Le vicende interne della chiesa e le controversie teologiche fino al V secolo
Confessioni di fede e posizioni rifiutate
Selezione di fonti e testi utilizzati nella ricostruzione storica
L'opera è una felice sintesi in due volumi dello sviluppo del pensiero cristiano dei primi cinque secoli: un primo volume sulla chiesa delle origini che alla storia unisce lo sviluppo della riflessione teologica; un secondo volume in cui sono raccolti documenti storici e teologici.
Opera in due volumi indipendenti ma integrati, La chiesa dei primi secoli propone una felice sintesi della storia e dell'evoluzione teologica della cristianità dal I al V secolo oltre a un prezioso secondo volume che raccoglie le principali fonti documentali utilizzate nella ricostruzione.
In questo primo volume, Stuart G. Hall ripercorre l'articolarsi della struttura interna della chiesa delle origini, le controversie teologiche e la progressiva definizione della fede nonché il rapporto con il territorio e il peso sempre maggiore della sede (e del vescovo) di Roma.
Non manca l'analisi del rapporto con lo Stato, conflittuale nel periodo delle persecuzioni, quindi sempre più vicino, dall'accordo con Costantino al riconoscimento del cristianesimo come religione ufficiale.
Le vicende interne della chiesa e le controversie teologiche fino al V secolo
Confessioni di fede e posizioni rifiutate
Selezione di fonti e testi utilizzati nella ricostruzione storica
L'opera è una felice sintesi in due volumi dello sviluppo del pensiero cristiano dei primi cinque secoli: un primo volume sulla chiesa delle origini che alla storia unisce lo sviluppo della riflessione teologica; un secondo volume in cui sono raccolti documenti storici e teologici.
Questo secondo volume dell'opera sulla chiesa delle origini propone una ricca antologia di testi - fonti storiche e teologiche ormai divenute classiche nel mondo universitario - utilizzati da Stuart G. Hall nella ricostruzione dell'evoluzione del cristianesimo dei primi cinque secoli.
Secondo la migliore storiografia, è proprio sulla documentazione storiografica - documenti scritti, autori del tempo, epigrafi, monumenti vari ecc. - che si basano la ricostruzione e l'interpretazione storica, specie quella del lontano passato.
I testi selezionati sono accompagnati da preziose note introduttive.
Nei decenni finali dell'XI secolo e all'inizio del successivo le arti figurative conoscono a Roma un momento di grande fioritura, che è stato interpretato come uno straordinario fenomeno di propaganda da parte della Chiesa riformata e rinnovata. Le immagini, secondo la secolare e resistentissima tradizione della Chiesa romana, sono strumento di primaria importanza in questa accresciuta politica di comunicazione. Attraverso l'esame di episodi nodali - relativi alla liturgia, alla 'teoria dell'arte", all'epigrafia, alla scultura, e naturalmente alla pittura a mosaico e a fresco -, nel volume si delinea un ritratto della città papale negli anni ancora 'oscuri" attorno alla metà dell'XI secolo, al tempo delle aspre lotte tra papi e antipapi; in quelli del pontificato di Gregorio VII, che alla Riforma ha prestato il nome; e infine - iniziato il nuovo secolo - nel momento della 'Roma trionfante", quando il successo del partito papale genera un'ondata di linguaggio raffinatamente antiquario.
Il confronto che la Chiesa cattolica sta sostenendo con una serie di sfide, poste dalla modernità, rischia di trasformarsi in un vero e proprio conflitto. Contribuisce alla crisi l'ingerenza delle gerarchie ecclesiali in campi, dalla politica alla indagine scientifica, che la Costituzione italiana affida unicamente all'iniziativa statale o che la moderna ragione ha costruito in funzione del principio della libera ricerca. La radicalizzazione dello scontro, il crescere delle polemiche, l'inevitabile necessità di prendere posizione in un confronto che coinvolge tutti, non deve oscurare però la necessità di conoscere le posizioni degli avversari in campo.
Un volume sull'ideologia della guerra nella storia del cristianesimo. Dall'antichità cristiana ai maestri dei secoli XII-XIII, dalle Crociate alle guerre contro gli eretici, dalla giustificazione dei massacri dei popoli del nuovo mondo alle posizioni di Lutero e Calvino: per tutti la guerra è un momento in cui si realizza la giustizia di Dio.
21 capitoli per 21 secoli di Storia della Chiesa e del cristianesimo, con particolare riferimento alla storia della Chiesa italiana. Esposizione sintetica e rigorosa, strumento intelligente e pratico per gli studenti di Storia del Cristianesimo e/o della Chiesa; utile compendio per gli “addetti ai lavori”; efficace guida per chiunque volesse avvicinarsi per la prima volta ad un percorso storico cominciato due millenni fa con la predicazione di Gesù e aperto ancora oggi nella storia della Chiesa moderna. Un dettagliato indice dei nomi aiuta la consultazione del volume.
