Arthur Schnitzler è considerato uno degli autori più importanti della grande stagione culturale viennese e mitteleuropea fra Ottocento e Novecento. Iniziò la redazione di un diario dal 1879, quando aveva diciassette anni e continuò per tutta la vita, fino al 19 ottobre 1931, due giorni prima della morte. Storicamente l'arco di tempo va dalle celebrazioni per le nozze d'argento dell'imperatore Francesco Giuseppe e di sua moglie Elisabetta di Baviera, fino a due anni prima della presa del potere da parte di Hitler. I "Diari" aprono la vista sul laboratorio della scrittura, fanno conoscere lo sviluppo interiore dell'autore, le sue ansie, le sue spietate autocritiche, ma rivelano anche i fatti della sua quotidianità, dell'epoca in cui vive. Schnitzler si confronta con estrema lucidità e coscienza critica con figure e problemi del tempo. I "Diari" sono lo spaccato di questo confronto, in un'epoca in cui avvenivano profonde trasformazioni della società e dell'individuo e l'arte assumeva nuove dimensioni. Si parla di problemi estetici, letterari, politici, sociali: della scoperta della psicoanalisi, dell'antisemitismo, del sionismo, ma anche del Simbolismo, del Decadentismo, del Naturalismo... E i nomi che vi ricorrono sono quelli di Stendhal, Baudelaire, Nietzsche, Freud, ma anche D'Annunzio, Pirandello, Klimt. Le "Lettere", vanno dal 1875 al 1931. A differenza dei "Diari" sono più controllate e studiate, ma non meno rivelatrici della capacità di Schnitzler di registrare il suo tempo.