Il 9 giugno del 53 a.C., sulla pianura di Carre, nell'Alta Mesopotamia, un esercito di cavalieri venuti dall'Iran e dall'Asia centrale sbaraglia un'armata di oltre cinquantamila uomini, inviati da Roma a conquistare l'impero rivale dei Parti. Le frecce degli uomini arrivati da Oriente mettono in ginocchio i romani: oltre metà dei legionari trova la morte sul campo, molti altri sono presi prigionieri e deportati, e quel che è peggio i nemici si impossessano delle insegne militari, estremo disonore per anni nella coscienza collettiva romana. Il generale Marco Licinio Crasso, l'uomo che diciotto anni prima aveva sconfitto Spartaco e fatto crocifiggere sulla via Appia seimila tra schiavi e gladiatori ribelli, è massacrato poco dopo il combattimento e il suo cadavere oltraggiato rimane insepolto. La battaglia segna una battuta d'arresto per Roma: la sua avanzata verso la conquista del mondo, ritenuta fino ad allora inarrestabile, è bloccata da un'armata di cui erano state sottovalutate la perizia militare, la forza d'urto e, soprattutto, la capacità di resistere al temibile dispositivo della legione.
Giusto Traina racconta la storia avvincente e appassionante di una battaglia fra le più oscure nella storia militare dell'antichità, il primo grande scontro di una guerra continua, praticamente mai conclusa, fra Roma e l'Iran.
La potenza del dio dell’amore, Eros, nella vita pubblica e privata dell’antica Grecia: in questo testo classico, Calame descrive come i Greci pensavano ed esprimevano l’amore, lo rappresentavano nell’arte e lo vivevano nelle loro relazioni.
Una sapiente ricognizione di come i Greci vivevano il sentimento, la passione amorosa, i comportamenti e la mentalità che scaturivano dalla irrefrenabile e invadente potenza di Eros, dio sempre all’opera. Claude Calame individua gli spazi reali o immaginari in cui Eros si esprimeva, così da avere una maggiore comprensione della vita affettiva e sessuale dei Greci, anche attraverso la simbologia amorosa che alimentava le loro fantasie. Oltre all’eros, la condizione delle donne libere dal matrimonio, fra isolamento e affermazione del loro ruolo sessuale, i diversi volti dell’omosessualità, l’ambiguo mondo dell’amore mercenario. Il volume ha avuto una precedente edizione nella collana “Storia e Società”.
L’età ellenistica è quella compresa fra la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) e l’annessione dell’Egitto, ultimo regno ellenistico, allo stato romano dopo la battaglia di Azio (31 a. C.). Di questa importante fase storica il volume fornisce una griglia generale di lettura degli avvenimenti, integrata dalle informazioni di base sulla società e la cultura. L’esposizione intende anche dare un’idea della ricca elaborazione storiografica sull’argomento, ricorrendo a frequenti citazioni esemplari sia dalle fonti antiche, sia dalla storiografia contemporanea.
Nuova edizione arricchita.
La storia della Grecia antica inizia nel secondo millennio avanti Cristo e dietro di sé non ha che il silenzio enigmatico della preistoria: mille anni dopo, l'età classica offrirà l'immagine di una civiltà straordinaria. Il volume traccia il percorso che va dai secoli oscuri alla pólis e all'espansione greca nel Mediterraneo. L'ascesa e l'apogeo della democrazia ateniese, l'antagonismo tra Atene e Sparta, la breve alleanza tra le due città durante le guerre persiane, la costruzione dell'impero "mondiale" di Alessandro Magno, l'ellenismo, l'incorporamento dei regni ellenistici nell'impero romano: sono i momenti fondamentali su cui Lotze concentra la propria attenzione, soffermandosi sui tratti specifici dell'organizzazione politica e sociale antica.
Detlef Lotze insegna Storia antica nell'Università di Jena. Ha collaborato tra l'altro a "I Greci. Storia, cultura, arte, società", a cura di S. Settis (Einaudi, 1996-97).
La straordinaria figura di Augusto (63 a.C.-14 d.C.) è indissolubilmente legata all'epoca di massimo splendore del mondo romano antico. Sotto la sua guida, l'egemonia di Roma si estese in ogni direzione e l'impero raggiunse una forza, una stabilità e un prestigio mai conosciuti. Nessuno aveva mai assunto una posizione né ottenuto successi o onori paragonabili ai suoi. Ripercorrendone la vicenda, Eck mette a fuoco i diversi aspetti dell'azione politica di Augusto, dal ruolo che esercitò come "principe di pace" alla sua opera di riforma dello stato, dell'esercito, della società, persino del culto. La ricostruzione è basata su un costante riferimento alle fonti, prima fra tutte l'autoritratto lasciatoci dallo stesso Augusto nelle sue "Res Gestae".
