Rubacuori, per tutti Ruby, è un cane meticcio come tanti, o forse no. Possiede un nome, una sorella quadrupede, una cuccia, una ciotola, un pallone arancione un po' sgonfio ma molto comodo, un documento con la sua identità, un guinzaglio rosso e uno nero. Eppure non è sempre stato così. Ruby ha vissuto otto interminabili anni in un canile senza mai uscire dal suo box. Ha conosciuto la fame, la sofferenza e la solitudine. Poi, un giorno, una famiglia lo ha finalmente adottato. Da allora, anche se non più cucciolo, Ruby ha iniziato a vivere, ha cominciato ad amare e ha imparato a giocare. Ha scoperto di avere, oltre alla sua prima vera casa, anche una nuova vita davanti a sé. Ruby infatti ci insegna che, nonostante tutto, c'è sempre una luce in fondo al buio, e quel buio non è mai per sempre. Non bisogna cedere alla tentazione di abbandonare la speranza. E proprio per dare speranza a chi il suo lieto fine non l'ha ancora trovato, si è messo in gioco. Dal 2008 è diventato presidente dell'associazione Secondazampa, che si occupa di animali in cerca di adozione. E, qualche mese fa, ha deciso di scrivere e pubblicare la sua autobiografia. Perché la vita, vista dai suoi 60 cm di altezza, adesso non è poi così male.