Famiglie alle prese con il caso serio della fede. È questo il percorso offerto ai Gruppi familiari nell'Anno della fede indetto da papa Benedetto. Il filo conduttore è rappresentato dal Credo apostolico, cogliendo la sottolineatura di sant'Agostino che invitava a ripeterlo sempre, "nei vostri letti, ripensarlo nelle piazze e non scordarlo durante i pasti: e anche quando dormite con il corpo, dovete vegliare in esso con il cuore". Sono i momenti normali di una famiglia: il letto, la piazza, i pasti, nei quali avere nel cuore il "simbolo del santo mistero". Questo significa infatti credere: metterci il cuore. Sembra semplice, ma non lo è: quando ci riuniamo nell'assemblea domenicale è facile proclamare il Credo a voce alta, di corsa, soprappensiero; ma una volta usciti di chiesa, entrando nelle piazze percorse da gente affrettata, sedendoci a tavola con indifferenza, coricandoci al termine di una lunga estenuante giornata, riusciamo a dare una "forma umana" al nostro credere? Il percorso offerto ai Gruppi familiari aiuta ad approfondire gradualmente, di scheda in scheda, il Credo più antico della tradizione cristiana, leggendone i contenuti in chiave familiare, per fissarne il significato per la vita quotidiana di ciascuno, nella relazione di coppia e in quella genitoriale, e per la storia del mondo.
Sollecitato da Benedetto XVI, che con il motu proprio Porta fidei ha indetto l’Anno della Fede, questo opuscolo raccoglie elementi preziosi e dimensioni dell’esperienza globale della vita cristiana e ecclesiale, perché la fede ritorni al suo centro e irradi la forza che viene dai suoi riti, secondo le intenzioni del Signore.
Dalla Presentazione di mons. Di Stefano, Segretario – Centro Azione Liturgica, Roma L’opuscolo è diviso in 12 parti:
1. I temi della fede 2. La Bibbia 3. Il Padre 4. Il Figlio: Gesù Cristo 5. Lo Spirito Santo 6. Le Beatitudini 7. La Risurrezione 8. La Salvezza 9. La Chiesa 10. Maria, donna di fede 11. I Sacramenti 12. La fede nella vita quotidiana
Riflessioni sul tema della missione, dell'evangelizazione e della "nuova evangelizazione". Evangelizzare significa portare una notizia nuova, gratuita, oltre le attese dell'uomo, e al tempo stesso talmente umana che quando la incontri fa impallidire ciò che prima cercavi. Scritto in occasione dell'imminente Sinodo dei vescovi (Città del Vaticano, 7-28 ottobre 2012) che avrà per titolo Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam ovvero "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".
Nel volume vengono individuate e illustrate le coordinate socio-religiose dell'Europa di oggi. Vi è ricostruita la nuova mappa del vecchio continente che documenta le profonde trasformazioni antropologiche e culturali che l'hanno reso "nuova terra di missione". In forma critica e originale, l'autore mette a fuoco i fenomeni della secolarizzazione e dell'indifferenza religiosa, dilaganti nei paesi europei dell'Ovest come dell'Est. Intreccia quindi molteplici prospettive interdisciplinari richiamando il magistero degli ultimi pontefici e i risultati della ricerca più aggiornata e accreditata. La sua analisi dei fenomeni sfocia in una robusta proposta di evangelizzazione all'interno e all'esterno della Chiesa. Secondo l'autore una vera e propria auto-evangelizzazione ecclesiale si renderà possibile con l'approfondimento della propria identità cristiana. Essa non potrà che confermare la vocazione missionaria di ogni credente-in-Cristo.