Nella prima metà del Novecento le donne erano considerate il grande sostegno della Chiesa. Già negli anni immediatamente successivi al concilio, però, il grande storico belga Jean-Marie Aubert si chiedeva: «La Chiesa perderà anche la classe femminile?». Ai nostri giorni, infine, sembra che il rapporto della Chiesa con le donne sia stato soprattutto di carattere conflittuale.
Il volume ricostruisce il delicato rapporto tra l’istituzione ecclesiastica e le donne. Poco generosa nel concedere loro spazio, la Chiesa ha svolto nei secoli un ruolo importante nell’emancipazione femminile garantendo un luogo di rifugio e di libertà da padri e mariti oppressori e prestando attenzione alla sensibilità femminile.
Il libro rivisita con competenza alcuni luoghi classici della presenza femminile. Un’opera di sicuro interesse cui hanno partecipato storiche e storici particolarmente attenti al ruolo e al servizio della donna nella Chiesa.
Luigi Mezzadri è professore di Storia della Chiesa presso l’Università Gregoriana. Autore di numerose opere, è presidente dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa.
Maurizio Tagliaferri è professore di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna. Autore di diverse monografie a carattere storico, è segretario dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa.
Che cos'è la massoneria? Una associazione filantropica, o un occulto centro di potere? Persegue il bene dell'umanità o, in nome di splendidi ideali (fratellanza, uguaglianza, scienza e progresso), assomma nelle proprie mani un potere sconfinato? Quando i massoni parlano di morale, si riferiscono a quella comunemente definita tale, oppure a un insieme di regole rivoluzionarie elaborate nel segreto delle logge e destinate a essere fatte proprie dall'intera umanità? Quando i massoni parlano di libertà , hanno in mente il rispetto della libertà di tutti o, negando il diritto naturale e la distinzione fra bene e male, di fatto riducono le persone, private di volontà , a una massa di individui eterodiretti?
Chiesa cattolica e massoneria sono da sempre su fronti contrapposti e, al di là della propaganda, inconciliabili. L'Autrice si ripromette di fare luce sulla massoneria moderna ricorrendo al magistero pontificio illustrato con considerazioni di tipo storico-documentale. La voce dei Papi risuona così in tutta la sua attualità, profondità e profeticità. «La massoneria è un nemico della Chiesa», puntualizza mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro nella Prefazione, «nasce con questa inimicizia e persegue la realizzazione di questa inimicizia con la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana e con la sostituzione a essa di una cultura e di una società sostanzialmente ateistiche, anche quando si fa riferimento all'architetto dell'universo» (pp. 320).
Angela Pellicciari, storica del Risorgimento, ha pubblicato con Ares anche Risorgimento da riscrivere. Liberali & massoni contro la Chiesa (2007). Gli altri suoi volumi sono: L'altro Risorgimento (Piemme, 2000); I panni sporchi dei Mille (Fondazione Liberal, 2003); Risorgimento anticattolico (Piemme, 2004).
Negli anni Cinquanta in Italia si consuma la crisi della politica centrista, di cui De Gasperi era stato il principale artefice, e si inizia a dibattere, anche negli ambienti cattolici, sull'opportunità di un'"apertura a sinistra" verso il Partito socialista. Proprio in quel periodo, alimentata dalla pubblicistica corrente, si diffonde la fama "progressista" di Giovanni Battista Montini, dal 1954 arcivescovo di Milano: si parla di lui come di un "vescovo rosso" che, in contrapposizione alla Curia romana e all'episcopato tradizionalista, appoggia i tentativi democristiani di coinvolgere i socialisti nel governo del Paese. Il volume, scavando in profondità nella documentazione di Montini e della diocesi milanese, fino a oggi inedita, smentisce queste ricostruzioni, facendo emergere una opposizione non episodica, ma motivata da ragioni dottrinali e morali, a ogni tentativo di collaborazione politica con i socialisti. Questa opposizione spiega anche i difficili rapporti dell'arcivescovo Montini con i dirigenti lombardi della Democrazia cristiana, appartenenti in maggioranza alla corrente della Sinistra di Base e tenaci sostenitori dell'apertura ai socialisti; e giustifica il dialettico confronto sul tema dell'autonomia politica dei cattolici anche con i maggiori leader democristiani del tempo, Fanfani e Moro, fautori dell'alleanza di governo con il Partito socialista.