DESCRIZIONE: Per Plessner, il fatto che la filosofia non abbia risposte è già una risposta, è la presa d’atto che la complessità della vita non può prevederne di nette e conclusive, se non a discapito del vero. Se risolvere problemi è possibile, sciogliere enigmi non lo è: piuttosto si tratta di riproporli da un’angolazione diversa, alla luce del tempo e dello spazio trascorsi. Uno di questi enigmi riguarda l’uomo.
Nei saggi qui tradotti egli tenta per un verso di fornire un fondamento e uno statuto all’antropologia filosofica, delineandone compiti, funzioni, obiettivi, strumenti; per un altro, cerca di far fronte alle obiezioni di fondo avanzate da Martin Heidegger nei confronti di tale disciplina, che rischiarono fin dal principio di minarne alla radice pretese e legittimità.
Le due prospettive restano separate e antitetiche, poiché quella di Heidegger resta un’ontologia a cui la vita umana serve da sostegno; quella di Plessner, un’antropologia, che tutt’al più apre alla metafisica. Ma nonostante le strade divergano, entrambe conducono, dall’alto e dal basso, al medesimo punto di contatto, all’uomo absconditus, misterioso e incomprensibile quanto un Dio.
COMMENTO: La traduzione di un piccolo classico del pensatore del '900 che ha fondato l'antropologia come disciplina filosofica.
HELMUTH PLESSNER (1892-1985) è stato, con Scheler e con Gehlen, uno dei fondatori dell’antropologia filosofica contemporanea. Tra le sue opere in italiano: I gradi dell’organico e l’uomo. Introduzione all’antropologia filosofica (Bollati Boringhieri 2006); Potere e natura umana (Manifestolibri 2006); Antropologia dei sensi (Raffaello Cortina 2008).
ORESTE TOLONE insegna Antropologia filosofica all’Università di Chieti. Per Morcelliana ha curato di Bernhard Welte, Sul male. Una ricerca tomista (2008).