In breve
«In queste pagine esamino l’autocomprensione che la chiesa cristiana ha assunto in quanto appartenente al mondo delle religioni. Ne deriva una grande quantità di elementi costitutivi di una teologia cristiana delle religioni».
Descrizione
È passato più di mezzo secolo da quando, al concilio Vaticano II, con la dichiarazione Nostra aetate, la chiesa cattolica ha presentato in modo coerente e totalmente nuovo la sua visione del mondo delle religioni. Da un lato, essa stessa fa parte di quel mondo. Dall’altro, essa possiede una propria vocazione e collocazione: in quel mondo deve accettarsi e presentarsi come una realtà fondata sul (e dal) Dio uni-trino.
Ciò che il concilio ha proclamato non ha assolutamente perso attualità. Anzi, oggi i cristiani incontrano dappertutto persone che appartengono alle religioni più diverse. Ed è ancor più necessario di ieri capirle, rispettarle, vivere con loro nella pace. Nel medesimo tempo i cristiani si sentono spronati a comprendere più in profondità il proprio percorso di fede come chiesa, per poterlo poi rappresentare in modo più convincente anche di fronte agli altri, in chiave di testimonianza.
Proprio dall’autocomprensione della chiesa cristiana come appartenente al mondo delle religioni derivano gli elementi costitutivi di una teologia cristiana delle religioni.
«Una internauta che riprendeva un cammino di fede, di recente, mi ha chiesto dei buoni libri da leggere; mi sono scoperto a corto di risorse. Perciò ho intrapreso la redazione di un “catechismo” elementare, che riprendesse gli elementi fondamentali della fede cattolica, abbondando di riferimenti alla Bibbia».
Descrizione
Quando si desidera riprendere il cammino della vita cristiana, ci si ritrova ai piedi di una montagna di domande: Come si fa a pregare? Che cos’è la Trinità? Chi sono gli angeli? Perché il male? A che cosa servono i sacramenti? Perché Gesù è morto sulla croce? Che cos’è la risurrezione?
La Bibbia, indispensabile per rispondere, non è facilmente accessibile. Serve uno strumento che permetta una introduzione alla fede cristiana. In quest’opera, Hervé Ponsot invita le persone che cominciano (o ricominciano) un percorso di fede a rispondere alla chiamata di Gesù – «Vieni e seguimi» – seguendo la via proposta dalla Bibbia. Offre cioè una iniziazione in sei essenziali icone bibliche e un aiuto indispensabile per procedere con fiducia incontro a Dio.
«Nella mia giovinezza ho conosciuto il “Dio della speranza”. Ora, nella mia vecchiaia, conosco il “Dio della pazienza”. La speranza entusiasma, mentre la pazienza è faticosa. Ma se nella speranza noi accostiamo qualcosa di nuovo, solo nella pazienza lo manteniamo. È nella pazienza perseverante che la speranza diventa duratura».
Descrizione
Quando qualcuno ci viene incontro con pazienza, misericordia e solidarietà, ci dà tempo, spazio e forza per vivere. E noi, a nostra volta, avvicinandoci agli altri con identico atteggiamento, possiamo fare altrettanto per loro. Costruendo e alimentando convivenza.
Sono qui raccolte due sentite riflessioni del grande teologo di Tubinga: una meditazione personalissima sulla pazienza (e il suo legame con la tolleranza) e un trattatello su misericordia e solidarietà (non solo nel cristianesimo). Entrambi i testi si sviluppano in due direzioni di fondo: da un lato indicano qual è il significato di queste virtù, dall’altro suggeriscono dove le si apprendono e come le si praticano.
In questo libro – colmo di una speranza orientata a Cristo – si fondono allora in modo toccante la saggezza della vecchiaia e l’attesa del futuro, facendone uno scritto da consegnare nelle mani di tutti.
«Un bouquet di esperienze dense, intense, preziose – addirittura poetiche» (M.-J. Thiel).
Promettendo felicità e compimento per l’uomo, la fede cristiana fornisce un contributo centrale a una formazione complessiva della personalità. Ma dove si colloca di preciso questo contributo? Per saperlo, il libro indaga in che cosa consiste la salvezza promessa e come l’uomo peccatore arriva a parteciparvi.