Werner Eck ha insegnato Storia antica nell'Università di Colonia. In italiano ha pubblicato anche: "Tra epigrafia, prosopografia e archeologia" (Quasar, 1996) e "L'Italia nell'impero romano" (Edipuglia, 1999).
In breve
«Tutto comincia nella mente di una madre. Si chiama Agrippina, e ha deciso che suo figlio deve salire al trono. La sua è un’ambizione ben fondata: Agrippina è pronipote del grande Augusto, il primo imperatore romano, sorella di Caligola, secondo successore di Augusto, moglie di Claudio, il sovrano in carica. Il figlio che Agrippina vuole portare al sommo potere le è nato, però, da un precedente matrimonio: si chiama Lucio Domizio Enobarbo, ed è soprannominato, come molti suoi antenati, Nerone, una parola che vuol dire ‘il forte’.»
Sadico persecutore o vittima della politica di corte, tiranno divorato dalla follia o adolescente sopraffatto dagli eventi, mostro al potere o sovrano dalle grandi prospettive? Andrea Giardina racconta con sapienza e leggerezza la vita dell’imperatore più odiato e amato della storia.
Indice
Veleni di corte – Il potere e la paura - Il matricidio - Le donne di Nerone - Citaredo e auriga - L'incendio di Roma - Progetti grandiosi - Una plebe di fannulloni? - Il terrore a corte - Quale artista muore con me! - Nerone redivivo - Come si costruisce un mostro
Le grandi battaglie dell’antichità in Italia, nel mondo delle colonie elleniche della Magna Grecia come in quello etrusco e soprattutto latino, fino ai capolavori ineguagliati di arte bellica dell’esercito romano: in questo volume un esperto di storia militare racconta al pubblico, anche non specializzato, oltre duecento scontri armati, non limitandosi alla descrizione della tattica, ma spiegando nei dettagli come, nell’evolvere dei secoli, siano cambiati gli equipaggiamenti, le tecniche di addestramento, le abitudini di vita nell’accampamento... Il risultato è uno spaccato della vita dell’Italia antica, corredato di tante illustrazioni e narrato con stile preciso e appassionante.
Prima che la frase ‘ti amo’ siglasse il rapporto sessuale, prima che eros fosse sequestrato dall’arte ed espulso dalla filosofia, prima che sul sesso scendesse l’ombra del peccato e che il peccato fosse inseguito sin nei meandri dell’intenzionalità e della fantasia, il mondo antico conosceva possibilità inesplorate, cammini interrotti, modi d’indagine e di espressione dai quali ripartire per comprendere chi siamo e dove, magari a nostra insaputa, stiamo andando.
Silvia Vegetti Finzi
Il desiderio, il piacere, il corpo, dal mondo greco al mondo romano, ai Padri della Chiesa: una delle studiose più note dell’antichità ci conduce con grazia nei territori della passione.
Indice
Introduzione - Parte prima Eros tiranno: I. Il desiderio - II. Il piacere - III. Corpi - IV. Rapporti - Parte seconda «Mollis Amor» - Parte terza «Perversa Voluntas» - Conclusioni. Bestie da confessione e stilisti del piacere - Bibliografia
In breve
Furono gli Eubei di Calcide e di Eretria i più antichi esploratori delle rotte mediterranee: marinai, mercanti, coloni che, procedendo da oriente verso occidente, si spinsero fino alle acque degli empori atlantici, superando, presso Gibilterra, le mitiche colonne di Ercole. Furono loro a localizzare nelle acque del Mediterraneo il teatro delle avventure di Ulisse, eroe di riferimento per il navigante ellenico in cerca di mete sempre nuove. Lorenzo Braccesi va alla scoperta della loro storia e identità, soffermandosi sul mondo della grecità arcaica, su quella memoria dell’Odissea che è nella ‘bisaccia’ di ogni navigante o colono.
