L'incontro tra Anna Maria Ortese e Dario Bellezza avviene a Roma, nella casa di Graziana Pentich, moglie di Alfonso Gatto, agli inizi degli anni Settanta, durante una cena in cui sono presenti anche Alberto Moravia e Dacia Marami. Anna Maria ha cinquantasei anni, Dario venticinque. Per Bellezza la Ortese è subito una Voce, anzi, la Voce: divina, melodiosa, inafferrabile. Lei sta lavorando al suo romanzo più angelico e infernale, "Il porto di Toledo"; lui si prepara a pubblicare la raccolta di versi "Invettive e licenze" (1971), che sta per imporlo all'attenzione della critica. "Ecco il miglior poeta della nuova generazione" lo saluta Pier Paolo Pasolini. Nel 76, Dario Bellezza vince il Premio Viareggio con la silloge "Morte segreta". Da allora, e fino alla sua morte, avvenuta nel marzo del '96 per Aids, i due sono inseparabili. L'intenso epistolario indirizzato a Bellezza è una testimonianza preziosa della loro relazione, totale, esclusiva, non priva di incomprensioni. Opera compiuta in se stessa e che apre spiragli di un fulgore talvolta crudele sull'esistenza di entrambi, le lettere dell'Ortese svelano il terreno da cui sono nati alcuni dei suoi racconti e romanzi e testimoniano di un periodo della sua creatività altrimenti oscuro.