Il volume presenta i testi postumi di Schopenhauer del periodo successivo alla pubblicazione del "Mondo come volontà e rappresentazione". Si tratta di riflessioni, aforismi, appunti e abbozzi riuniti in cinque "libri" che testimoniano come la vena filosofica e letteraria del giovane filosofo non si fosse esaurita dopo la pubblicazione della sua opera più conosciuta.
Giorgio Manganelli è stato a Firenze nel 1984, vincendo tenaci resistenze che lo tenevano lontano dalle città "belle", irrimediabilmente diffidente nei confronti di monumenti e musei. Il volume raccoglie i reportages frutto di quel viaggio: sorta di Baedeker grazie al quale il lettore non vedrà i monumenti della città toscana, li "leggerà", decifrando l'occulta rete di rimandi che li lega. Ma Firenze è solo uno dei nuclei di questo viaggio che tocca, oltra alla Toscana, l'Emilia, le Marche e il Sud, in particolare l'Abruzzo, per Manganelli "grande produttore di silenzio".
Nel brevissimo spazio di quattro anni, fra il 1928 e il 1932, il gruppo che si stringe attorno ai ventenni Daumal e Gilbert-Lecomte, uniti da "mille affinità mistiche", intraprende una ricerca che, partendo da una lettura della Bhagavadgita e dei maestri vedantici, li condurrà a prendere le distanze dal surrealismo e dalle sue facili ricette e a perseguire, attraverso il superamento del limite e la liberazione dalle costrizioni dei sensi, una "caccia alla visione interiore". Il volume, curato da Claudio Rugafiori, raccoglie i testi dei due fondatori della rivista Le gran jeu, tra le più dirompenti ed esoteriche che il secolo delle avanguardie storiche abbia prodotto.
"La volontà di potenza", l'opera a cui Nietzsche avrebbe consegnato la forma ultima del suo pensiero, è in realtà il risultato di un'estrazione dal lascito del filosofo di alcuni scritti arbitrariamente accorpati in un volume. Essi hanno ritrovato la loro originale collocazione grazie al lavoro filologico svolto da Giorgio Colli e Mazzino Montinari che giunsero alla pubblicazione integrale e in sequenza cronologica di quelli che oggi si presentano come "Frammenti postumi". Questa nuova edizione, prevista in venti volumi, mette a disposizione i testi stabiliti da Colli e Montinari, che vengono presentati nella loro autonomia, interamente riveduti e aggiornati ai recenti risultati della ricerca e con alcuni inediti venuti successivamente alla luce.
"La volontà di potenza", l'opera a cui Nietzsche avrebbe consegnato la forma ultima del suo pensiero, è in realtà il risultato di un'estrazione dal lascito del filosofo di alcuni scritti arbitrariamente accorpati in un volume. Essi hanno ritrovato la loro originale collocazione grazie al lavoro filologico svolto da Giorgio Colli e Mazzino Montinari che giunsero alla pubblicazione integrale e in sequenza cronologica di quelli che oggi si presentano come "Frammenti postumi". Questa nuova edizione, prevista in venti volumi, mette a disposizione i testi stabiliti da Colli e Montinari, che vengono presentati nella loro autonomia, interamente riveduti e aggiornati ai recenti risultati della ricerca e con alcuni inediti venuti successivamente alla luce.
Il volume, ricalcando l'edizione della Pléiade che ha celebrato il centenario della nascita di Simenon, presenta una raccolta di dieci romanzi, fra cui uno inedito. Fra essi, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1947, due appartengono alla serie delle inchieste del commissario Maigret, gli altri otto a quella dei "romanzi-romanzi", compreso l'inedito "La casa sul canale". La raccolta presenta, quindi,: "Il cavallante della 'Providence'", "Il caso Saint-Fiacre", "Il fidanzamento del signor Hire", "Colpo di luna", "La casa sul canale", "L'uomo che guardava passare i treni", "Il borgomastro di Furnes", "Gli intrusi", "La vedova Couderc" e "Lettera al mio giudice".
Considerato uno dei massimi poeti contemporanei di lingua inglese, Murray è portavoce e interprete dell'anima australiana, appassionato custode dei suoi valori originari e più nobili e, al tempo stesso, critico pungente delle sue debolezze. Nella dedica "alla gloria di Dio" che da anni apre le sue opere, si condensa l'impulso primario della sua poesia: la celebrazione dell'esistente in quanto creazione di un Dio generoso. Una celebrazione affidata a un linguaggio inteso come sfida ai cattivi usi che quotidianamente lo mortificano in cui Murray fa propria, improntandola della sua originalità, una grande varietà di misure, forme e generi. Questa antologia ripercorre la sua opera dalla prima raccolta del 1965 alle "poesie formato foto" del 2002.
A lungo trattate dagli studiosi come un oggetto misterioso, le opere mnemotecniche di Bruno si sono rivelate come il centro e il motore occulto di tutta la sua opera. Il loro aspetto cifrato non finisce di stupire, sin dalla definizione della disciplina. Nata come tecnica utilizzata dagli oratori per esercitare la memoria, la mnemotecnica è diventata nel corso dei secoli un nuovo "regime delle immagini", intese come fantasmi mentali, una sorta di pratica teurgica, collegata a quella primordiale sapienza egizia che fu lo stendardo dell'ermetismo rinascimentale e che Bruno innova con tecniche appropriate alle sue teorie. All'edizione critica del testo latino si affiancano la traduzione italiana e il commento storico-filosofico.
"Sebbene io abbia della vita una concezione tetra, ho sempre nutrito un grande amore per l'esistenza, un amore talmente grande da convertirsi in negazione della vita, perché non possedevo i mezzi per soddisfare la mia voglia di vivere". Fra le tante, appuntite gemme racchiuse in questo volumetto, questo autoritratto spirituale di Cioran rappresenta la chiave che forse più di ogni altra permette di accedere ai segreti della sua anima in perpetua oscillazione fra il nulla e il tutto, in un dualismo esistenziale che intride anche ogni fibra della sua opera, diretta emanazione della vita. Parte integrante di quest'opera si possono a buon diritto considerare le "Conversazioni", dove più apertamente si offre il lato ilare, vitale, corroborante di Cioran.
Diciotto poesie, scritte nell'arco di trentatrè anni, fra il 1962 e il 1995. Negli anni Sessanta e Settanta le poesie o i poemetti natalizi sono variazioni via via fantastiche, rabbiosamente amare, malinconiche, scherzose, ispirate dalla festività, ma quasi svincolate dalla ricorrenza concreta. Negli anni Ottanta la svolta, che è insieme tematica e stilistica: proprio l'evento della Natività, un miracolo che puntuale si ripete e illumina il nostro destino, si fa specchio di una riflessione sul tempo, la solitudine e l'amore che ha la levità ironica di una sonata mozartiana.