Prefazione di Eraldo Affinati.
A bordo di un mercantile britannico non soffia un alito di vento; tutto è fermo, immobile. In un paesaggio da sogno, immerso in una soffocante bonaccia, serpeggia un inquietante segreto. Qualcosa sta per accadere: un misterioso fuggiasco verrà dal mare a smuovere il torpore della nave.
Chi è questo naufrago, che il capitano si impegna a nascondere all’equipaggio? Forse il fantasma delle sue ansie e del suo senso di colpa, colui che darà l’avvio a un viaggio notturno e misterioso verso la salvezza, attraversando le più oscure tenebre dell’animo umano.
Eraldo Affinati vede in queste pagine il racconto di “una vera e propria amputazione spirituale: Il compagno segreto spiega come si fa, secondo Joseph Conrad, a diventare adulti: bisogna scegliere, ma ciò significa rinunciare a qualcosa di se stessi, non soltanto ai rami secchi, il che non costerebbe nulla; anche a quelli fioriti, persino ai più belli. E questo è molto più difficile”.
Sospeso e disteso fra l’adesione alla storia e il più sofisticato gioco simbolico, tra echi autobiografici e prospettive universali, Conrad imprime a questo romanzo il segno supremo della sua capacità creativa. Il capitano e il suo doppio, mai veramente sovrapponibili, mai veramente distaccabili, nonostante l’apparente congedo, sono ugualmente in balia delle correnti di deriva.