Indice
Prefazione - I. Una premessa generica, ma necessaria - II. La rotta nord-mediterranea: dallo Ionio al Tirreno - III.La rotta sud-mediterranea: dal Ponto Eussino all’Atlantico - IV. La rotta settentrionale: dallo Ionio al «caput Adriae» - V. Le «Odýsseiai», l’Adriatico e il monte Titano - VI. Una conclusione divagante, ma necessaria - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
Questo non è solo un bel libro di storia. C’è la zampata dello studioso di genio.
Franco Cardini
È noto che, come diceva Croce, si fa sempre storia del presente. In questo buon uso del passato Alessandro Barbero è un campione sempre pronto allo scatto. Barbari è un libro affascinante.
Silvia Ronchey, “Tuttolibri”
«Un mondo che si considera prospero e civile, segnato da disuguaglianze e squilibri al suo interno, ma forte di un’amministrazione stabile e di un’economia integrata; all’esterno, popoli costretti a sopravvivere, minacciati dalla fame e dalla guerra, e che sempre più spesso chiedono di entrare; una frontiera militarizzata per filtrare profughi e immigrati; e autorità di governo che debbono decidere volta per volta il comportamento da tenere verso queste emergenze. Potrebbe sembrare una descrizione del nostro mondo, e invece è la situazione in cui si trovò per secoli l’impero romano di fronte ai barbari.»
Indice
Introduzione Frontiere e mobilità umana nell’impero romano - I. Deportazioni e immigrazione sotto il principato - II. L’arruolamento di stranieri nell’esercitofino agli Antonini - III. Una svolta: l’epoca di Marco Aurelio - IV. Esercito e cittadinanza nell’età dei Severi - V. La crisi del III secolo - VI. Ripopolamento e reclutamento sotto la tetrarchia - VII. L’età di Costantino - VIII. Immigrazione e reclutamento sotto la dinastia di Costantino - IX. Ideali umanitari e sfruttamento degli immigrati sotto Valentiniano e Valente - X. Teodosio e il tentativo di assimilare i Goti - XI. Truppe limitanee e impiego di barbaria difesa delle frontiere XII. Una leggenda storiografica: i «laeti» - XIII.L’esercito come «melting-pot» - XIV. Il fallimento dell’integrazione gotica Conclusione Note - Bibliografia - Indice dei nomi
Abili commercianti e navigatori, stabilitisi sulle coste dell'Asia Minore in una serie di floride città-stato come Biblo, Sidone e Tiro, i fenici furono tra i protagonisti del mondo mediterraneo del I millennio a.C., espandendosi con proprie colonie anche sulle coste dell'Africa settentrionale, della Sardegna e della Sicilia. In questa concisa introduzione è ricostruita l'identità dei fenici, e ne viene ripercorsa la vicenda storica, con una particolare attenzione per l'organizzazione sociale, la vita politica, il commercio e la religione.
Michael Sommer insegna Storia antica all'Università di Liverpool. Tra i suoi libri più recenti: "Römische Geschichte II. Rom und sein Imperium in der Kaiserzeit" (2009) e "The Complete Roman Emperor" (2010).
Chi ha ucciso il re
Tarquinio Prisco?
E chi è davvero
il suo successore
Servio Tullio,
bastardo nato da
una serva e da un dio?
Una grandiosa ricostruzione
storica svela l'enigma alle origini
della potenza di Roma.
578 A.C., una congiura di aristocratici uccide Tarquinio Prisco, quinto re di Roma. Sua moglie, la regina Tanaquil, convince il popolo che il re non è morto ma giace ferito, e che le sue funzioni saranno rette da Servio Tullio. Ma chi è veramente quest'uomo che avrà presto in mano il destino di Roma? Le sue origini, come quelle di Romolo, sono avvolte in un mistero che ha resistito fi no ai giorni nostri. Nato da una serva, Servio è per Tanaquil una sorta di fi glio adottivo, cresciuto sotto la sua ala protettrice e per Tarquinio è il successore predestinato, a cui ha aperto la strada nominandolo comandante dell'esercito. È il "divino bastardo", un illegittimo dalla natura prodigiosa. Carandini, archeologo di fama mondiale, ripercorre le tappe della sua ascesa, indagando storia e mito nelle fonti antiche e nell'affresco di una tomba di Vulci, che svela l’enigma di questo primo tiranno di Roma, riformatore e anticipatore della Repubblica. È la storia di un re nato servo che, contrastando i privilegi dei patrizi, apre la strada alle grandi riforme grazie alle quali Roma diventa una grande città e una potenza nel Mediterraneo.