Orsola e le undicimila vergini, Giorgio, Trifone, Gerolamo, Agostino, i diecimila crocefissi dell'Arafat, Stefano protomartire: le storie figurate di Carpaccio narrano le fantasiose leggende di eroi eccellenti dell'epica cristiana ma sono al tempo stesso significative metafore di grande rilievo politico nel contesto veneziano di fine Quattrocento e inizi Cinquecento, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra Venezia e le due più forti comunità presenti in città, i turchi e gli ebrei.
Da Napoli a Londra, da Parigi a Madrid, un affascinante viaggio storico attraverso borghi e capitali, piazze e periferie, emergenze architettoniche e sistemi urbani che hanno costituito l'elemento decisivo dell'identità europea. Iniziando dal distacco dal mondo antico del X secolo, l'autore segue il formarsi della città in epoca medievale. Dal 1350 inizia il momento della stabilizzazione e della rifinitura, il momento delle teorizzazioni. Dal 1500 al 1600, con la scoperta e la colonnizzazione di nuove terre, la città europea si confronta con altre realtà per giungere nel XVII secolo al formarsi delle città come capitali nazionali, sede delle corti. L'impatto dell'industrializzazione infine trasforma radicalmente le città europee e arriviamo alle nostre città, con i loro problemi sempre più scottanti che attendono una soluzione.
La prima storia dell'Europa moderna nella quale la ricostruzione dei grandi avvenimenti pubblici si spiega con l'analisi del privato, e viceversa. Da tematiche affascinanti e sempre al centro della cronaca La virilità e omosessualità, donne e femminilità, guerra e bellezza, la riscoperta del corpo - muove un racconto storico di grande ampiezza, che spazia dall'iconografia alla letteratura, dai trattati di medicina alle leggi, dai discorsi politici ai manuali di psicologia e sessuologia. George L. Mosse, nato da famiglia ebraica tedesca, fu costretto a lasciare la Germania a quindici anni per sfuggire alle leggi razziali. E' diventato poi uno dei più grandi storici del nazismo e del razzismo. Attualmente insegna all'università di Wisconsin ed è "visiting professor" dell'università ebraica di Gerusalemme.
Secondo un assunto consilidato della storiografia, Roma diventa una città-stato solo alla fine del secolo VII a.C., e nulla può essere detto per il periodo antecedente, avvolto nel mito. Ma il ritrovamento dei resti delle cosiddette "Mura Palatine" del secolo VIII, avvenuto ad opera dello stesso autore una decina di anni or sono, rende questa posizione quasi insostenibile. Liquidate come semplice leggenda dagli storici ufficiali, le Mura Palatine sono in realtà assai ben conservate, hanno visto diversi rifacimenti fino in epoca imperiale, sono ricordate da Tacito e hanno avuto quindi un ruolo non marginale nella storia della città.
L'attenzione della storiografia si è soffermata di rado su quel complesso di fatti che vanno sotto il nome di "cultura materiale". Il tredicesimo volume degli "Annali" giunge a colmare questa lacuna attraverso un'indagine capillare su uno degli aspetti più importanti del costume contemporaneo. A una tradizione alimentare ottocentesca, basata quasi esclusivamente sulla cultura agraria e sui bisogni di puro sostentamento, vediamo subentrare una articolazione dei consumi più "moderna". Ma il processo è lentissimo; il cibo, quasi liberato da connotazioni di necessità, diventa sempre più "simbolico". La dicotomia tra il peso di una tradizione agricola imponente e la voglia di modernizzare a tutti i costi rimane irrisolta.
L'ultimo tomo del secondo volume vede il passaggio dalla Grecia delle poleis all'impero universale di Alessandro Magno, ai regni ellenistici dei diadochi, al dominio di Roma: la perdita dell'indipendenza è bilanciata dalla supremazia della cultura greca, che conquista il nuovo ordine mondiale imposto dai Romani. I 48 saggi, integrati dal ricco apparato iconografico, sviluppano inoltre molti altri temi di grande interesse storico e culturale: dall'"uomo divino" all'ambizione di conoscere e controllare il futuro; dai commentari che riscrivono le enciclopedie del passato agli oratori itineranti che influenzano l'opinione pubblica.