"Arcana Mundi", la grande raccolta curata da Georg Luck, comprende testi da Omero sino al V secolo dopo Cristo, dedicati a tutto ciò che era segreto nel mondo greco-romano. Il primo volume raccoglie scritti dedicati alla Magia, ai Miracoli e alla Demonologia; il secondo testi sulla Divinazione, l'Astrologia e l'Alchimia. Due idee principali erano attive: da un lato, quella che vedeva l'universo come un immenso complesso di rapporti, per cui qualsiasi fenomeno in una parte del mondo agiva su un altro fenomeno, non importa quanto remoto: dall'altro, il desiderio di acquistare potere, sia sugli uomini sia sugli dèi. Attorno alla magia c'era scienza, venerazione, terrore, gioco, truffa, imbroglio, esercitazione retorica. Se ne occupò la filosofìa, che specie col neoplatonismo studiò i misteri dei dèmoni. Ne fu attratta la poesia, che con Seneca e Lucano edificò, attorno alle streghe della Tessaglia, una specie di smisurata teologia della tenebra.
Con ricchissima documentazione e limpida scorrevolezza, il libro di Luck permette a qualsiasi lettore, anche a chi non sappia nulla di antichità classica, di seguire la storia dell'Arcano. Si comincia da Circe che trasforma gli uomini in bestie, e da Odisseo, che compie nell'Ade i suoi riti da negromante. E poi quanti prodigi e incantesimi: Medea strega un gigante di bronzo: Simeta cerca di attrarre un uomo che la fugge: le maghe d'Orazio uccidono un bambino per preparare una pozione amorosa: la luna discende schiumando sulla terra: un'operazione magica ridà a un ragazzo la potenza sessuale: Lucio diventa asino: nel santuario di Asclepio, a Epidauro, avvengono sogni, visioni e guarigioni miracolose: gli dèi mandano messaggi: i dèmoni e i morti rivelano il futuro: Atossa evoca l'ombra di Dario: Scorate ascolta la voce profetica: ogni notte cavalli e uomini continuano a combattere a Maratona: qualcuno esorcizza un demone che possiede un malato con parole egiziane ed ebraiche: un pugile combatte per amore con un eroe-demone: un sacerdote evoca il dio di Piotino... Tutto il mondo greco-romano è presente -tragico, demoniaco e divertentissimo - in questa raccolta incomparabile.
Indice - Sommario
Introduzione generale - La ricerca recente sulla magia antica
Indicazioni bibliografiche
TESTI E TRADUZIONI
Parte Prima - MAGIA
- Introduzione
- Omero, Odissea X 203-347
- Teofrasto, Caratteri 16 (La superstizione)
- Apollonio Rodio, Argonautiche IV 1635-90
- Teocrito, Idilli 2. (Le incantatrici)
- Catone, L'agricoltura 160
- Varrone, L'agricoltura I 2, 27
- Marcello Empirico (?), I medicamenti XV II
- Orazio, Epodi 5
- Orazio, Satire I 8
- Virgilio, Ecloghe 8, 64-109
- Virgilio, Eneide IV 450-705
- Seneca, Ercole sul monte Eta 449-72
- Seneca, Medea a) 6-2.6 b) 670-842.
