trenta anni si è occupata, insieme al famoso esorcista don Gabriele Amorth, delle possessioni demoniache. Angela Musolesi nel libro, prendendo spunto dalla sua esperienza, spiega quali sono le cause delle possessioni, come possono accadere questi fenomeni, quali sono gli strumenti che si possono usare per liberare una persona posseduta dal diavolo. Spiega l'autrice: «Con questo libro desidero portare la gioia di Dio al maggior numero di persone possibile, spiegando principalmente come liberare e liberarsi dall'azione del demonio, In modo che tutti possano farlo con ottimi risultati».
Come si può "parlare" di Padre Pio? Come ci si può accostare a un gigante della santità della sua portata? Egli era in costante comunione con Dio, leggeva la mente, scrutava il cuore, anticipava il futuro, osservava il presente, conosceva il passato, scongiurava i disastri, ammoniva i peccatori, aiutava i malati, incoraggiava gli indecisi, illuminava i confusi, sosteneva i deboli, partecipava ai dolori, era costantemente ripieno di gioia. Anche lui, un altro Cristo in terra, come tutti i santi mistici, per arrivare a Gesù si è servito della "sua Mamma Celeste".
Le indipetae (da Indias petentes) sono le lettere che i gesuiti europei inviavano al loro Superiore Generale per chiedere di partire per le missioni d'oltremare, le «Indie». Conservate negli archivi della Compagnia di Gesù, sono oltre 24.000, scritte tra il 1560 e il 1960, e sono nello stesso tempo lettere amministrative e spirituali, pubbliche e private. I giovani gesuiti cercavano di convincere il Superiore che Dio li aveva chiamati due volte: prima ad abbandonare il mondo, per entrare nell'ordine, e poi a lasciare le loro città e attraversare l'oceano, per dedicarsi alle missioni nelle terre lontane. A partire da queste lettere Emanuele Colombo compone una storia globale della vocazione, delle suggestioni culturali che l'hanno sorretta, dei sogni e dell'immaginario che l'hanno alimentata. Il libro si conclude nel Novecento quando, dopo quattrocento anni, la consuetudine di scrivere indipetae cominciò a declinare.
L'amore è diffusivo per natura, ed è incontenibile il desiderio di comunicare quanto si è scoperto di bello e di vero. «Ho visto il Signore!», fu il grande annuncio di Maria Maddalena dopo aver incontrato il Risorto. Le fanno eco gli apostoli: «Abbiamo visto il Signore... Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quella esperienza aveva cambiato loro la vita e il suo racconto ha continuato a cambiare la vita di quanti l'hanno accolto. Di generazione in generazione, di secolo in secolo la grande "notizia" è giunta fino a noi. Saremo capaci di accoglierla, di farla nostra e di trasmetterla ai nostri contemporanei e alle nuove generazioni? È l'interrogativo a cui il libro intende rispondere, partendo dalla testimonianza di Chiara Lubich, che suggerisce condizioni, modalità, vie perché il grande annuncio continui a rimanere vivo e a suscitare un mondo nuovo.