Questo libro è il frutto di un corso di esercizi spirituali che l'autore ha predicato ai sacerdoti, presso la Casa di Esercizi dei PP. Passionisti, a Roma. Un itinerario spirituale alla riscoperta della grandezza del dono del sacerdozio e delle inestimabili ricchezze che esso riversa su chi compie la scelta di essere sacerdote, non solo in virtù del sacramento ricevuto, ma anche e soprattutto con tutta l'esistenza trasfigurata da questo mistero. In una parola: desiderare di avere il Cuore di Maria per accogliere il Cuore sacerdotale di Gesù, farlo proprio e così essere pienamente suoi. Desiderare di essere secundum Cor Marine per essere pienamente secundum Cor Iesu.
Il testo presenta il costituirsi storico della figura del Consiglio dei Superiori nella struttura delle più significative istituzioni religiose - monastiche, ordini e congregazioni - per cogliere, dalle rispettive fonti legislative, il momento in cui tale Consiglio viene formalizzato con una configurazione giuridica precisa.
La fraternità non è una pretesa, quasi il far presente un diritto che autorizza a chiedere agli altri di comportarsi da fratelli, ma una responsabilità da esercitare, una sollecitudine doverosa che si esprime nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle, con una speciale attenzione per chi è più fragile, più in difficoltà, più isolato. La fraternità è un’occasione propizia per sperimentare la pratica di tutto «quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode» (Fil 4,8).
Questo sussidio vuole incoraggiare a percorrere insieme sentieri di vita fraterna, caratterizzando con questa sottolineatura la proposta per l’anno pastorale 2019/2020. I propositi per una riforma del clero che non sia una nuova disciplina, ma una più intensa fraternità e una più abituale pratica sinodale possono trovare negli esercizi e nelle riflessioni proposte una virtuosa attuazione. † Mario Delpini
Questo libro raccoglie la proposta formativa del clero e dei laici della diocesi di Milano. L'obiettivo del percorso è riflettere insieme ed elaborare prospettive praticabili, che abbiano al centro un vero esercizio di fraternità. I testi raccolti rappresentano un avvio per una successiva condivisione tra i vari soggetti coinvolti nella formazione.
Il testo della Lettera che papa Francesco ha scritto ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars, patrono dei parroci del mondo. Il testo è suddiviso in quattro punti identificati da quattro parole chiave che il Pontefice rivolge ai destinatari: dolore, gratitudine, coraggio, lode.
Nel 50° anniversario dall’ordinazione dei primi diaconi permanenti in Italia del dopo Concilio, tutti religiosi della Pia Società San Gaetano, congregazione a cui appartiene l’autore, il libro propone una serie di contributi sul tema del diaconato che sono stati presentati in diversi eventi organizzati per commemorare l’evento.
Il volume si presenta come un mosaico di interventi, che intrecciano l’apporto di teologi sistematici come padre Antonio Escudero, salesiano, e don Roberto Repole, presidente uscente dell’Associazione Teologi Italiani, con l’approfondimento teologico pastorale dei membri della Pia Società, padre Luciano Bertelli e lo stesso padre Luca Garbinetto. Dalla figura biblica di Filippo diacono, fino alla proposta di una ministerialità condivisa e complementare tra preti e diaconi, l’itinerario proposto fa sue le maggiori acquisizioni del Concilio Vaticano II circa il diaconato, e suggerisce una comprensione del terzo grado del sacramento dell’ordine originale e ben fondata in prospettiva cristologica, ecclesiologica, escatologica.
Ne risulta un percorso gustoso, che ha come filo conduttore il carisma di don Ottorino Zanon, fondatore della Pia Società San Gaetano, profeta del diaconato fin dagli anni ’40 nella Chiesa vicentina e promotore di una comprensione del diaconato stesso missionaria e profondamente radicata nell’esperienza spirituale del ministro. Le comunità di preti e diaconi della Pia Società, che continuano l’esperienza del carisma ottoriniano nella conduzione comunitaria della pastorale parrocchiale, sono un segno stimolante di un nuovo modo di comprendere e vivere la ministerialità ordinata nella Chiesa oggi.
Il libro è arricchito dalla preziosa e lucida presentazione di Mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola, già apprezzato teologo del ministero ordinato e amico dei religiosi della Pia Società.
