IL LIBRO
Allan Bloom pubblicò questo saggio nel 1987. Dopo oltre vent’anni possiamo dire che le sue tesi, allora strenuamente combattute dalla sinistra liberal, si sono rivelate profetiche e godono di una considerazione sempre più ampia.
A giudizio di Bloom la cultura americana – ma lo stesso vale per la cultura di qualsiasi democrazia occidentale – vive dagli anni ’60 una crisi profonda, dietro un’apparenza di liberazione e creatività. Caduto il tradizionale confine tra l’accademia e la società, una miriade di rivendicazioni ha fatto irruzione nelle università, direttamente dalla società e dalla politica, scardinando un sistema senza proporne uno alternativo. Nelle nostre democrazie governate dall’opinione pubblica, la scuola non è più un’isola di libertà intellettuale, dove tutte le opinioni sono prese in esame senza restrizioni e pregiudizi, ma si è trasformata nel magazzino delle influenze più nocive prodotte dalla cultura popolare: prime fra tutte il relativismo e un malinteso senso dell’uguaglianza (il multiculturalismo), uniti in un’intenzione morale. In base a questo nuovo e pericoloso conformismo, la verità non esiste più e crederci, più che un errore, è un segno di intolleranza. Agli occhi di studenti e professori il relativismo è il nutrimento di una mente aperta, per la quale le diverse culture hanno tutte lo stesso peso, mentre le religioni non sono altro che opinioni, senza nessun rapporto con la conoscenza. L’apertura mentale si è così trasformata in chiusura: al sapere, ai valori, alle differenze, ai fatti.
Per Bloom l’università deve tornare ai classici occidentali della filosofia, della letteratura, dell’arte, della storia. Deve rimettere al centro i libri e il loro studio, perché l’apprendimento sui libri è il più grande contributo che un professore può dare ai suoi studenti. Deve rielaborare il concetto greco di educazione, che mira alla realizzazione di tutto il potenziale umano naturale e alla ricerca del bene attraverso la ragione. Ciò che è essenziale nei dialoghi di Platone può essere riproposto in qualsiasi tempo perché esiste una sola, vera comunità degli uomini: quella di coloro che desiderando sapere ricercano la verità.
L'AUTORE
Allan Bloom (1930-1992) è stato un insigne filosofo e un brillante scrittore. Ha insegnato nelle università di Tel Aviv, Toronto, Chicago, a Yale e alla Cornell University. Tra le sue opere, ricordiamo Giants and Dwarfs. Essays, 1960-1990 e Shakespeare on Love and Friendship. Saul Bellow si ispirò all’amico e collega di università Allan Bloom per il protagonista del suo romanzo Ravelstein.