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La divisione in quattro libri, già proposta dall'edizione monfortana degli anni Cinquanta, richiama ovviamente quella dell'Imitazione di Cristo, ma espungendo alcuni testi secondari e riadattando la resa letteraria a un lessico più moderno. Agli occhi di chi legge dovrebbe risultare immediatamente chiaro che delle innumerevoli pagine scritte da Tommaso da Kempis quelle mariane non sono meno belle o meno evocative di quelle dedicate all'imitazione del Figlio di Dio. Un filo d'oro lega anzi l'imitazione della Madre alla sequela del Figlio, e Tommaso ne parla con grande convinzione: nelle pagine dell'autore Maria non fa altro che rimandare al suo Unigenito, e se si compiace di esaudire le preghiere dei suoi devoti è solo per riannodarne le storie spezzate e irrorare ciascuna di esse della linfa vivificante della grazia. Le parole poste sulle labbra della Vergine non sono solo toccanti, ma anche profondamente innestate in una sapienza del credere che, passata indenne sotto le forche caudine di una certa critica teologica, non intacca né intorbida la gerarchia delle verità e anzi rafforza l'atto di fede, riscoprendone l'imprescindibile dimensione filiale.
Nel presente volume abbiamo raccolto alcuni dei più famosi testi apocrifi sulla beata Vergine. Essi coprono la sua storia, dalla nascita all'assunzione in cielo, e giustificano dunque il titolo che abbiamo voluto assegnare al testo: una "vita di Maria" è infatti quella che emerge, collateralmente al racconto dei vangeli canonici, dalla miriade di testimonianze apocrife con cui i primi secoli hanno confessato la propria fede nella Madre di Dio.
Con Romano il Melode (490-560 ca.) la Chiesa conosce una delle massime espressioni della poesia sacra. L'appellativo riconosciutogli lo individua come cantore per antonomasia, innovatore fecondo che ha elevato a vette sublimi il genere poetico che prenderà il nome di 'kontakion', al tempo stesso opera di preghiera, di catechesi e di storia religiosa. Romano è senz'altro "testimone eminente del sentimento religioso della sua epoca, ma anche di un modo vivace e originale di catechesi. Attraverso le sue composizioni possiamo renderci conto della creatività di questa forma di catechesi, della creatività del pensiero teologico, dell'estetica e dell'innografia sacra di quel tempo" (Benedetto XVI, Udienza generale del 21 maggio 2008). In questo volume sono raccolte alcune delle sue migliori composizioni.
Delle quattro omelie di Giovanni Damasceno dedicate alla madre di Dio, tre sono state raccolte nel presente volume: la prima commenta la natività della Vergine; le due che seguono si concentrano sulla sua dormizione. Lo stile, evocativo ma complesso per la densità dei suoi riferimenti teologici, è qui e là intervallato da ammiccamenti alla tradizione apocrifa e alla devozione più popolare.
Rue du Bac, n. 140, Parigi. È l'indirizzo della cappella che, da oltre un secolo e mezzo, è meta di incessante pellegrinaggio, perché in essa ebbero luogo le apparizioni della Vergine a Caterina Labouré e prese avvio la devozione della medaglia miracolosa. In questo libro Jean Guitton traccia dapprima la storia delle apparizioni e l'avventura spirituale di santa Caterina Labouré, giovane contadina e inserviente d'osteria divenuta figlia della Carità; successivamente analizza il messaggio della Madonna e il simbolismo teologico-spirituale della medaglia miracolosa, descritta dalla Vergine stessa alla veggente nel 1830. In queste visioni l'autore ritrova le grandi immagini bibliche che, dalla Genesi all'Apocalisse, parlano della Madre di Dio e del suo posto nella storia della salvezza. Sintesi dell'idea e dell'immagine, la medaglia permette di "rivelare il mistero ai poveri", ai piccoli, ai bambini e di aiutare così anche le persone più sprovvedute a salire ai livelli più eccelsi dell'orazione e della contemplazione. Contro l'obiezione che la medaglia costituisca un esempio di superstizione, l'autore propone un'acuta analisi della devozione popolare, da una parte, e dei fenomeni più misteriosi o problematici, dall'altra, rappresentati dalle visioni, che il Guitton qualifica come casi particolari di "profezia".
Il presente lavoro costituisce il completamento di una trilogia iniziata nel 2005 con la pubblicazione del Diario personale di Mariacristina Cella Mocellin (Una vita donata) e proseguita poi nel 2009 dalla sua Biografia (Cara Cristina, di A. Zaniboni). Questa edizione integrale delle sue lettere, in occasione del ventesimo anniversario della sua salita al cielo, tiene conto anche della meravigliosa storia di grazia che in questi anni ha accompagnato il cammino della figura di Mariacristina nella Chiesa e nel mondo.
In questo libro, piccolo ma prezioso, si parla di intere famiglie cinesi, uomini e donne, persone inserite pienamente con i loro figli nel loro Paese, che sono state "martiri" unicamente perché "cristiani". Con eroismo ammirabile non hanno avuto paura davanti alla morte che è stata loro minacciata, e hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e alla sua parola nella rivoluzione dei Boxeurs nel 1900. In tal modo sono diventati un esempio luminoso anche per la Chiesa dei nostri giorni, che - come ha denunciato più volte papa Francesco è a sua volta sottoposta in varie parti del mondo a persecuzioni violente e irrazionali.
Una maestra di spiritualità spiega ai bambini che cos'è il silenzio e lo fa raccontando la favola di un angelo mandato da Dio sulla terra a portare e custodire il silenzio. Silenzio non è solo tacere con le labbra, non parlare forte e non fare rumore. Il silenzio è molto di più: è un linguaggio che esprime realtà tanto grandi, belle e profonde, da non avere parole per dirle. È un linguaggio divino, senza parole, ma traboccante di amore e di bellezza. È come avere in cuore un immenso mare tranquillo, sul quale passa, come una carezza, il respiro di Dio.
La terza età oggi, rispetto al passato, è diventata più lunga e più agiata. L'autore di questo libro, anch'egli nella terza età, con linguaggio adatto a tutti e mescolando la propria esperienza agli studi in proposito, ne analizza le trasformazioni odierne ed i risvolti psicologici e sociali. Col desiderio di offrire al lettore un aiuto a viverla in serenità e dignità in tutti i suoi passi. Ne risulta una visione globale, nella quale la fede cristiana gioca un ruolo unitario e determinante.
Prendersi cura significa manifestare interessamento solerte e premuroso, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività, verso qualcuno o qualcosa; significa guardare con attenzione a colui che ha bisogno di cura senza pensare ad altro; significa accettare di dare o di ricevere la cura.