Si tratta della traduzione di 31 conferenze di san Tommaso d'Aquino sulla carità e i dieci comandamenti. Tommaso presenta con un linguaggio molto semplice e in modo sintetico e efficace quali sono le esigenze dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Poi mostra i legami esistenti tra la carità e i dieci comandamenti: questi sono precetti dati all'uomo per evitare ciò che è contrario all'amore e per aspirare e tendere con tutte le proprie forze alla pienezza dell'amore e della gioia. La legge dell'amore di Dio produce nell'uomo quattro effetti sommamente desiderabili. Innanzitutto produce nell'uomo la vita spirituale... La persona amata è naturalmente in chi ama, perciò chi ama Dio ha in sé Dio stesso, perché, come dice san Giovanni (1 Gv 4,16): Chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio rimane in lui. L'amore trasforma chi ama nella persona amata. Perciò, se amiamo le cose vili e caduche, diventiamo vili e instabili, perché, come dice il profeta Osea: Divennero abominevoli come le cose che amarono. Se invece amiamo Dio, diventiamo divini perché Chi si unisce a Dio è un solo spirito con lui (1 Cor 6,17)... Il secondo effetto è l'osservanza dei comandamenti divini. Infatti, Gregorio dice che la carità non è oziosa. Se c'è, compie cose grandi. Se invece non compie nulla, allora significa che non c'è la carità. Per cui segno manifesto della carità è la prontezza a compiere i precetti divini. Osserviamo infatti che chi ama compie cose grandi e difficili per la persona amata...
Un libro dedicato ai Sinodi che si sono tenuti a Trieste, Chiesa di frontiera, con una storia tutta particolare che, in certo modo, si riflette anche nella legislazione promulgata dalle due uniche assemblee sinodali che qui si sono celebrate o meglio delle uniche di cui possediamo le costituzioni.
Mircea Eliade (1907-1986) è il massimo storico delle religioni del XX secolo. Romeno, raro esempio di capacità di padroneggiare culture e linguaggi mitologici differenti, dalla Grecia antica all'Australia aborigena, ci ha lasciato un vero e proprio "sistema ermeneutico" che consente di comprendere in profondità l'esperienza religiosa dell'umanità, fino ai nostri anni di apparente secolarizzazione. Ma Eliade è anche stato uno studioso della tradizione. Questo saggio illumina la rete completa dei suoi rapporti con i grandi autori tradizionalisti del XX secolo: il francese convertito all'islam René Guénon (1886-1951), l'indù Anandak. Coomaraswamy (1877-1947) e l'italiano Julius Evola (1898-1974), e la fecondità di un dibattito culturale durato decenni che ha formato la visione del mondo non solo dello stesso Eliade, ma di una buona parte della contemporanea riscoperta del sacro.