COMMENTO ALLA LETTERA AI GALATI
Autore: AMBROSIASTER
Editore: CITTA' NUOVA
Data di pubblicazione: Gennaio 1987
Collana: CTP
Codice: 9788831130615
Dimensioni: 12,8 cm x 19,7 cm x 1,4 cm
Peso: 175 g
Pagine: 144
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Descrizione di "COMMENTO ALLA LETTERA AI GALATI"
INTRODUZIONE
Premessa
Insieme con il Cronografo Anonimo del 354 e lo Ps-Dionigi Areopagita, l'Ambrosiaster, pur rimanendo nel più completo anonimato, ha avuto un considerevole influsso sull'evoluzione della dottrina teologica. Anzi questo anonimato resta ancor più sconcertante se s; considera l'ampiezza e completezza dell'opera rimastaci: il commento a tutto l'Epistolario paolino, eccezion fatta per la Lettera agli Ebrei. E ciò a confronto con la quasi totale perdita del commento di Caio Mario Vittorino e degli altri scritti analoghi più o meno coevi.
Il Cronografo del 354 costituisce in Occidente un momento di particolare interesse per la storiografia cristiana antica, giacché coniuga insieme l'esigenza cronachistica classica (centrata sui personaggi ed eventi di rilievo storico-politico-sociale ed etnologico, e finalizzata alla narratio, delectatio ed exhortatio) con quella cristiana emergente (centrata sui fatti della Chiesa nel mondo): in tal modo dà vita ad una cronaca sinottica nella quale si affiancano imperatori e vescovi di Roma, martiri e consoli.
Lo Ps-Dionigi, di incerta collocazione storica, costituisce a sua volta un punto di confluenza e cristallizzazione della teologia e della dottrina neoplatonica tale che le conseguenze si faranno lungamente sentire nel seguito della riflessione della Chiesa. E questo pur rimanendo anch'egli del tutto anonimo.
L'Ambrosiaster, con il suo Commentarius e le Quaestiones Veteris et Novi Testamenti, anonimo influirà sulla successiva speculazione teologica.
I. Contesto storico-dottrinale
L'Ambrosiaster — con il Cronografo — è contemporaneo di papa Damaso (364-383). Questa contemporaneità e la sua accertata presenza e attività in Roma lo collocano in un momento denso di avvenimenti per la storia della Chiesa. Lo scorcio finale del secolo IV vede volgere finalmente al termine la grande disputa ariana (almeno nella sua fase «trinitaria») e quella sorta intorno al Concilio di Nicea (325).
Quello che era stato voluto da Costantino I come il concilio della e per la pacificazione dell'Impero dal punto di vista religioso e dottrinale a coronamento della recente unificazione e pacificazione in seguito alla definitiva sconfitta di Licinio (324); quel concilio, dunque, si era rivelato ben presto come occasione di dispute e discordie tali da portare ad una separazione tanto politica quanto dottrinale all'interno dell'Impero stesso.
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