Bibbia e letteratura: un binomio che parte da molto lontano, nella storia che ha fatto la nostra civiltà e la nostra cultura, e che si confonde con la scientificità degli antichi Padri, dei Cantori, dei Filosofi e la fantasia dei Poeti, dei Narratori, degli appassionati di sacre rappresentazioni. Quel che rimane e rimarrà della Parola di Dio e della parola dell'uomo che vuole accostarsi, calato nella sua storia, alle pagine bibliche. Il volume analizza grandi opere letterarie di tutti i tempi che hanno preso lo spunto dalle pagine bibliche, nella passione, nell'estasi, nell'inquietudine, nella lotta spirituale, negli ambiti insomma che sono vitali per l'uomo. Quella poesia dell'infinito, dei grandi spazi, del tempo immemorabile, delle vuote latitudini, delle solitudini attraversate da voci che colloquiano con Dio, che aprono le primissime pagine bibliche, si riversano in opere di poesia, di narrativa, nate nell'animo, nel cuore e nella fantasia di grandi scrittori. In tal senso il volume, seguendo la classica divisione biblica - Antico e Nuovo Testamento - ripercorre Il paradiso perduto di John Milton, il ciclo de Le storie di Giuseppe di Thomas Mann, Il trittico romano di Giovanni Paolo II, Giobbe di Joseph Roth, fino ad arrivare ai romanzi sulla vita di Cristo e alle suggestive visioni dell'Apocalisse. È un modo - saggistico-letterario - per dimostrare quel che affermava Julien Green: «Soltanto la Bibbia è eternamente giovane, come un torrente di montagna che rotola da migliaia di anni».