Bene. Finalmente ce l'avete fatta. Avete coronato il sogno di una vita. Siete diventati Papa. E adesso? Non crederete mica che il lavoro di Papa consista solo nell'affacciarsi al balcone, la domenica e le feste comandate, e salutare la folla di piazza San Pietro? Niente affatto, Santità. Fare il Papa è un lavoro complicato, complicatissimo. Primo, il Vaticano: un labirinto, un dedalo di vicoli, piazze, palazzi, e dentro i palazzi stanze più o meno segrete, corridoio, ballatoi. Secondo, l'abbigliamento: mica che uno si sveglia alla mattina e si veste come gli pare. Eh no, ogni giorno ha la sua tonaca, e a seconda di appuntamenti, ospiti, ricorrenze dovrete cambiare l'abito. Che non farà il monaco, però aiuta. Terzo, i simboli: croci, anelli, pastorali; e poi ancora le cariche (Vicario di Cristo, Pontefice Massimo, Vescovo di Roma, Capo dello Stato), e gli impegni, e i collaboratori. Per aiutarvi quando sarà il momento della vostra salita al Soglio Pontificio, una guida, anzi la guida completa di ogni informazione utile, aneddoti e consigli, oltre a disegni, grafici e piantine che vi serviranno per orientarvi. E nel caso, remoto, non riusciate a farvi eleggere, potrete comunque dare buoni consigli ai fortunati neopapi.
Tra Sette e Ottocento si crea e si rafforza una sorta di leggenda nera sulla giustizia del papa, espressione della generale decadenza italiana. Ma quale era veramente il rapporto con i tribunali laici ed ecclesiastici di uomini e donne comuni, di nobili, di religiosi e di intere comunità soggette al potere papale? Scavando nel ricco materiale inedito degli archivi giudiziari, negli atti dei processi e in numerosi carteggi dell'epoca, Irene Fosi ricostruisce le sfaccettature del governo della giustizia, percorsi individuali e vicende esemplari. Si disegna così un quadro sfumato e complesso, dove trovano spazio violenza e repressione, moderazione e clemenza.
Il presente volume è il catalogo della mostra che si tiene dal 22 novembre 2006 al 25 febbraio 2007 presso Palazzo Braschi a Roma.
DESCRIZIONE: Esistono vari motivi che conferiscono al generalato di Claudio Acquaviva un’importanza particolare. Da qualunque punto di vista lo si osservi – sia da quello della storia della Compagnia di Gesù, che dell’educazione, della scienza e dei saperi, dell’espansione missionaria, dell’arte, delle pratiche spirituali o della crescita dell’istituzione – questo generalato può essere letto come un momento di compimento. Il periodo che va dal 1581 al 1615 rappresenta il crocevia di un gran numero di linee convergenti: la realizzazione della Ratio Studiorum che, portata a completamento con il testo del 1599, riconosce e sostiene l’attività degli ormai più di cento collegi che risultano aperti alla fine del secolo. Il moltiplicarsi delle litterae indipetarum, le lettere di domanda d’invio nelle missioni indirizzate al generale, rispecchia l’ampiezza e la complessità dell’impegno missionario (con la costituzione della prima missione in Cina nel 1582 e la fondazione, nel 1610, delle prime reducciones del Paraguay), in un’epoca anteriore alla creazione della Congregazione de Propaganda Fide, quando l’espansione a livello planetario della Compagnia non conosce nessun altro equivalente all’interno della Chiesa cattolica.
Se il più che trentennale governo di Acquaviva deve essere considerato – per comune consenso degli studiosi – un punto di svolta irreversibile nella costruzione della moderna identità dell’Ordine ignaziano, attraverso un processo di istituzionalizzazione che era rimasto incompleto nel periodo precedente, allora la necessità di indagare in profondità aspetti diversi e concorrenti connessi con lo sviluppo storico della Compagnia di Gesù diventa cruciale.
SAGGI DI: José Martínez Millán, Giovanni Pizzorusso, Paolo Broggio, Francesca Cantù, Carmen Salazar-Soler, Pierre-Antoine Fabre, Ines G. Zupanov, Bernadette Majorana, Antonella Romano, Maria Antonietta Visceglia.
