Della chiesa si parla, tanto, da sempre. Gli slogan si rincorrono: chiesa si è, non si fa; Cristo sì, chiesa no; libera chiesa in libero stato; Dio è gratis, la chiesa no. Alla pletora di luoghi comuni si affianca la critica, serrata e più o meno ragionata e ragionabile, delle “scomodità” ecclesiastiche di ieri, di oggi, di sempre. La chiesa dà a pensare. Parlarne è già un modo per approcciare quell’una complexa realitas (Lumen Gentium 8) in cui la tradizione del pensiero, ad ogni latitudine, ha sempre individuato la doppia fraseologia dell’istituzione e del mistero.
Il volume intende sintonizzarsi su quel particolare “linguaggio” misterico e istituzionale che è la presenza del “noi” della chiesa nel mondo e nella storia, soffermandosi sull’immagine della chiesa “corpo di Cristo” (D. Harrington) e sulla dimensione teologica (S. Dianich).
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha insegnato in diverse università ed è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti); La Chiesa e le sue chiese.Teologia e architettura (San Paolo); Chiesa in missione ed Ecclesiologia. Questioni di metodo e una proposta (Paoline). Daniel Harrington, gesuita, è nato ad Arlington, nel Massachusetts, e ha completato i suoi studi a Boston.Tra i suoi titoli di studio figurano un grado onorario conferito nel 2009 dal Boston College e un dottorato conferito da Harvard in lingue e letteratura del Vicino Oriente. Dal 1972 al 2008 è stato docente di Nuovo Testamento presso la Weston Jesuit School of Theology. General editor di New Testament Abstracts, è autore assai prolifico. Ha infatti all’attivo la pubblicazione di più di quaranta volumi.