In terra c’è una borsa aperta, contiene già alcuni indumenti da notte, dei documenti, un tubetto di dentifricio. Manca solo un libro, e poi può essere chiusa. Sul vialetto davanti a casa è parcheggiata l’auto di un’amica, la persona che accompagnerà Brenda in ospedale.
Il libro che verrà infilato proprio sotto la zip è la prima cosa che lei prenderà in mano, quando si ritroverà in una stanza vuota, in un luogo che nemmeno riesce a immaginare. È una scelta importante, dev’essere il libro giusto, e Brenda Walker, scrittrice e docente di letteratura, è sempre vissuta di libri.
Ora che è diventata anche altro – una paziente – non può abbandonare la narrazione.
La diagnosi di tumore al seno è stata come una vertigine, la sensazione di precipitare in caduta libera. La paura per sé, per quel figlio che ancora deve finire di crescere, e poi la consapevolezza dei passi da compiere: leggeri ma decisi, via dalla morte, verso uno scopo. Verso la speranza. Sono cinque le fasi di questo pericoloso viaggio e i titoli hanno un suono netto, inequivocabile: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, ricostruzione, sopravvivenza.
Viaggio scandito dai libri giusti, quelli che offrono sostegno ma non per forza consolazione, perché se uno scrittore può portarci in luoghi strani, difficili, le sue sono mani fidate. Quei libri che ci fanno vivere altre vite, altri amori, altre paure che la nostra singola esistenza non può contenere. Il percorso tumultuoso di Brenda verso la guarigione, grazie ai libri, è diventato denso di bagliori, rivelazioni che hanno tenuto a bada la paura. Così ha riletto – e noi con lei – da Don DeLillo a Dante, da Beckett a Karen Blixen, da Nabokov a Dickens, da Tolstoj a Cunningham, da Remarque a Coetzee.
Non vuole fuggire dalla realtà, Brenda, vuole acquisire una più profonda consapevolezza dell’amore di madre, della somiglianza tra fratelli, della meraviglia del corpo, della dolcezza di un’amicizia, di tutto ciò che la possibilità della nostra morte rende essenziale comprendere.