Siamo a fine Ottocento. L'aria di Capo Scirocco è tiepida e profumata di glicine la mattina in cui Rita Agnello, nobildonna di gran carattere e bellezza, nota un ragazzo che dorme sotto un arco. Approdato in Sicilia con solo pochi stracci e la sua potente voce da tenore, Luigi è giunto a Capo Scirocco su un carro, al riparo di un oggetto prodigioso e sconosciuto: "una grossa goccia nera e lucida, tutta piatta sopra e come tagliata da un lato". Ovvero un pianoforte a coda, che il giorno prima ha visto scaricare al porto. Adesso ne ha perso le tracce, ma ha trovato una benefattrice. La signora, sfidando ogni convenzione sociale, lo accoglie con tutti gli agi a palazzo Platanìa e gli offre un'educazione aristocratica: Luigi studia canto, frequenta i salotti della città, assapora il vento che le dà il nome e che si dice faccia impazzire le donne. Rita pare sempre più vitale, meravigliosa agli occhi del ragazzo che nel frattempo ha ritrovato il pianoforte: appartiene ad Anna, la giovane figlia di un mercante di agrumi. Ogni sera la ascolta suonare dalla strada, sogna di stregare le platee di mezzo mondo come cantante lirico e si sente già cresciuto, quasi uomo. Ma quando soffia lo scirocco, due donne nella mente di un ragazzo sono troppe. In un romanzo che ha la forza di un classico, Emanuela Abbadessa dà vita a una Sicilia voluttuosa e nobile, e ci racconta come il demone d'amore, in tutto simile a un vento caldo o a una melodia struggente, accende i desideri e travolge i cuori.