Per tutta la vita siamo sfidati a formare la nostra personalità, per condurre un’esistenza riuscita, piena, realizzata. La fede cristiana, d’altro canto, promettendoci felicità e compimento, fornisce un contributo capitale in questa direzione. Ma di quale contributo si tratta, di preciso? Per saperlo, il libro indaga in che cosa consista la salvezza promessa dall’opzione di fede e come l’uomo peccatore arrivi a parteciparvi.
Böttigheimer affronta la questione chiamando in causa il concetto di “riconoscimento”. Mostra che il riconoscimento incondizionato di Dio, in Gesù, per ogni essere umano può improntare stabilmente la personalità individuale. E se la religione cristiana è anzitutto un messaggio di salvezza, quest’ultima è allora esprimibile proprio con la categoria di riconoscimento. Lì i contenuti centrali della fede sono veicolabili oggi in modo più comprensibile di quanto non avvenga con altri concetti più tradizionali.
Un’ottima analisi, davvero innovativa, dei fondamenti di una antropologia cristiana.
«È come un eccellente vino di un rinomato vigneto, invecchiato in ottime botti. Esperienza e tradizione, fede e ragione, riflessione e immaginazione, ineffabilità e incarnazione si uniscono a meraviglia in un libro che presenta il mistero dell’amore di Dio, figurato e testimoniato per il nostro tempo» (Lieven Boeve, Università cattolica di Lovanio).
Descrizione
In un mondo secolarizzato, imperniato sui consumi e altamente tecnologizzato, possiamo ancora fare esperienza del mistero di Dio? A partire da un’attenta analisi sociale della cultura occidentale e a partire dell’ascolto della grande tradizione cristiana della “domanda su Dio” (Anselmo d’Aosta), questo libro risponde positivamente.
Godzieba si concentra sul carattere dialettico di Dio – da un lato l’accessibilità (la sua “presenza”) e dall’altro l’eccesso (la sua “assenza”) – e sulla convinzione che «Dio è amore» (1 Gv 4,16). Se la conoscenza di Dio è diventata un problema nella cultura occidentale, la risposta cristiana ritrova nell’esperienza umana un «punto di accesso naturale alla fede», grazie al quale aprirsi al mistero di Dio come Trinità.
Il taglio contemporaneo del libro deriva dalla sua insistenza sulla fede come azione incarnata: è questo il modo più sincero di partecipare al mistero dell’amore di Dio, che è «la risposta al mistero del mondo e degli esseri umani» (Walter Kasper).
Il libro è dedicato all’arte della contemplazione. La quale non è un modo di pregare per esperti, ma un’attenzione silenziosa e piena d’amore a Dio; e non ha nulla in comune con una spiritualità disincarnata, astorica o impersonale.
La contemplazione inizia quando “sentiamo” Dio attraverso la Scrittura e diventiamo consapevoli della sua presenza nella nostra vita. Gioia mostra come ciò avvenga concretamente nell’esperienza di alcuni personaggi del Vangelo di Giovanni, la guida da lui scelta per imparare ad accogliere Dio nella nostra vita e per interagire con lui.
La via indicata da Gioia verso la contemplazione conduce il lettore non solo lungo le pagine della Bibbia, ma anche attraverso lavori teatrali e romanzi in cui Dio non viene menzionato oppure viene visto come assente, distante, persino come un nemico. Il lettore scopre così che la contemplazione non è una sorta di “paese delle meraviglie” spirituale, ma coesiste con i dubbi, cresce con la lotta, viene scoperta addirittura nella sofferenza, estingue il senso di colpa e conduce all’autentica conoscenza di sé e alla compassione per ogni essere umano. Un solido ed edificante percorso di spiritualità, la cui profondità teologica e affettiva risulterà di grande aiuto a tutti.
James Dunn, uno dei più rispettati e prolifici biblisti del nostro tempo, ha pubblicato le sue ricerche sulle origini del cristianesimo in numerosi commentari, testi e saggi. In questo volume di facile accesso, destinato a un pubblico largo e nondimeno frutto di uno studio cinquantennale, Dunn si dedica a delucidare qual è la testimonianza resa a Gesù in tutto il Nuovo Testamento, dal Vangelo secondo Matteo fino all'Apocalisse di Giovanni. Il movimento cristiano, i cui scritti sono rappresentati dai vangeli canonici, dagli Atti e dalle lettere, ha avuto inizio con il racconto su una figura storica e precisa, le cui parole e le cui azioni erano evidentemente diverse dalla norma quanto basta per suscitare attenzione. Ecco allora che questo Gesù secondo il Nuovo Testamento punta continuamente a riscoprire la meraviglia di quei primi testimoni e, così, arricchisce di molto la nostra stessa comprensione di Gesù. Prefazione di Rowan Williams.
