Troppo vicini per essere già storia. Sarà per questo che l’eredità italiana degli amati/odiati anni Ottanta stenta a trovare narratori. Paolo Morando ripercorre attraverso un racconto-reportage il decennio più ambiguo: vitale e al contempo feroce.
Italians do it better: sono le parole d’ordine lanciate da una maglietta indossata da Madonna, mentre Paolo Rossi diventa il simbolo di un’Italia che vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. Sono gli Ottanta: gli anni dell’edonismo, dell’arricchimento, quando eravamo un Paese invidiato da mezzo mondo. Gli adolescenti di allora ricordano quegli anni con nostalgia: Nikka Costa, Maradona, Goldrake, gli Europe di The Final Countdown, il tormentone Gioca Jouer, il Cacao Meravigliao di Arbore, Il tempo delle mele, il Ciao della Piaggio, il succo di frutta Billy, il piccoletto de Il mio amico Arnold, i Puffi, il Tom Cruise di Top Gun...
Eppure, a guardar meglio, è il decennio delle mode effimere e classiste, dell’imbarbarimento della politica e della convivenza civile. Di baby pensioni. E debito pubblico al galoppo. Nella Milano da bere ci si spranga per rubarsi Timberland e Moncler, divise d’obbligo dei giovani paninari che alle ideologie preferiscono ‘cuccare’. Mentre si applicano al gioco in Borsa e all’evasione fiscale, gli italiani si confrontano con l’arrivo dei primi ‘vu’ cumprà’. E dagli scontri in piazza tra fascisti e comunisti si passa a quello Nord-Sud, con l’alba delle Leghe e uno slogan che ancora oggi risuona negli stadi: Forza Etna!