Perché la Chiesa cattolica italiana è oggi poco profetica? Dove nasce il rifiuto della profezia? Quali gli spazi di discernimento personale e comunitario per distinguere le false profezie dalle vere?
Da Mosè ai nostri giorni, i profeti, non sono mai mancati. E non mancheranno mai. Eppure c’è scarsa accoglienza e, spesso, ostilità e rifiuto nei loro confronti.
Per essere espliciti: perché la Chiesa cattolica italiana è oggi poco profetica? Dove nasce il rifiuto della profezia?
Le dinamica che determina l’oscuramento della profezia è tipica delle istituzioni in crisi. È un grave sintomo del loro disagio non accogliere le voci profetiche, proprio perché queste puntano il dito su zone d’ombra, quali la gestione del potere, la facoltà di scelta dei responsabili, l’amministrazione delle risorse finanziarie. Si tratta di aspetti di vita comunitaria su cui la resistenza al cambiamento delle istituzioni è massima.
Si potrebbe facilmente obiettare che, da sempre, non solo nella Chiesa cattolica, ma in tutte le comunità di fede o nelle istituzioni umane di qualsiasi genere, i profeti hanno incontrato difficoltà. Quindi, nulla di nuovo oggi: profezia e profeti hanno poco spazio in istituzioni, poteri e affari.
Tuttavia questa risposta sta un po’ stretta.
Infatti, l’impegno affidato dal Cristo ai suoi discepoli di testimoniare il Vangelo, sempre, dovunque e a qualsiasi costo, non è rivolto solo ad alcuni di essi ma a tutti. Dunque, la profezia deve essere atteggiamento proprio di tutti i cristiani.
L’approfondimento contenuto in queste pagine lucide ed essenziali rappresenta una coraggiosa analisi dello stallo nel rinnovamento ecclesiale, ossia nella ricerca di un modo più autenticamente evangelico di vivere la missione nel mondo, senza diventare del mondo.