Ci sono molte strade del cammino che porta a capire, respirare e compiere la Misericordia, crocevia fondamentale non solo per chi crede. Le frecce segnaletiche sono 14, sette orizzontali e sette verticali. Le prime sono dell’uomo per l’uomo, le altre si indirizzano al cielo. Si chiamano opere di Misericordia corporale e spirituale, l’applicazione del Discorso della Montagna. Sono le 14 tappe di un cammino che non ha un punto di arrivo: momenti di un itinerario che ciascuno deciderà. L’uomo è un fare e un farsi continuo, è il più grande segno di Dio. La Misericordia è l’identità privilegiata per raffigurare Dio, ma anche la via maestra per arrivare al Padre, nella scia del Vangelo. Il vero progresso si raggiunge solamente se sappiamo crescere in umanità. Turoldo diceva che «non è neppure Dio a salvarci, ma il Padre». «Convinti di averne bisogno, rimettiamoci alla scuola del Vangelo», esorta il Vescovo Cancian, il quale indica le opere di Misericordia come prove del passaggio dall’egoismo all’amore. Queste pagine vogliono abbracciare, come un caldo saluto, la Misericordia, un amore che trabocca, capace di donare, di accogliere, di perdonare, di comprendere, di voler ancora più bene, come un padre sa fare e come il Padre del Figliol Prodigo insegna. Ognuno di noi è chiamato a essere un riverbero della bontà paterna. Il Vescovo Cancian accompagna sui sentieri di Dio.