Era triste, quel giorno, Massimiliano Calabrò, cronista di nera. Gli occhi, di un celeste talmente acceso da risultare irriverenti, erano come persi e, al fondo, rammaricati. Perché descrivere la morte di quella donna, non più giovane eppure bellissima, gli occhi di un giallo colore delle foglie autunnali, meravigliati, quasi la coltellata in mezzo al petto l'avesse colta di sorpresa, aveva messo a dura prova la sua abitudine all'orrore di cronista di nera che sempre arrivava, per primo, o per tempo, dove un delitto o un fatto di grave violenza s'erano verificati.