Il libro, che già dal titolo latino si pone in antitesi ai tradizionali trattati cristiani adversus Judaeos (contro gli ebrei), esce in occasione di un anniversario importante: i cinquant’anni della dichiarazione del concilio Vaticano II Nostra aetate (28/10/1965 – 28/10/2015), con la quale la chiesa cattolica ha riaperto, dopo diciannove secoli, il dialogo con il popolo ebraico, a lungo giudicato da essa “perfido” e “deicida”. Vengono perciò presentati i sette temi cruciali nel dialogo fra cristiani ed ebrei, con l’intenzione di fare il punto su questo argomento che il cardinal C. M. Martini considerava decisivo per il futuro delle chiese cristiane: un’idea confermata, del resto, da papa Francesco sia nell’esortazione Evangelii gaudium sia nel suo viaggio-pellegrinaggio in Israele e Palestina (maggio 2014). Ed è il motivo per cui, alla fine di ogni capitolo, si traccia un sintetico Promemoria per le comunità cristiane, affinché questo dialogo passi dalle intenzioni alla pratica vissuta.
Perché, se aveva ragione il cardinal Martini, la partita non è considerabile puramente periferica e riservata agli addetti ai lavori, ma assai importante sul piano strategico e forse persino vitale per il presente e il futuro della Chiesa. E non solo. Nella prospettiva, come afferma Paolo De Benedetti nella Prefazione, di offrire “un ponte indispensabile a tutti coloro che osano chiedere a Dio: ‘Dove sei?’. Una domanda che merita la risposta divina: ‘Eccomi!’, e che il lettore di queste pagine è da esse aiutato a vivere”.