Esiste nel cuore di ogni uomo un anelito insopprimibile che corrisponde al desiderio di Dio e che nulla di esterno potrà mai estinguere del tutto: è « l’inquietudine del cuore » (sant’Agostino), incessante finché l’anima non trova riposo in Dio. Quest’ansia di perfezione spirituale è la risposta al totalmente Altro che chiama e attira a sé. Il mistico è chi ascolta dentro di sé la voce del maestro interiore, mentre con la sua presenza nascosta imprime sul mondo, così multiforme nei suoi aspetti, i tratti dello spirito. Come il profeta
egli è l’artigiano che torce e passa al fuoco il metallo della sua parola. Ciò che ha sempre impressionato nei mistici non sono gli straordinari fenomeni che li riguardano, ma le grandi idee che eroicamente essi hanno incarnato. La spiritualità è la ricerca di Dio attraverso la fede e il ragionamento – nulla di strano, quindi, se diciamo che la ratio (ragione) conduce all’oratio (orazione) –, che fa scoprire di avere una sorta di vocazione all’osservazione interiore, simile a una vocazione spirituale, ma non è facile per nessuno, e nemmeno indolore, cercare il lato più profondo di ciò che ci supera. Ad oggi la nostra società, troppo distratta, ha lasciato languire la fede dei padri per influenze esterne e per negligenza propria. Non c’è dubbio, occorre ritrovare la via interiore, abbandonarsi agli slanci del proprio cuore che cerca la verità eterna di Gesù inchiodato alla storia e in cui ritrovare se stessi.
Pasquale Brizzi, nato a Mesoraca (KR) nel 1965, ordinato sacerdote nel 1993, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso la Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in teologia biblica. Presso la Pontificia Università Teresianum ha conseguito il dottorato di ricerca in Teologia spirituale con una tesi sull’esegesi spirituale in Ignace de la Potterie. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il canto dell’anima (2006); La tua parola mi fa vivere (2008); Sentinella, quanto resta della notte? Riscoprire la vita interiore con Giovanni della Croce (2008).