Don Alessandro Pronzato una volta ha affermato che scrivere un libro in collaborazione è «un' esperienza che non rifarei più con nessuno» (salvo, ad esempio, un Luisito Bianchi o un padre Leonardo Sapienza). Sembra che, dopo la sua morte, questa sua affermazione si possa avverare. La morte di don Alessandro Pronzato è sopravvenuta il 25 settembre 2018 e, così, Mons. Leonardo Sapienza si è ritrovato con una grande quantità di scritti, di spunti, di semplici abbozzi che, con grande cura ha ordinato e completato, con la speranza di poter aggiungere questo libro agli oltre centotrenta che erano da lui stati scritti nel corso della sua lunga vita. La vita del prete è lieta o triste? L'essere prete rende felici, oppure impone limiti, doveri, oneri, che rendono triste e infelice la vita, o meno felice, meno piena di quella degli altri uomini? Come ci ricorda il Concilio Vaticano II, la vocazione sacerdotale è un invito alla beatitudine; e i sacerdoti lo devono far comprendere ai fedeli, con il ministero della parola e con la propria testimonianza di una vita in cui si rifletta chiaramente lo spirito di servizio e la vera gioia pasquale. Proprio in questo vuole aiutare la presente raccolta di riflessioni: meditare sul rapporto tra le difficoltà e le fatiche ministeriali e la possibilità, anzi il dovere della gioia cristiana, che per i sacerdoti diventa gioia ministeriale.
Le origini del monachesimo, come quelle della Chiesa, esercitano un fascino insostituibile non solo sugli ammiratori della vita monastica, ma su tutti i cristiani. È la primavera del monachesimo, la sua epoca idilliaca, carismatica, libera, spontanea. Tuttavia l'ammirazione dei grandi monaci delle origini spesso è accompagnata da una insufficiente conoscenza della loro vita, delle loro gesta, della loro spiritualità. García M. Colombàs colma proprio questa lacuna tracciando un quadro scientifico di figure come Antonio Pacomio, Simeone, Efrem, Basilio, Girolamo, Cassiano, Onorato e delle correnti monastiche di cui furono gli iniziatori. Scopriamo così che, già nel secolo, il monachesimo pre-benedettino aveva conosciuto un grande sviluppo istituzionale e spirituale.
Questo libro propone un corso di esercizi spirituali ideato a partire dalle attese manifestate da papa Francesco nella lettera per l'Anno della vita consacrata. La gioia, la capacità profetica, l'esperienza della comunione e l'attenzione per le periferie esistenziali riassumono le attese e i «sogni» del pontefice nei confronti dei religiosi. L'autore approfondisce queste aspettative e completa le meditazioni suggerendo alcuni testi biblici per orientare la preghiera.
Una summa che raccoglie le esortazioni di Papa Francesco ai sacerdoti nei primi cinque anni del suo pontificato, aggiornata ai discorsi pronunciati durante la giornata mondiale della Gioventù a fine gennaio 2019. Un vademecum di grande utilità soprattutto per i presbiteri, ma non solamente.
È stato detto che Maria di san Giuseppe - Salazar (1548-1603) è la prima grande scrittrice carmelitana dopo santa Teresa di Gesù, e non solo per motivi cronologici. In effetti, sarebbe difficile trovare un'interprete di Teresa più fedele e acuta, in particolare riguardo al suo insegnamento sulla vita religiosa. Nell'affrontare i temi del governo, della pratica dei voti e della formazione iniziale, sembra che prenda la parola per dare continuità all'insegnamento della santa Madre, che rischia altrimenti di essere dimenticato, male interpretato o deformato.
La Chiesa deve avere il coraggio di proporre ai giovani cristiani di oggi la "misura più alta della santità", santità che non esclude nessuno e che consiste nella perfezione della carità. I giovani, da parte loro, ci confermano che non sono solo le opere assistenziali a essere importanti per loro, ma il coinvolgimento diretto con le persone. Saremo un segno solo nel contatto diretto con le persone. È nell'incontro, infatti, che la vita consacrata ha ancora senso oggi. Per evangelizzare i giovani non esistono regole universali. La Chiesa deve saper riconoscere i loro bisogni, ascoltandone gli appelli, creando una Chiesa sempre più familiare, mettendone in risalto la dimensione fraterna. Le vocazioni sono in crisi, lo sappiamo, per questo è necessario pensare a una pastorale vocazionale che non miri solo al numero, ma che tenga conto del processo culturale in corso.