La costituzione di una disciplina presentata dal suo fondatore e analizzata nelle sue implicazioni con i più diversi ambiti del sapere
In cinquant’anni di ricerche, Julien Ries ha via via elaborato, attraverso centinaia di articoli, saggi, volumi, i tratti di un’antropologia del sacro che costituisce il suo contributo più importante e originale alle ricerche sulle religioni. Prendendo spunto dalla pubblicazione dei primi sei volumi delle Opere complete, che raccolgono i suoi scritti di carattere teorico e storiografico, questo libro, nato da un incontro svoltosi all’Università Cattolica del Sacro Cuore e introdotto dal Rettore Lorenzo Ornaghi, intende tracciare un profilo dello studioso e della disciplina che ha voluto edificare.
Dopo una presentazione, redatta dallo stesso Ries, dei caratteri fondanti della sua «nuova antropologia religiosa», Fiorenzo Facchini rintraccia le manifestazioni del senso religioso nella preistoria, mentre Régis Boyer esamina, alla luce dell’idea di homo religiosus, diverse versioni del termine «dio». Il tema dell’antropologia religiosa di Ries è quindi sviluppato in relazione a un campo specifico, quello delle arti, da Christine Kontler, che tratta del rapporto fra arte e sacro nella Cina antica, e da Roberto Mussapi, che studia il caso del teatro. La prospettiva interpretativa di Julien Ries da strumento di indagine si fa quindi oggetto di analisi nei saggi di Maria Vittoria Cerutti, Silvano Petrosino e Natale Spineto, che la prendono in esame nelle sue implicazioni storico-religiose e filosofiche.
Una biografia e una bibliografia completa di Ries concludono l’opera, che costituisce la prima indagine monografica sulla personalità scientifica dello studioso belga.