"Ogni traduzione è un'interpretazione, come lo è già la comune lettura. Chi legge è vincolato alla fissità del testo - non può cambiarlo: ne viene interrogato, ma al tempo stesso lo interroga.
Questa singolare circolarità rende diverso chi legge e insieme diversifica il testo, ne moltiplica i sensi".
Bastino queste parole di Salvatore Natoli per introdurre alla versione del Qohelet di Amos Luzzatto: il libro della Bibbia più discusso da teologi e filosofi, perché tocca i dilemmi dell'esistenza umana, mostra qui un altro suo volto, femminile. Chi era Qohelet? Perché il suo nome porta una desinenza femminile?
"Perché Qohelet, almeno 'quel' Qohelet che parla, è proprio donna", spiega Luzzatto: "una donna sapiente, forse un'allieva del re Salomone, che gli fa da portavoce in vecchiaia".
La nuova traduzione del Qohelet qui presentata è una riflessione ebraica sui suoi enigmi: gioventù e vecchiaia, vita e morte, divenire ed eternità. Un libro sapienziale, appunto, perché ha per oggetto la ricerca (capire la realtà), l'utilità (scienza pratica), la rettitudine (il giusto fare) e la verità (scienza, fede, etica).
Una lettura biblica che insieme offre elementi per un pensiero ebraico al banco di prova di problematiche etiche e anche scientifiche.