«Sono grato a Steffens non solo perché ha trattato l’argomento, ma per come l’ha trattato. La sua scelta non è caduta sull’anatema magisteriale o sull’analisi psicologica bensì sulla magistrale lettura del desiderio vero celato dietro ai desideri falsati espressi (o, meglio, repressi) dalla pornografia» dalla prefazione di Robert Cheaib.
«L’essere umano non è fatto per amare: è fatto per morire d’amore». E si tratta di una vocazione così eccedente che contiene in sé ogni impazienza, ogni smarrimento.
La pornografia, in sé e per sé, fa la caricatura dell’amore, mimando il desiderio umano di donarsi senza riserve. Difatti l’amore vero è l’amore nel suo significato forte. L’amore assolutamente donato e assolutamente ricevuto. L’amore come dono di sé senza contraccambio. L’amore come cuore che si dilata. L’amore come ferita per la quale vigilare perché non si rimargini mai, dalla quale non guarire mai.
Questo amore, un tempo detto “carità”, ci fa sostare pazientemente, come una preghiera, alla soglia dell’altro. Senza possederlo, senza consumarlo, ma anzi espropriandosi.
Una lettura coraggiosa e non scontata della pornografia, considerata come una emergenza reale.
Come entrare nel mistero della Trinità? In che modo questo cuore imperscrutabile della fede cristiana può illuminare l'esistenza di ogni persona? Come, infine, il mistero che è Dio può fare luce sull'enigma dell'essere umano? Emmanuel Durand, uno dei teologi contemporanei che hanno dato nuova ispirazione agli studi trinitari, ci offre qui la sua opera più rigorosa e pedagogicamente chiara per quanti vogliono accostarsi al Mistero che è il Dio di Gesù. Fra le grandi questioni che il domenicano francese affronta in modo semplice e preciso vi sono l'ambiguità di molte rappresentazioni della Trinità e il rapporto delicato fra il Dio dei cristiani e il Dio unico del giudaismo. Ma egli si dedica soprattutto alle implicazioni concrete della fede trinitaria - le sue "ricadute" etiche e politiche, potremmo dire - su quella comunità che è la chiesa, sulla nostra concezione (e la nostra pratica) dell'amore umano, sul nostro rapporto con l'altro e su altre dimensioni-chiave della vita. La Trinità cristiana, "sminuzzata" nelle sue risonanze più ampie e più attuali.
«Forse non sappiamo più andare a messa perché non siamo più abilitati a vivere riti complessi che celebrano la salvezza. Forse questo “cambiamento d’epoca”, come lo definisce papa Francesco, è un’epoca che cambia i riti che fanno la vita» Manuel Belli.
Descrizione
L’intera esistenza umana è costellata di riti. Viaggiare, mangiare, stringere amicizie, amare, educare, curare, divertirsi, giocare: ogni atto umano genera le proprie forme rituali. I riti, tuttavia, non sono camere blindate: si influenzano a vicenda, si scambiano messaggi. La qualità generale di vita di una famiglia non è separabile dai riti con cui si vivono i pasti, la casa e il suo ménage, il tempo libero, le vacanze. E, così, quando partecipo ai riti religiosi in chiesa sono lo stesso che guarda YouTube, che viaggia con Ryanair, che ha conosciuto il partner su Tinder, che scarica musica e la ascolta con le cuffiette mentre cammina, che alla vigilia di Ognissanti vede comparire teschi e zucche nei negozi.
Ora, la domanda è: i riti “fuori dalla chiesa” contaminano in qualche modo i riti “dentro la chiesa”? Tra i riti religiosi e gli altri riti esiste un tale divario nella densità di significato e nell’intensità di gioia da impedire l’osmosi? Belli vorrebbe sondare queste interazioni cruciali. Se viviamo in un’epoca di riti tristi, infatti, quale sarà il destino della liturgia?