Missione cristiana e colonizzazione caratterizzano, a partire dal XVI secolo, il grande movimento d'espansione che spinge gli europei all'esplorazione di nuovi mondi, al dominio dei popoli e alla conquista delle anime. Dapprima l'associazione delle due imprese spinge i teologi spagnoli a interrogarsi sulla legittimità di condurre la colonizzazione in nome dell'evangelizzazione. Ma la costruzione di imperi immensi fa accettare la colonizzazione come una necessità e un'occasione provvidenziale per ampliare il regno di Dio. La questione si sposta sulla modalità adeguata a realizzare una colonizzazione cristiana e a salvaguardare l'indipendenza della missione. Neanche la seconda espansione coloniale del XIX secolo, nel periodo della rivoluzione industriale e della mondializzazione del capitallsmo, chiama in causa la volontà di collaborazione, anche se scatena critiche e suscita rivalità tra missionari e colonizzatori. La convergenza degli interessi si trasforma più spesso in connivenza e prende la forma di una collaborazione strumentalizzata dalla propaganda coloniale. Un esame più attento delle strategie, degli obiettivi e delle realizzazioni fa emergere l'incompatibilità delle due logiche; si evidenzia che la missione si è associata alla colonizzazione senza legarsi alla sua sorte. Il conflitto dei nazionalismi impone, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la separazione tra i due movimenti. La posizione del cristianesimo e la sua visione del mondo restano segnati da questa ambigua avventura.
Si tratta di una raccolta ragionata di testi di Paolo VI sulla gioia, tema caro alla tradizione spirituale cristiana. La figura di Paolo VI, noto soprattutto come un Papa di grande spessore culturale, emerge in queste pagine come quella di un vero maestro spirituale, appassionato di Crsito e testimone della gioia del Vangelo.
Quali furono i percorsi di carriera dei papi dell'età moderna. Perché essi furono con poche eccezioni tutti italiani e quale era il ruolo e la funzione dei cardinali. Come andò ad organizzarsi la curia. Quanto (e se) operarono i pontefici perché Roma divenisse degna capitale papale e non solo un luogo che evocava una antica e gloriosa memoria che poco o quasi nulla aveva da spartire col cristianesimo. Ancora, dove risiedettero i papi in Roma prima che il 20 settembre 1870 li riducesse infine in quel Vaticano che avevano fino ad allora trascurato. Come era organizzata la loro giornata di lavoro e quale era la loro disponibilità economica.
La Storia della Chiesa di K. Bihlmeyer ed H. Tuechle sa congiungere la documentata esposizione scientifica alla chiarezza divulgativa, con l'aggiunta di una ricchissima e aggiornata informazione bibliografica. Se la storia, più che maestra della vita, è vita, questa storia ha il merito di presentare le vicende terrene della Chiesa in tutta l'espansione e vastità della storia dell'umanità nei duemila anni che hanno seguito la venuta di Cristo. Civiltà, culture, valori profani, tutta la varietà delle attività umane che la Chiesa ha potenziato, dalla teologia alla musica, nulla è dimenticato e tutto sistemato armoniosamente. Piano dell'opera: Vol. I L'antichità cristiana (fino al 692); Vol. II - Il Medioevo (692-1294); Vol. III - L'epoca nuova o delle riforme (1294-1648); Vol. IV - L'epoca moderna (1648 - ai nostri giorni).
La Storia della Chiesa di K. Bihlmeyer ed H. Tuechle sa congiungere la documentata esposizione scientifica alla chiarezza divulgativa, con l'aggiunta di una ricchissima e aggiornata informazione bibliografica. Se la storia, più che maestra della vita, è vita, questa storia ha il merito di presentare le vicende terrene della Chiesa in tutta l'espansione e vastità della storia dell'umanità nei duemila anni che hanno seguito la venuta di Cristo. Civiltà, culture, valori profani, tutta la varietà delle attività umane che la Chiesa ha potenziato, dalla teologia alla musica, nulla è dimenticato e tutto sistemato armoniosamente. Piano dell'opera: Vol. I L'antichità cristiana (fino al 692); Vol. II - Il Medioevo (692-1294); Vol. III - L'epoca nuova o delle riforme (1294-1648); Vol. IV - L'epoca moderna (1648 - ai nostri giorni).
In queste pagine si dipana la storia della grandezza, della religiosità e del peccato di uomini i cui atti non sempre furono modello di virtù e santità, di quella coerenza e di quella fedeltà che essi stessi predicavano ai propri fedeli, ma che, in ogni epoca, sono rimasti decisivo punto di riferimento per i cristiani. È la storia del Cattolicesimo, ma, di fatto, anche storia dei nostri Paesi e della nostra cultura.