Nell'ottica dell'Anno della fede indetto da Benedetto XVI e che inizierà nell'ottobre prossimo, questo libro si pone nella scia dell'insegnamento del Vaticano II per riandare alla genuinità dei Vangeli e affermare la semplicità e la radicalità della fede in una prospettiva essenzialmente pratica. "Soprattutto vorremmo far risuonare nel nostro oggi le esigenze evangeliche circa la sequela di Cristo, vorremmo ridire la radicalità cristiana, perché solo dei cristiani convinti e appassionati, risoluti e miti, forti dell'umiltà di chi si sente cercatore umile e povero, possono far risplendere la luce di Cristo".
Occasione per ripensare la fede in una società plurale, il dialogo interreligioso è oggi diventato un impegno irreversibile per i cristiani. Come Dio stesso per primo è entrato in dialogo con l’umanità, così la chiesa è a servizio dell’unità del genere umano. In pagine di ampio respiro, l’autore introduce anche i non specialisti alle forme e soprattutto allo spirito del dialogo, offrendone al contempo il fondamento teologico. I cristiani sono invitati ad assumere uno stile evangelico di dialogo, nella ricerca di un’intelligenza rinnovata delle proprie ragioni di vita: potranno così dire altrimenti ciò che da sempre li anima. Potranno dirlo per sé e per la chiesa, perché saranno stati in grado di dirlo ad altri. È questo il cuore dello “spirito di Assisi”.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo. Presso le nostre edizioni ha recentemente pubblicato Dio non è quel che credi.
Le più belle preghiere
dalle varie tradizioni cristiane
“Signore Gesù, guardaci!
Vedi, siamo tutti pellegrini di Emmaus,
siamo tutti uomini che faticano
nell'oscurità della sera.
E anche i nostri cuori sono vigliacchi.
Vieni sulla nostra strada,
brucia il cuore anche a noi.
Entra con noi a sederti al nostro fuoco,
affinché, esultanti di una gioia trionfale,
ci rialziamo a nostra volta
per correre a rivelare la gioia
a ogni uomo nel mondo,
nell’amore, per sempre,
fino al nostro ultimo respiro”.
(abbé Pierre)
Un’inedita raccolta di preghiere rivolte a Gesù Cristo, provenienti da tutte le tradizioni ecclesiali e da ogni epoca, per alimentare la nostra vita spirituale. La scelta comprende sia preghiere liturgiche sia invocazioni libere, che ricoprono i principali movimenti della preghiera, dalla lode alla supplica. I testi qui presentati sono innanzitutto preghiere, parole rivolte a Cristo e alcune poesie su di lui, raccolte nell’ultimo capitolo.
“Non sono sicuro di credere in Dio: però lo amo.
E, per non amare un’idea di Dio,
provo ad amare coloro che mi stanno accanto”.
Dio è sempre al di là delle immagini e delle parole con cui gli uomini cercano di rappresentarlo; è un Dio nascosto, che si può conoscere ma non “sapere” fino in fondo. Eppure, per evocarlo, l’uomo ha bisogno di “dirlo”, e il modo in cui lo racconta non è indifferente: un Dio falsato porta a una falsa visione della vita. Come discernere, allora, tra le diverse rappresentazioni di Dio? Con un linguaggio semplice e chiaro, l’autore indica e approfondisce un criterio fondamentale: ogni descrizione di Dio che va contro l’uomo e la sua vita, che lo sminuisce o lo distrugge è falsa. Un Dio per l’uomo e degno di lui, infatti, non può essere altro che colui che aiuta l’uomo a divenire più umano e che lo libera da quanto lo disumanizza.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo.
La centralità della liturgia
nella vita spirituale del cristiano
La liturgia è culmine e fonte di tutte le azioni vitali della chiesa, ma anche della vita del cristiano. Il rinnovamento della liturgia voluto dal concilio Vaticano II ha avuto un grande impulso per l’approfondimento della vita spirituale: lo scopo della riforma è stato quello di ricondurre ai suoi fondamenti evangelici lo spirito dei credenti che celebrano la liturgia. Il presente volume offre per la prima volta in italiano l’insegnamento liturgico di uno dei teologi cattolici più apprezzati, in un percorso che tocca tutti gli ambiti essenziali della liturgia: le dimensioni del tempo e della comunità, il rapporto con la parola di Dio, la prassi e il ruolo dell’omelia, la preghiera dei salmi, le celebrazioni dell’iniziazione cristiana e la dimensione estetica dello spazio e della musica sacra.
