Alla lontana, alla prima luce del mondo di Alberto Toni è un libro dalla bellezza misteriosa e sfuggente. E come a volte accade dei libri in cui la bellezza si manifesta naturalmente, si stenta a capire la ragione di questa emozione di lettura. Non si incontrano eventi numinosi, scorrendo queste pagine, né lampi rivelatori, quei nodi snodati che danno il passo rivelante a molti libri brucianti e durevoli. Qui invece tutto scorre come in un film limpido e come animato da una quotidianità fuori dal tempo. Le poesie dedicate ai grandi trovatori sono forse una chiave sottile di lettura, in un poeta che peraltro non ama, o sa ben celare, ogni intenzione allegorica: certo Toni «trova», semplicemente, scrive occasioni, nel tempo che scorre. Alberto Toni ha scritto sempre versi riconoscibili, ha insomma una sua cifra personale, una propria voce, ma mai come in questo libro l’ha portata ai vertici. Un poeta che nel primo decennio del terzo millennio ci presenta un canzoniere in cui dominano la lezione di Orazio e Ungaretti, lo scorrere quieto del tempo e la percezione lirica molecolare del mondo: «non c’è motivo di resa, anzi per te nuove/ note, quegli accordi, senti, da foglia/ a foglia, da mare a mare, se mi raccogli/ e mi porti con te solo per un momento». Roberto Mussapi.