Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte.
Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po’ medievale e un po’ no (il suo riferimento è l’opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l’invasione musulmana, l’Inquisizione e il martirio delle streghe.
Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un’orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi’ ’Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) – sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno – e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone – detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino – fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza.
E, infine, un saggio sulla morte. Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall’inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l’attesa della morte, la coscienza che siamo mortali.
Questa coscienza l’abbiamo solo noi. Qualche volta ce ne dimentichiamo, ma in realtà essa è sempre con noi, come un avvoltoio sulla spalla. O forse come un angelo custode, perché, se ne fossimo privi, tutto sarebbe insulso, privo di senso. È questa la dannazione, ma anche la meraviglia, di essere uomo. O donna. O bambino.
Silvana De Mari
L'AUTORE
Silvana De Mari è un medico. Un medico che scrive. Ha un figlio, un marito, una sorella, nipoti, alcuni amici e dei vicini di casa. Vive in mezzo ai boschi e alle vigne. Ha un cane e lo porta fuori tutte le mattine, in mezzo alle vigne e ai boschi. Possiede un minuscolo frutteto e sa potare. Tra i suoi libri, ricordiamo i fantasy di straordinario successo: La bestia e la bella, L’ultimo elfo, L’ultimo orco, Gli ultimi incantesimi, il saggio Il drago come realtà (tutti editi da Salani) e il romanzo Il gatto dagli occhi d’oro (Fanucci).