La prospettiva privilegiata del Dizionario indoeuropeo della lingua latina è quella didattica. L’autore si è proposto di ripercorrere le tappe della sua formazione glottologica, per indicare agli studenti che lo avrebbero seguito l’itinerario graduale da esplorare, la metodologia da mettere in atto lungo il cammino, e gli strumenti necessari per portarla a termine.
Per raggiungere questi obiettivi, l’opera si apre con una sintetica, ma puntuale panoramica sul protoindoeuropeo, presentandone le principali diramazioni. Prosegue quindi con una grammatica storica delineata attraverso lucidissimi quadri comparativi. Dopo di essa è fornita una bibliografia aggiornata, suddivisa per argomenti, in modo da permettere un approfondimento immediato tanto all’interno dei singoli raggruppamenti, quanto per offrire materiale utile allo sviluppo di svariati argomenti fonetici, morfologici o lessicali (1. Linguistica generale; 2.1. Grammatica; 2.1.B. Questioni particolari; 2.2. Dizionari; 2.3. Altri studi; 2.4. Dizionari etimologici di lingue e/o gruppi linguistici indoeuropei; 2.4.A. Anatolico; 2.4.B. Indiano; 2.4.C. Iranico; 2.4.D. Greco; 2.4.E. Italico; 2.4.F. Celtico; 2.4.G. Germanico…).
Il dizionario è strutturato a partire dalle radici protoindoeuropee. Seguono tra parentesi quadre le testimonianze colte dai gruppi di lingue imparentate con questo ordine: anatolico, ario (indo-iranico), greco, italico, celtico, germanico, armeno, albanese, baltico, slavo, tocario. All’interno di ogni lemma, scandito alfabeticamente sulla base della radice, i termini latini appaiono ripartiti a seconda dei loro gradi apofonici e, o, ø (= zero). L’indice latino, collocato al termine, contiene tutte le parole analizzate nel dizionario, allo scopo di facilitarne la ricerca a coloro che non abbiano ancora familiarizzato con le laringali.