- Petronio, Satyricon 130, 7-131, 5
- Tacito, Annali II 69, 3
- Iscrizioni Latine (ILS II 1, 3001 = CIL XI 2, 4639)
- Tavolette di Maledizione (DT 286 B)
- Papiri Greci Magici 4, 297-408
- Papiri Greci Magici 4,154-242
- Papiri Greci Magici 3,, 591-609
- Papiri Greci Magici 4,1496-546
- Papiri Greci Magici 5,1-25
- Papiri Greci Magici 13, 242-4; 261-5; 277-81; 290-6
- Papiri Greci Magici 12, 121-43
- Papiri Greci Magici a) 15, 61-71 b) 12, 238-40; 244-6
- Papiri Greci Magici 4, 2943-66
- Papiri Greci Magici 4, 3086-124
- Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana a} IV 44 b) VIII 7, 9-10
- Luciano, Gli amanti del falso 14-7
- Apuleio, Apologia a) 25-7 b) 42-3
- Apuleio, Metamorfosi III 21-8
- Plotino, Enneadi IV 4, 40-4
- Porfirio, Vita di Plotino 10
- Giamblico, I misteri degli Egiziani IV 2, 183-4
- Eusebio, Preparazione al Vangelo IV I, 6-9
- Plotino, Enneadi II 9,14
- Porfirio, Lettera ad Anebo 46-9
- Giamblico, I misteri degli Egiziani I 9, 29-32
- Giamblico, I misteri degli Egiziani II 2, 95-8
- Eunapio, Vite dei filosofi e dei sofisti V 2, 1-7
- Eunapio, Vite dei filosofi e dei sofisti a) VI II, 6-10 b) VII I, I-3 c) VII 2, I d) VII 2, 6-3, 3
Parte Seconda - MIRACOLI
- Introduzione
- Iscrizioni Greche (SIG3 1168, 1-10 - IG IV 951-2)
- Apuleio, Florida 19
- Iscrizioni Greche (SIG3 1170 = IG IV 955)
- Elio Aristide, Orazioni 48, 30-5 (Secondo discorso sacro)
- Elio Aristide, Orazioni 48, 74-8 (Secondo discorso sacro)
- Luciano, Gli amanti del falso 10-3
- Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana VII 38-9
- Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana IV 45
- Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana III 38
- Eunapio, Vite dei filosofi e dei sofisti VI 6, 5-8, 3
Parte Terza - DEMONOLOGIA
- Introduzione
- Omero, Odissea XI 12-224
- Esiodo, Le opere e i giorni 109-88
- Eschilo, Persiani 607-99
- Platone, Apologia di Socrate a) 33c-e b) 39c-40b
- Pausania, Guida della Grecia I 32, 3-5
- Pausania, Guida della Grecia X 28, 1-29, 1
- Papiri Greci Magici 4, 3007-86
- Seneca, Edipo 530-626
- Lucano, La guerra civile VI 413-830
- Plutarco, Il tramonto degli oracoli 16-8, 418e-419e
- Plutarco, Il tramonto degli oracoli 9-11, 414e-415d
- Plutarco, Il tramonto degli oracoli 15, 418c-d
- Plutarco, Iside e Osiride 26-7, 361a-e
- Plutarco, Consolazione ad Apollonio 14, 109a-d
- Pausania, Guida della Grecia VI 6, 7-11
- Apuleio, Metamorfosi II 21-30
- Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana IV 20
- Porfirio, Vita di Plotino 10
- Giamblico, I misteri degli Egiziani I 20, 61-3
- Giamblico, I misteri degli Egiziani II 1, 67-2., 69 Eusebio, - Preparazione al Vangelo IV 5, 1-3
- Eliodoro, Etiopiche VI 14-5
COMMENTO
- Magia
- Miracoli
- Demonologia
Prefazione / Introduzione
Dall'introduzione generale "LA RICERCA RECENTE SULLA MAGIA ANTICA"
Si può dire che la magia antica preannunci la scienza e la tecnologia moderna. Se accogliamo la tesi di James Frazer secondo la quale l'umanità, nel corso della sua evoluzione, sarebbe passata attraverso i tre stadi della magia, della religione e della scienza, ne consegue che tra magia e scienza dovrebbe esserci qualcosa in comune. Entrambe formulano leggi: nel caso della scienza queste leggi risultano esatte, mentre nel caso della magia, dal moderno punto di vista, risultano in larga misura false. E stato osservato che sul piano psicologico c'è un rapporto di affinità tra la magia antica e la tecnologia moderna. Nel mondo moderno molte persone usano la tecnologia loro disponibile senza conoscere effettivamente in che modo e perché essa operi. Nel loro atteggiamento di fiducia ingenua queste persone sono paragonabili agli uomini antichi, che confidavano in una magia che si presumeva operante a tutti gli effetti.
Nel suo articolo "In Search of the Occult: un Annotateci Anthology", C.R. Phillips III offre molte osservazioni preziose sull'edizione inglese di "Arcana Mundi". Come fondamento generale egli adotta la visione della magia che è stata propria degli antropologi inglesi del diciannovesimo secolo. Secondo Edward Taylor, per esempio, la magia era o cattiva religione o cattiva scienza: cattiva religione perché non si era evoluta nella direzione del Cristianesimo; cattiva scienza perché non si era sviluppata nella direzione
della tecnologia moderna. In tali direzioni avrebbe invece dovuto evolversi la magia, come rileva Phillips, dal momento che le teorie di Darwin, trasferite dalla zoologia alla storia della civiltà, prevedono un'evoluzione di questo tipo.
