La testimonianza di una laica comboniana nella difficile Repubblica Centrafricana. Un'esperienza di missione che non solo diventa scuola quotidiana ma impegna tutta la persona, a volte fino ai limiti della resistenza.
Rosanna condivide tutto, la gioia, la sofferenza, il lutto, la grazia, la speranza e il rinnovamento.
Un viaggio per gli “altri” che diventa un percorso dentro se stessi, alla ricerca della vera natura umana, nella sua bellezza, nella sua fragilità, nella sua immagine divina.
«L'esperienza della missione era stata per me una scuola quotidiana che impegnava tutta la persona, a volte fino ai limiti di resistenza. Avevo condiviso tutto, la gioia, la sofferenza, il lutto, la grazia, la speranza e il rinnovamento.
In missione ci spogliamo di ciò che siamo nel nostro mondo, ci liberiamo delle nostre strutture mentali che impediscono al nostro spirito di volare e diventiamo quello che siamo nella nostra natura.
Incontriamo noi stessi, incontriamo quella creatura che Dio ha pensato e cui ha dato vita, incontriamo la natura umana nella sua bellezza, nella sua fragilità, nella sua immagine divina.
Il mal d'Africa, in fondo, penso sia questo; noi siamo nel mondo ma non siamo del mondo, e il nostro spirito che si alza al di sopra del mondo trova nella dimensione più naturale lo spazio di libertà per essere più vicino a Dio.»