Albert Gerhards (1951), ordinario di liturgia e direttore del Seminar für Liturgiewissenschaft dell’Università di Bonn, membro del comitato scientifico dei Convegni liturgici di Bose, dal 2007 è presidente della Commissione d’arte cristiana della diocesi di Aquisgrana. La sua ricerca si è focalizzata in particolare sulla teologia e la prassi della liturgia, l’ecumenismo, la musica e l’arte sacra.
C’è un sogno di Gesù
che ci porta a volare oltre la paura:
è la parola delle beatitudini,
prefigurazione dell’umanità promessa
Oggi, come sempre nel corso della storia, è importante che ogni essere umano si interroghi sul tempo presente, per giungere a una visione lucida della realtà e a un’azione responsabile. Riflettendo sull’uomo come destinatario e co-soggetto di una promessa che contiene il senso del nostro vivere e che attraverso una parola dà inizio a una storia, l’autore esamina la differenza tra la promessa di unità e di progresso offerta oggi dal modello della globalizzazione e la promessa di compimento e di salvezza che è al centro del cristianesimo. Promessa, quest’ultima, ben delineata nelle beatitudini, “sogno” di Gesù che proviene dalla radice stessa della sua umanità e che è rivolto alla libertà di ogni uomo.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il silenzio, via verso la vita e L’uomo e la comunità.
Un itinerario di sequela
alla luce del vangelo di Luca
“Chi è Gesù?” è la domanda che, nella sua provocante semplicità, riconduce ogni discepolo alle sorgenti della sua ardente ricerca del volto di Colui che è al cuore dell’esistenza cristiana. È una ricerca che dà forma alla narrazione stessa del Vangelo di Luca, come ci mostrano queste pagine che seguono Gesù nella sua salita a Gerusalemme e che accompagnano i suoi discepoli dapprima lungo le strade della Galilea e della Giudea e poi, ai nostri giorni e nelle nostre vite, aiutano il lettore a discernere il cammino della sequela e i tratti del volto del Signore vivente.
Franco Giulio Brambilla (Missaglia 1949) è presbitero della diocesi di Milano, docente di cristologia e antropologia teologica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, appassionato cercatore della “visione cristiana dell’uomo” anche nel ministero pastorale. Tra le sue pubblicazioni fondamentali ricordiamo Cristo, Pasqua del cristiano; Il Crocifisso risorto e il più recente Esercizi di cristianesimo.
Sono raccolti gli interventi più significativi del magistero del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, dal suo discorso inaugurale – autentico documento programmatico per un servizio di comunione – fino alla Via crucis composta per papa Giovanni Paolo II e da questi celebrata al Colosseo il Venerdì santo del 1994, passando per tematiche vaste e profonde quali l’ecumenismo, il dialogo con gli ebrei e le grandi religioni del mondo, l’ ecologia e la pace. È la testimonianza di un servizio reso a tutta l’umanità attraverso quello strumento della volontà di Dio che è il ministero del Patriarca ecumenico e, nello stesso tempo, un segno della gratitudine del Monastero di Bose verso Bartholomeos I per la paterna benevolenza e l’amicizia mostrata a più riprese, in particolare in occasione della sua visita a Bose il giorno di Pentecoste del 1994.
Bartholomeos I (Dimitrios Archondonis, nato a Imbros il 29 febbraio 1940), dopo essere stato Metropolita dapprima di Philadephia e poi di Calcedonia, nonché segretario del Santo Sinodo, il 2 novembre 1991 è stato eletto a succedere a Dimitrios come Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico.