Testo enigmatico e affascinante, teologicamente ricco e brillante nell’argomentazione, di anonimo autore e ignoto destinatario, l’A Diogneto presenta scorci grandiosi e coinvolgenti. Anche a motivo del linguaggio raffinato, capace di sfruttare sapientemente i mezzi della retorica, molti studiosi lo hanno giudicato un autentico gioiello dell’antichità cristiana. La data della sua redazione è incerta, ma gli esperti sono inclini a collocarla a cavallo tra
II e III secolo. Citato soprattutto per la definizione dei cristiani come «anima del mondo», che il Vaticano II accoglie in Lumen gentium 38, il suo manoscritto ci è pervenuto in maniera del tutto accidentale verso la metà del secondo millennio, mentre nessuna fonte antica ne parla.
Il volume propone il testo greco con un’elegante traduzione e un ricco apparato di note introduttive ed esplicative, sia nell’introduzione, sia lungo l’intera opera.
Sommario
Introduzione. 1. Testo, destinatario, autore, data, autenticità. 2. I contenuti dottrinali e i silenzi. Il metodo. 3. Eternità e storia. Il paradosso cristiano, anma del mondo. A Diogneto. Premessa. Apologia contro gentili e giudei. I cristiani nel mondo. L’irruzione di Dio nella storia. I cardini della fede. Esortazione finale. Bibliografia essenziale.
Note sul curatore
Giobbe Gentili (1929), già docente di latino e greco al liceo classico di Cesena, in ambito patristico ha curato l’edizione di due opere di Origene: Disputa con Eraclide. Introduzione traduzione e note a cura di Giobbe Gentili, Paoline, Alba 1971, e Omelie sulla Genesi e sull’Esodo. Introduzione traduzione e note a cura di Giobbe Gentili, Paoline, Alba 1976.