Phillips cita E. Leach: "Dapprima la scienza fu definita come la conoscenza e l'azione che si fonda sulla "corretta" valutazione del rapporto causa-effetto; a sua volta la determinazione di ciò che è corretto risultava individuata dai sillogismi della logica aristotelica e dal determinismo meccanicistico della fisica di Newton. Il resto fu superstizione. Dalla superstizione fu poi distinta la religione: la definizione minima di religione fu diversa da studioso a studioso...; il resto fu magia. Successivamente la magia fu distinta da alcuni in magia bianca (buona) e magia nera (cattiva). La magia nera, ribattezzata stregoneria, fu poi distinta dall'arte magica e così via".
E del tutto evidente che distinzioni di questo genere erano possibili solo se si partiva da certezze consolidate e da una conseguente posizione di superiorità. Se si sa qual'è la vera religione, allora si può anche definire la magia, poiché essa è diversa. Se si sa che cosa può fare la scienza vera, si è anche capaci di individuare la pseudo-scienza, poiché essa è diversa. Questa conoscenza soggettiva, come rileva Phillips, non è di per sé sufficiente: noi abbiamo anche bisogno di sapere che siamo una forte maggioranza e che, se necessario, possiamo imporre le nostre convinzioni. Nel mondo antico, naturalmente, la stragrande maggioranza credeva nella magia.
E più difficile precisare in che cosa la magia differisca dalla religione. La magia antica attinse abbondantemente dalla religione, con tutta probabilità da culti e da riti che non sono ben testimoniati. Si ha l'impressione che la magia sia cresciuta, come un fungo, su un substrato religioso: essa faceva uso di cerimonie religiose, di appellativi divini e di elementi tipicamente liturgici. La magia è sempre stata maestra di ambiguità poiché, operando in una zona di penombra, sfrutta deliberatamente le tradizioni religiose con la pretesa di ottenere risultati migliori.
Alcuni criteri che sono stati proposti per distinguere la magia dalla religione possono essere presi come direttive generali: la magia manipola, la religione chiede con umiltà; la magia impiega i suoi strumenti per scopi precisi, la religione mette in risalto gli scopi in sé stessi; la magia si concentra sui bisogni privati, la religione sulle necessità della comunità; le operazioni magiche tendono a essere private e segrete (spesso si svolgono di notte), mentre i riti religiosi hanno luogo all'aperto, di norma durante il giorno, e sono accessibili a tutti; la magia è caratterizzata dal particolare rapporto che si instaura tra chi pratica la magia e il suo cliente, la religione da quello che si instaura tra un fondatore, guida o profeta, e i suoi seguaci. Le preghiere agli dèi celesti sono normalmente pronunciate a voce alta, mentre le formule magiche indirizzate a un demone o a una divinità del mondo sotterraneo erano recitate, a quanto pare, o in silenzio o con un suono sibilato, il susurrus magicus.
Una valutazione equilibrata è quella offerta da R. Arbesmann: "Mentre nella preghiera l'uomo cerca di indurre un essere superiore a soddisfare i suoi desideri con la persuasione, chi recita una formula magica tenta di costringere quell'entità superiore o di forzare l'esito nella direzione dei suoi propri scopi attraverso le parole precise della sua formula, alla quale attribuisce un potere innato e infallibile. Mentre nel primo caso la risposta all'invocazione dell'uomo dipende dalla volontà dell'essere superiore, nel secondo si ritiene che il vincolo che la formula magica crea nell'essere superiore sia incondizionato e tale da produrre automaticamente l'esito desiderato". Ma con cautela Arbesmann aggiunge:
"A dire il vero, in molti atti rituali i due atteggiamenti coesistono e spesso si compenetrano così a fondo l'uno nell'altro che diventa difficile, per non dire impossibile, stabilire quale dei due atteggiamenti sia presente o prevalente. E anche vero che dei due modi di comportamento quello che assume chi recita la formula magica è più grossolano. Questo non giustifica però la conclusione che la formula magica sia più antica della preghiera e che la preghiera altro non sia se non uno sviluppo della formula magica... ".